Sinossi Libro
Introduzione di fausto malcovati traduzione di francesca gori la critica russa lo definì «il libro della grande ira». Traendo ispirazione dal brutale omicidio di uno studente a opera di una cellula di nichilisti, un fatto di sangue che nel 1869 sconvolse la russia intera, dostoevskij scrive un romanzo cupo e disperato, in cui tornano i grandi problemi posti da delitto e castigo: la personalità, la libertà, l'esistenza di dio, l'impietosa critica della sconsiderata cecità della borghesia liberale e dello spirito rivoluzionario, dietro cui si annidano cinismo e un troppo fragile progetto politico. Attraverso la delittuosa parabola politica del «grande peccatore» verchovenskij e del suo oscuro e demoniaco suggeritore stavrogin, dostoevskij sottolinea la convergenza necessaria tra il discorso politico, sociale e quello morale e religioso, condannando con forza l'abisso del nichilismo che allontana l'uomo da tutti i suoi legami naturali.