Il padre di sofia vive lontano dalla figlia: è attratto dagli squali, che studia e fotografa con passione, avvicinandosi a loro senza gabbia, con coraggiosa incoscienza. Vive in sudafrica e resta in contatto con sofia via mail, le racconta i suoi incontri da brivido e le invia foto spettacolari dal fascino unico. Anche le persone che incontra sofia, a cominciare da suo marito nicola, e da sua madre, sono affascinanti come gli squali, e possono avere reazioni ugualmente pericolose, anche se molto diverse. Perché una sera in nicola esplode una furia distruttiva incontenibile, e lei dovrà ricominciare da zero. Magari con arturo, o marcello con i suoi appuntamenti alberghieri.
Chiara ha una casa tutta per sé, e anche un lavoro, neppure troppo precario, in un'improbabile ditta di cosmetici. Non combatte più con le gatte morte, si è rassegnata a vederle prevalere sempre e comunque. Gli uomini vanno e non vengono, mentre le amiche rimangono le stesse, ingombranti quanto affettuose. Tutto (quasi) normale, insomma, finché qualcuno non comincia a perseguitarla, mandandole lettere sempre più minacciose e penetrando addirittura in casa sua. Un disastro, non fosse che a indagare sul misterioso stalker è il commissario di polizia patrick garano: bello e impossibile, pare appena uscito da uno dei film che chiara guarda e riguarda, sognando a occhi aperti.
Villaggio di rivargenton. Miss barbara buncle, che sembra di mezza età anche se ha trent'anni, che veste in modo orribile e sembra condurre un'esistenza di sconfinata virtù e noia, vive grazie alla rendita dei suoi dividendi insieme alla governante dorcas. Siamo nei primi anni trenta del novecento e la crisi economica non tarda a farsi sentire, così un giorno miss buncle si accorge che la rendita si fa scarsa e che per andare avanti deve inventarsi qualcosa. Accantonata l'idea di allevare galline (troppo svolazzanti), decide di intraprendere la via più semplice: scrivere un libro. Miss buncle non è dotata di grande immaginazione e le uniche cose di cui è in grado di scrivere sono quelle che conosce: i suoi concittadini. Ignorata da tutti ma osservatrice attenta, percepisce vizi e virtù di chi la circonda. La sua sincerità e la capacità di entrare nell'animo altrui la rendono pericolosa come scrittrice mentre guarda e annota. Il libro viene così pubblicato, sotto lo pseudonimo di john smith, e diventa un bestseller. Ben presto gli abitanti di rivargenton si accorgono di essere dentro un romanzo che porta allo scoperto la loro vera natura. Scatta allora la caccia al misterioso john smith e per miss buncle inizia una vita veramente difficile.
Un archeologo omosessuale che vive in grecia, disperato perché il ragazzo libico di cui è innamorato si è sposato; un professore di latino sempre pronto a cacciarsi nei guai per le sue avventure extraconiugali; un ex prete spagnolo che per una malformazione alla mascella ha passato infanzia e adolescenza segregato in casa e che ha abbandonato i voti per dedicarsi alla passione degli scacchi: tutti e tre leggono sui giornali l'annuncio di una misteriosa fondazione che indice un singolare concorso. I concorrenti dovranno decifrare degli enigmi e scrivere un commento ironico: i vincitori riceveranno un premio e saranno arruolati in una missione fondamentale per il futuro del pianeta.
Questa incredibile storia inizia sul molo di un porto americano, con un giovane immigrato ebreo tedesco che respira a pieni polmoni l'entusiasmo dello sbarco. È il seme da cui nascerà il grande albero di una saga familiare ed economica capace di cambiare il mondo. Acuto e razionale, henry lehman si trasferisce nel sud degli stati uniti, dove apre un negozio di stoffe. Ma il cotone degli schiavi è solo il primo banco di prova per l'astuzia commerciale targata lehman brothers (perché nel frattempo henry si è fatto raggiungere dai fratelli emanuel e mayer). Con il tempo, al cotone si sostituiscono il caffè, lo zucchero, il carbone, e soprattutto la nuova frontiera di un'industria ferroviaria tutta da finanziare; ai padri subentrano i figli e i nipoti, in un mosaico di umanità diverse, assortite, contraddittorie. Spiazzante e pirotecnico, 'qualcosa sui lehman' è un libro in cui non c'è più spazio per le tradizionali differenze fra generi: il romanzo si amalgama al saggio, l'epica al teatro, con continue incursioni nel cinema, nelle canzoni, e perfino nelle formule matematiche e nei fumetti. Una forma letteraria che, sfidando in un corpo a corpo artistico xix e xx secolo, apre di fatto uno squarcio sul futuro.
Libro vincitore del premio pulitzer 2019 per la narrativa. Un'opera immensa, un appassionato atto di resistenza e impegno, un inno d'amore alla letteratura, al potere delle storie, alla grandiosità della natura. «un romanzo dalla costruzione geniale, rigoglioso e ramificato come gli alberi di cui racconta: la meraviglia della loro interazione evoca quella degli uomini che vi vivono accanto. » - dalla motivazione della giuria del pulitzer patricia westerford - 'patty-la-pianta' - comincia a parlare all'età di tre anni. Quando finalmente le parole iniziano a fluire, assomigliano piuttosto a un farfugliare incomprensibile. L'unico che sembra capire il mondo di patricia, sin da piccola innamorata di qualsiasi cosa avesse dei ramoscelli, è suo padre - 'la sua aria e la sua acqua' - che la porta con sé nei viaggi attraverso i boschi e le foreste d'america, a scoprire la misteriosa e stupefacente varietà di alberi. Cresciuta, dottorata ribelle in botanica, patty-la-pianta fa una scoperta sensazionale che potrebbe rappresentare l'alfa e l'omega della natura, il disvelamento del mistero del mondo: il compimento di una vita spesa ad ascoltare e guardare gli alberi, sin dalla nascita. Ma in realtà questo è solo l'inizio. Intorno a patty-la-pianta si intrecciano i destini di nove indimenticabili personaggi che a poco a poco convergono in california dove una sequoia gigante rischia di essere abbattuta da uomini sordi e ciechi. Il sussurro del mondo è un'opera immensa, un appassionato atto di resistenza e impegno, un inno d'amore alla letteratura, al potere delle storie, alla grandiosità della natura.
