Da quattro anni gabriele bilancini non tornava a casa. Casa è il quartiere tuscolano a roma, dove è nato e vissuto insieme ai genitori, la sorella e una compagnia di amici inseparabili. Oggi gabriele abita a milano ed è tra i dieci designer emergenti più quotati al mondo. È uno che ce l'ha fatta: l'esempio perfetto di come si possa essere artefici della propria sorte. A credere in lui e a lanciarlo è stato franco zardi in persona, un guru del design mondiale, che ha riconosciuto in gabriele la grazia del talento. Da quel momento, la sua vita si è trasformata, ha preso a correre a un ritmo frenetico alimentandosi di adrenalina e soddisfazioni, non ultima l'incontro e l'amore con camilla, la figlia di zardi. E ora, dopo quattro anni, torna. A casa tutto è rimasto identico, a partire dalla vita dei suoi amici, come se il tempo non fosse trascorso, stesse abitudini, stesse giornate - al posto della scuola il lavoro - che si concludono ai tavolini del bar del sor antonio. L'abbraccio in cui lo avvolge il suo passato è la cosa più dolce e al contempo soffocante che potesse ricevere e lo costringe a prendere atto della frattura che lo abita.
Mi chiamo pietro gerber ma qui a firenze, dove vivo da quando sono nato, tutti mi conoscono come l'addormentatore di bambini. Sono un ipnotista, come lo era mio padre, e con l'ipnosi aiuto i bambini a elaborare traumi e a superare paure e fobie. Non sembrerebbe, ma il mio è un mestiere pericoloso. Perché la mente dei bambini è un labirinto ed è facile smarrirsi e non riuscire più a tornare. Forse è proprio questo che sta succedendo a matias. Ha nove anni e da tempo ha un sogno ricorrente. Da troppo tempo. Ormai matias ha paura di addormentarsi, perché in sogno gli fa visita qualcuno che non dovrebbe esistere. Una donna dall'aria triste e vestita sempre di scuro e che non parla mai. La signora silenziosa abita i suoi sogni come uno spettro, come una presenza inquietante che tracima nella realtà. Non dovrebbe essere nient'altro che un sogno, ma allora… allora perché sento che la signora silenziosa è reale? Allora perché sento nel silenzio il ronzio di un immenso sciame di insetti? Allora perché sento che perfino la mia casa, vuota e solitaria, è infestata da fantasmi? E se la storia della signora silenziosa fosse ancora tutta da scrivere… come la mia? Mi chiamo pietro gerber, sono l'addormentatore di bambini, e di colpo ho paura di dormire. E ho ancora più paura di stare sveglio.
«non smetterà mai di piovere. Continuerà per sempre. Non sarà più possibile uscire all'aperto, l'acqua salirà, raggiungerà i piani alti dei palazzi, tutti moriranno e l'umanità si estinguerà insieme agli animali in terra. Sopravvivranno solo i pesci. Non smetterà mai di piovere, e non importa. Sarà meglio, anzi, così questa maledetta città si laverà, alla fine». Leonida brancato era stato un penalista imbattibile. Il re del cavillo, lo chiamavano. Quando era andato in pensione, in procura avevano fatto festa. Da anni non si sapeva più nulla di lui, ma ora qualcuno lo ha ucciso e ha infierito sul suo cadavere. Un omicidio che appare privo di movente e che mette di nuovo alla prova i bastardi.
