Carla ha quarant'anni e occhi profondi che sanno scrutare nell'intimo chi ha di fronte, ma si fermano smarriti sui lineamenti acerbi di alessandro, suo figlio, alle prese con una difficile adolescenza. Carla ha anche un lavoro che ama - fa il medico omeopata -, un compagno che forse ama un po' meno, un ex marito scostante, e infine una madre. Che non è sua madre. Sì, perché quando carla aveva quattro anni la sua mamma
Quando eleonora si risveglia in ospedale, dopo l'incidente d'auto in cui è morto suo figlio, non cerca che la solitudine e l'annullamento nel dolore. Relegata in una casa di cura sul lago maggiore, prova appena una vaga curiosità per la taciturna infermiera, che la accudisce, e non immagina che qualcosa possa accomunarle: sahar è palestinese, vive da qualche anno in italia, lontana dai suoi due figli. Della più piccola, shada, non ha più avuto notizie dopo l'avvio dell'operazione militare piombo fuso nella striscia di gaza. L'improvvisa sparizione dell'infermiera sottrae eleonora al suo isolamento. Sfuggendo alla protezione di madre e fratello, decide di partire per gerusalemme, e da qui per gaza, determinata a trovare ciò che resta della famiglia di sahar. Un viaggio che la porta a confrontarsi con la propria storia e con la vitalità ostinata della terra che la accoglie. Non credo al paradiso racconta le profondità del dolore ma anche la caparbietà della vita, intessendo una trama di forti legami femminili, luoghi fatti vivere nella loro palpitante bellezza, vicende del nostro tempo che riflettono l'universalità dei sentimenti.