Con l'intelligenza, lo spirito e la caustica ironia che gli sono inconfondibilmente propri, ian mcewan rende omaggio al genio di franz kafka e alla tradizione satirica inglese che ha in jonathan swift il suo piú eminente rappresentante. «un trionfo di comicità. Come si può restituire al ridicolo chi non ha rivali nel rendersi ridicolo da sé? Mcewan riesce nell'impresa con stile superbo e spassosa eleganza» - the observer jim sams si sveglia da sogni inquieti per ritrovarsi trasformato, dallo scarafaggio che era, in un essere umano. Nel corso della notte la creatura che fino al giorno prima sfrecciava tra mucchi di immondizia e canaline di scolo è diventata il piú importante leader politico del suo tempo: il primo ministro inglese. Tuttavia, forte della grande capacità di ogni scarafaggio di sopravvivere, jim sams si adatta rapidamente al nuovo corpo. In breve presiede le riunioni del consiglio dei ministri, dove si rende conto che gran parte del suo gabinetto ha subito la stessa sorte e che quegli scarafaggi trasformati in umani sono piú che disposti ad abbracciare le sue innovative idee di governo. I capi di stato stranieri sembrano sconcertati dalle mosse arroganti e avventate di jim sams, a eccezione del presidente degli stati uniti d'america, che lo appoggia con entusiasmo. Qualunque riferimento a fatti realmente accaduti e persone realmente esistenti non sembra da escludere. Con l'intelligenza, lo spirito e la caustica ironia che gli sono inconfondibilmente propri, ian mcewan rende omaggio al genio di franz kafka e alla tradizione satirica inglese che ha in jonathan swift il suo piú eminente rappresentante. Questa metamorfosi al contrario diventa una lente attraverso cui osservare un mondo ormai del tutto sottosopra. «il populismo – scrive mcewan nella postfazione – ignaro della sua stessa ignoranza, tra farfugliamenti di sangue e suolo, assurdi principî nativistici e drammatica indifferenza al problema dei cambiamenti climatici, potrebbe in futuro evocare altri mostri, alcuni dei quali assai piú violenti e nefasti perfino della brexit. Ma in ciascuna declinazione del mostro, a prosperare sarà sempre lo spirito dello scarafaggio. Tanto vale che impariamo a conoscerla bene, questa creatura, se vogliamo sconfiggerla. E io confido che ci riusciremo».
L'arte della gioia è un libro postumo: giaceva da vent'anni abbandonato in una cassapanca e, dopo essere stato rifiutato dai principali editori italiani, venne stampato in pochi esemplari da stampa alternativa nel 1998. Ma soltanto quando uscí all'estero – in francia, germania e spagna – ricevette il giusto riconoscimento. Nel romanzo, tutto ruota intorno alla figura di modesta: una donna vitale e scomoda, potentemente immorale secondo la morale comune. Una donna siciliana, una «carusa tosta» in cui si fondono carnalità e intelletto, che attraversa bufere storiche e tempeste sentimentali protetta da un infallibile talismano interiore: «l'arte della gioia». Modesta nasce il primo gennaio del 1900 in una casa povera, in una terra ancora piú povera. Ma fin dall'inizio è consapevole, con il corpo e con la mente, di essere destinata a una vita che va ben oltre i confini del suo villaggio e della sua condizione. Ancora ragazzina è mandata in un convento e da lí, alla morte della madre superiora che la proteggeva, in un palazzo di nobili. Qui il suo enorme talento e la sua intelligenza machiavellica, le permettono di controllare i cordoni della borsa di casa, e di convertirsi in aristocratica attraverso un matrimonio di convenienza. Tutto ciò senza mai smettere di sedurre uomini e donne di ogni tipo. Amica generosa, madre affettuosa, amante sensuale, modesta attraversa la storia del novecento con quella forza che distingue ogni grande personaggio della letteratura universale.
Giulio angioni, antropologo dell'università di cagliari, è scrittore di romanzi e racconti, di ambientazione sarda, in cui ritorna una specie di malinconia delle origini, di inquietudine delle radici che si esprime anche in questo giallo: 'assandira', dal nome di un agriturismo, gestito da un figlio, ritornato con moglie da un emigrazione lontana, e da un padre pastore, meta di turisti in cerca di una teatrale e impudica ricostruzione dell'antica vita agropastorale, che viene dato alle fiamme per consumare un vero e proprio dramma di difesa identitaria, mostruosa mescolanza di moderno ed arcaico.
Di questo romanzo breve sulla mafia, apparso per la prima volta nel 1961, ha scritto leonardo sciascia: '. Ho impiegato addirittura un anno, da un'estate all'altra, per far più corto questo racconto. Ma il risultato cui questo mio lavoro di 'cavare' voleva giungere era rivolto più che a dare misura, essenzialità e ritmo, al racconto, a parare le eventuali e possibili intolleranze di coloro che dalla mia rappresentazione potessero ritenersi, più o meno direttamente, colpiti. Perché in italia, si sa, non si può scherzare né coi santi né coi fanti: e figuriamoci se, invece che scherzare, si vuole fare sul serio'.