Fino al tempo dei nostri nonni, gli uomini erano convinti di vivere sotto l'occhio di dio, e la sua esistenza era certa come quella del sole che sorge e tramonta. Oggi abbiamo smesso di crederci, o anche solo di pensarci. E la bibbia nessuno la legge più. invece la bibbia è un libro meraviglioso. Che si può leggere anche come un grande romanzo. L'autobiografia di dio. Aldo cazzullo fa con la bibbia quel che aveva fatto con l'inferno di dante: ci racconta la storia, in modo chiaro e comprensibile a tutti, con continui riferimenti all'attualità, alla nostra vita, passando attraverso le vicende della storia e i capolavori dell'arte. La creazione, adamo ed eva, la cacciata dall'eden, caino e abele, noè e il diluvio. La storia di giacobbe che lottò con dio e di giuseppe che svelò i sogni del faraone. Mosè, le piaghe d'egitto, il passaggio del mar rosso, i dieci comandamenti. E poi la conquista della terra promessa, da giosuè che espugna gerico a davide che taglia la testa di golia, da sansone, l'eroe fortissimo ma tradito dal suo amore, a salomone che innalza il tempio. Cazzullo rievoca storie dal fascino millenario. E racconta le grandi donne della bibbia da giuditta a ester; l'angelo che salva tobia e il diavolo che tormenta giobbe; l'amore del cantico dei cantici e la disillusione dell'ecclesiaste ('tutto è vanità'). Sino alla grande speranza dell'avvento di un messia che viene a salvare l'uomo e a farci risorgere a vita eterna, che per i cristiani è gesù.
Arno e sara si incontrano da ragazzini e istintivamente si amano. Un pomeriggio d'estate lei lo lascia, dicendogli che le «piacciono gli amori infelici». Si ritrovano anni dopo, decidono di sposarsi: sono allegri, innamorati, sembrano felici. Arno suona il violoncello alla scala, ha avuto tre figli, ama la sua vita così com'è, non si fa domande. È convinto di dare a sara tutto se stesso e non si spiega le malinconie e le bugie che affiorano poco a poco. Ma il disagio della moglie col tempo aumenta, finché una mattina arno sarà costretto da un evento inconcepibile a chiedersi chi è davvero la donna che ama da sempre. Con titubanza, inizia a seguire una pista di ferite giovanili e passioni soffocate e, con crescente sgomento, ritrova il bandolo di storie insospettabili. Costruito secondo la vertiginosa spirale di una fuga,
Un rapimento, svariati delitti e un assassino, forse mancino forse no. Saranno solo leggende e superstizioni ma, da quando è ricomparso il fantasma dello zoppo, in bretagna le sciagure non si contano più. A sei anni da il morso della reclusa, torna fred vargas con uno dei personaggi capolavoro del noir, lo svagato e visionario jean-baptiste adamsberg, commissario del xiii arrondissement di parigi. Il guardacaccia gaël leuven era un marcantonio solido come uno scoglio bretone, ma per ucciderlo sono bastate due coltellate al torace. A louviec lo conoscevano tutti. Compreso josselin de chateaubriand (forse discendente di quel chateaubriand), il nobilastro dall'abbigliamento eccentrico che adesso è il principale sospettato. Richiamato in bretagna dal commissario locale, adamsberg si addentra nelle numerose ramificazioni del caso. Ma pur perdendosi come di consueto in false piste e digressioni mentali, in osservazioni prive di qualunque nesso con l'indagine, c'è da scommettere che anche questa volta verrà a capo del groviglio di omicidi ed efferatezze. Grazie alle sue illuminazioni proverbiali ma anche, forse, all'energia ancestrale dei menhir.
È il 6 gennaio del '69 e molti italiani si preparano a vedere la «finalissima» di una delle trasmissioni più popolari e seguite, canzonissima. Anche il commissario bordelli si siede davanti al televisore per godersi la serata, ma una telefonata della questura lo strappa dalla poltrona e lo costringe a uscire di casa: una ragazza è stata uccisa, proprio mentre andava in onda la sigla. Zum zum zum zuuum zum. Da quel momento le giornate del commissario si complicano, altri misteri dovranno essere risolti. Uno in particolare lo tormenta: la terribile vicenda del maniaco omicida che ha già ucciso sei prostitute, tutte e sei bionde, di media statura, una ogni nove mesi esatti. Bordelli si sente affaticato, e in mezzo alle ricerche concitate cerca di ritagliarsi momenti di tranquillità e di riflessione nel silenzio del bosco, che i versi degli animali rendono ancora più vero e profondo. Tra poco più di un anno andrà in pensione, e teme di lasciarsi alle spalle dei casi insoluti.
