Sonia cameron ha circa trent'anni ed è sposata con james. In tenera età è rimasta orfana di madre, una spagnola che viveva a londra. Quando insieme alla sua folle amica maggie arriva a granada animata dal desiderio di imparare il flamenco e di prendersi una pausa da una vita coniugale che sembra diventare ogni giorno più difficile, non sospetta minimamente che quelle strade celano la verità sul passato della sua famiglia e insieme il suo destino. Durante una conversazione con l'anziano proprietario di un caffè. Miguel, depositario di molte storie della città, resta affascinata da una fotografia che l'uomo le mostra insieme a molte altre: ritrae una seducente giovane rapita in un passionale flamenco. Per quella misteriosa figura, sonia avvertirà subito una strana attrazione e un'ambigua familiarità; poi, attraverso le parole del suo interlocutore, sì troverà a rivivere gli amori della madre e la sua avventurosa fuga da una granada oppressa dal giogo franchista, i misteri dell'esistenza di suo padre, per arrivare scoprire la vera identità di quel narratore gentile che la sta accompagnando in un viaggio lei quale si mescolano sentimenti e memoria.
È un lungo sfogo, crudele e pieno di astio, quello con cui eszter, fra le più affermate attrici teatrali nell'ungheria del secondo dopoguerra, si rivolge a lórinc, il grande amore della sua vita. Astio che ha motivazioni antiche perché eszter è figlia di due persone legate da una passione profonda, ma proprio per questo esclusiva ed escludente; perché pur di origini aristocratiche e di vecchia cultura mitteleuropea la famiglia è poverissima e lei subisce tutte le frustrazioni legate a questa condizione; perché, infine, la sua compagna di scuola e di giochi è angela graff, incarnazione di tutto ciò che lei non è - bella, amabile e soave - e di tutto ciò che non può avere: una famiglia ricca e armoniosa, un fratello eroe, vestiti decenti, scarpe comode (non quelle tagliate in punta ereditate dalla zia irma). E su angela che si concentrano l'odio e la gelosia di eszter: sentimenti tanto radicati da indurla a compiere azioni moralmente inaccettabili, come quando dal giardino della compagna porta via un giovane capriolo da lei teneramente amato e ne provoca - chi sa quanto inavvertitamente - la morte. Sarà cosi per tutta la vita: perché quando eszter, ormai famosa, si innamora, lo farà proprio del marito della candida angela che non comprende niente, non vede niente, non si accorge neanche per un istante come la sua
Emma e antonio si sono amati. Ora però, dopo due figli e troppa gelosia, lei cerca orgogliosamente di inventarsi un'altra vita, e lui è deciso a impedirglielo. Maja sembra avere tutto, e invece le manca l'essenziale. Zero vorrebbe cambiare il mondo; sasha si accontenterebbe di festeggiare l'anniversario con l'amante e l'onorevole fioravanti di essere rieletto. Per ventiquattro ore le loro storie si incrociano nelle strade di una roma frenetica e sorprendente, la tensione si accumula e per qualcuno non ci sarà domani. Non un giorno perfetto, nemmeno un giorno qualunque: un'immersione totale nella realtà che ci circonda. Una storia d'amore e disincanto, di scuola e di lavoro, di sogni e di sconfitte, una notizia da prima pagina e uno straziante caso di cronaca nera. Ma, soprattutto, l'anatomia di una famiglia: donne e uomini, padri e madri, figli e figlie, scene da un matrimonio in cui tutti, nel bene e nel male, possiamo riconoscerci.
Da quando è uscito il primo 'dizionario delle cose perdute', francesco guccini non può fare un passo, per strada, senza che qualcuno lo fermi per suggerirgli con entusiasmo e commozione qualche oggetto 'del tempo andato' che merita di essere ripescato dal veloce oblio dei nostri anni e celebrato dalla sua penna. Dall'idrolitina ai calendarietti profumati dei barbieri, dal temibile gioco del traforo alle cabine telefoniche, dal deflettore all'autoradio passando per i 'luoghi comodi' e i vespasiani, le letterine di natale piene di buoni propositi da mettere sotto il piatto del babbo, le osterie (quelle vere, senza la h davanti per darsi un tono) e molto altro, guccini torna a scavare nel passato che ha vissuto in prima persona per riportarcelo intatto e pieno di sapore. E con questo suo catalogo delle cose perdute dà vita a un personalissimo genere letterario nel quale l'estro del cantautore - capace di condensare in poche strofe un universo intero di emozioni -, la sua passione storica e filologica e la sua vena poetica trovano sintesi piena: regalandoci pagine in cui ogni oggetto, ogni situazione, suscita intorno a sé un intero mondo, sempre illuminato dalla luce di un'insuperabile ironia.
Un paese abbandonato, silenzioso, fermato in un'istantanea scattata il giorno 9 ottobre 1963, quando il fianco del monte precipitò nell'invaso del vajont. Eppure quelle case, quelle cucine, quelle stalle sono ancora abitate. È una popolazione di fantasmi quella che corona suscita ripercorrendo, casa per casa, le strade che un tempo risuonavano di voci, del rumore degli strumenti di lavoro, della vita di ogni giorno.
