Vincitore premio campiello 1968pietro da morrone, umile frate eremita, salì al soglio pontificio nel 1294 con il nome di celestino v, ma - convinto dell'impossibilità di conciliare lo spirito evangelico con i doveri del trono - rinunciò all'incarico. Agli occhi del suo conterraneo ignazio silone, il papa del
Pietro da morrone, umile frate eremita, salì al soglio pontificio nel 1294 con il nome di celestino v, ma - convinto dell'impossibilità di conciliare lo spirito evangelico con i doveri del trono - rinunciò all'incarico. Agli occhi del suo conterraneo ignazio silone, il papa del 'gran rifiuto' dantesco assurge a simbolo di chi antepone la purezza della coscienza alle lusinghe del potere e rappresenta la definitiva incarnazione dell'uomo che sceglie la libertà. Con l'avventura d'un povero cristiano silone giunge al vertice del suo percorso umano, civile e letterario, dando al suo messaggio la forma narrativa di un dramma di straordinaria potenza ed efficacia.
Nei primi anni della dittatura fascista a fontamara, 'un antico e oscuro luogo di contadini poveri nella marsica', i 'cafoni' subiscono soprusi e ingiustizie così antichi da sembrare naturali come la neve e il vento. Berardo viola, che porta una scintilla di ribellione, subirà le torture della milizia fascista e sarà ucciso, ma assurgerà a emblema di un nuovo, seppure ancora impreciso e velleitario, livello di dignità. Opera intessuta di una precisa verità storica, fontamara fonde la ballata popolare, la parabola evangelica e la satira politica in una partitura corale che si fa violenta denuncia di ogni ingiustizia.