Renée ballard e harry bosch: una squadra perfetta, specie quando si tratta di cold case. Ballard ha appena scoperto una corrispondenza tra il dna di un uomo recentemente arrestato e uno stupratore e assassino seriale scomparso vent'anni fa. L'uomo ha solo ventiquattro anni, quindi il legame genetico deve essere familiare: è chiaro che ad aver ucciso e seminato il terrore tanti anni prima è stato il padre del ragazzo. Ma non sarà facile provarlo. E sarà impossibile farlo senza bosch. Nel frattempo maddie bosch, figlia di harry e nuova agente di pattuglia, viene arruolata come volontaria nell'unità casi irrisolti. Maddie ha una ragione molto personale per volere l'accesso alla biblioteca delle anime perdute della città: un cold case che potrebbe fare la storia del crimine.
Tre parole per riassumere la propria esistenza. È l'invito che un'impiegata della casa di riposo rivolge ai residenti per raccontare la loro vita. A quasi cento anni, mook miran pensava che avrebbe portato i suoi segreti nella tomba, invece quell'estranea le sta offrendo l'occasione per fare finalmente pace col proprio passato. Tre parole, però, non le bastano, e ne sceglie sette: schiava, artista della fuga, assassina, terrorista, spia, amante. E madre. Perché altrettante sono le vite che ha vissuto, le identità che ha dovuto assumere. Sotto lo sguardo attonito di quella che chiama affettuosamente «la sua biografa», la signora mook parla della fame e delle privazioni che ha sofferto nascendo in una corea occupata dall'esercito giapponese; delle tragedie che ha affrontato durante la seconda guerra mondiale; delle scelte terribili che ha sostenuto per superare le tempeste di anni densi e implacabili; delle persone che ha imbrogliato e di quelle che ha ucciso. Non importa quale difficoltà le sia stata messa di fronte, lei ha sempre trovato la forza di sopravvivere, anche a rischio di pagare un prezzo altissimo. A poco a poco, dalle sue storie emerge la figura di una donna enigmatica e camaleontica, capace di adattarsi a ogni situazione, di combattere con efferata ferocia e di amare col trasporto assoluto di chi teme il rimpianto più della morte. Una donna che non si arrende davanti alle avversità e che affronta il destino a testa alta e alle sue condizioni. Anche quando arriva il momento di sciogliere il mistero della sua ottava e ultima vita. Grazie alla sua prosa al tempo stesso lirica e spietata, mirinae lee tratteggia una protagonista unica e dal fascino irresistibile, un enigma che il lettore è chiamato a risolvere ricomponendo i tasselli di una storia luminosa e travolgente, che arriva dritta al cuore.
Si sentì maliziosa, allegra, capace di tutto, e imbellita dalla mescolanza sacra della musica con il gin. Pensava che l'uomo del tavolo di fronte non l'avesse vista, però lo sorprese a osservarla quando lo guardò per la seconda volta. Lui arrossì. Lei sostenne il suo sguardo mentre lui controllava l'orologio da tasca con la catenina. Ogni anno, il 16 agosto, ana magdalena bach – quasi cinquant'anni di età e una trentina scarsa di soddisfacente vita matrimoniale – raggiunge l'isola dei caraibi dove è sepolta sua madre. Il traghetto, il taxi, un mazzo di gladioli e l'hotel: questo rituale esercita su di lei un irresistibile invito a trasformarsi – una volta all'anno - in un'altra donna, a esplorare la propria sensualità e a sondare la paura che silenziosa cova nel suo cuore. Lo stile inconfondibile di márquez risplende in ci vediamo in agosto, romanzo musicalissimo di variazioni sul tema che è nello stesso tempo un inno alla libertà, un omaggio alla femminilità, una riflessione sul mistero dell'amore e dei rimpianti.