Karin schluter non pensava che avrebbe percorso ancora così presto le strade del nebraska, lasciate alle spalle senza rimpianti anni prima, ma suo fratello mark, rimasto vittima di un grave incidente stradale, è tutto quello che le resta della sua famiglia, e ha bisogno di lui. Quella che karin tuttavia si troverà ad affrontare non è solo una difficile e dolorosa convalescenza. Mark infatti si è risvegliato dal coma con la sindrome di capgras, un disturbo cerebrale che provoca una sorta di disconnessione tra la parte razionale ed emotiva del cervello. Il giovane riconosce le persone intorno a lui, ma spesso i sentimenti di cui le investe sono diversi, a volte anche in modo radicale. In karin riconosce così la sorella, eppure allo stesso tempo non riesce più a provare per lei alcun sentimento di affetto. La vicenda complessa e commovente di un legame familiare che deve ritrovare un linguaggio e un terreno comuni, si intreccia così a una serie di inquietanti eventi che sembrano legare l'incidente a un minaccioso fondo di segreti: chi è l'autore di un misterioso biglietto lasciato sul letto di mark? È vero che mark potrebbe essersi trovato coinvolto in una trama di speculazioni edilizie e intrighi?
Il romanzo di ellis ha il ritmo di un video clip, la durezza dello slang giovanile alto-borghese e la forza della rivelazione. In scena c'è un gruppo di giovani e giovanissimi di los angeles, tutti biondissimi e abbronzatissimi, tutti viziati, ma in realtà trascurati da genitori infelici, depressi o assenti. Questi ragazzi, in vacanza prima della riapertura dei college, sperimentano tutto quello che la città offre: sesso facile, spinelli, cocaina, feste sempre più particolari, in un crescendo di amoralità e devastazione interiore che sconfina presto nell'orrore.
Kate e tully si incontrano, tredicenni, nell'estate del 1974. Sono diversissime, timida e introversa la prima, bellissima ed esuberante la seconda, ma si uniranno in un'amicizia che durerà per decenni. Fino a che tully diventerà una star del giornalismo televisivo e kate sposerà john, ex corrispondente di guerra e soprattutto ex di tully. Attraverso l'america che cambia, le insicurezze di kate e tully e gli scherzi del destino metteranno a dura prova la loro amicizia, fino all'ultima sfida.
Che cosa accade a un uomo quando perde tutto? Se il paese è l'italia e quell'uomo è un intellettuale che per sbarcare il lunario scrive per le riviste di moda, il dramma privato può rivelarsi una porta d'accesso verso un altro tipo di disastro: il mondo contemporaneo. Ecco allora che il protagonista di 'fine impero' intraprende la sua discesa al centro della terra aggirandosi nella notte senza fine di ciò che per comodità chiamiamo ancora show business. A fare da traghettatore c'è zio bubba, un uomo che è 'più dei politici': agente, impresario, personaggio misterioso e chiave di volta per comprendere in cosa ci sta trasformando lo spettacolo del potere che (dagli schermi tv invasi dai talent e dai reality, fino al profondo della nostra intimità) contempliamo senza sosta a occhi spalancati. Fino a quando non si spalancherà anche la piccola porta di una tragedia la cui potenza non è possibile arginare - il mistero inesplicabile della morte dei bambini su cui la grande letteratura non fa che interrogarsi ciclicamente. Giuseppe genna, lo scrittore che ha indagato le pieghe più inquietanti dell'italia di questi anni, racconta una parabola che ci riguarda da vicino. Abbiamo dimenticato qualcosa di fondamentale tra le stanze di un brutto sogno, e l'unico modo per riprenderla è rituffarcisi dentro.
Dicono che i gemelli siano inseparabili, due corpi per un'anima sola. Pembe e jamila sono nate a tre minuti di distanza, nel piccolo villaggio curdo della casa dei quattro venti. Jamila ha occhi verdi come l'edera, sogna di girare il mondo come i marinai e di svegliarsi ogni giorno in un porto diverso. Pembe è seria, posata, la sua risata è il rumore di due bicchieri che si toccano e le sue mani conoscono i segreti della vita e della morte. Da grande sarà una levatrice: quasi sacra, vivrà sospesa tra il mondo invisibile e quello visibile come la trama sottile di una ragnatela. E se pembe resterà fino all'ultimo legata al villaggio e alla sua gente, jamila andrà a istanbul e poi a londra, conoscerà l'amore e il tradimento, farà tre figli e troppi sbagli e alla fine tornerà nel luogo da cui era partita. Perché i destini di pembe e jamila si chiamano e si intrecciano fino a confondersi in quel disegno fragile e intricato che è la vita. Dopo 'la bastarda di istanbul', elif shafak ritorna con un nuovo romanzo ricco di magia e di sentimenti, d storie e di personaggi in bilico fra tradizione e modernità, tra la paura e una fortissima voglia di libertà.