Un grande romanzo di amore, poesia, sensualità e sesso, una grande storia sulla campagna islandese e sul desiderio di conoscere il mondo che va dagli anni cinquanta fino ai nostri giorni, e si snoda tra la norvegia e l'islanda. Quella di stefánsson è una scrittura che incanta e infonde nuova vita alla grande letteratura islandese. «delicata e feroce, onirica e concreta, insopportabile e irresistibile: l'islanda di stefánsson. » – la stampa «jón kalman stefánsson è uno scrittore capace di dare figura in forma di parole allo splendore del mondo. » –la repubblica reykjavík, primi anni cinquanta. In un piccolo appartamento seminterrato sigvaldi e helga toccano il cielo con un dito abbandonandosi alla loro giovane e travolgente passione e decidono di chiamare la figlia Ásta. Ásta come una grande eroina della letteratura nordica, Ásta perché ást in islandese vuol dire amore. Sedici anni dopo Ásta scopre il sentimento di cui porta il nome in una fattoria negli aspri fiordi occidentali dove trascorre l'estate. Lo impara a conoscere dalla storia tormentata tra un uomo e una donna uniti dalla solitudine e divisi dalla dura vita contadina; lo impara a capire dalla vecchia kristín che ogni tanto, al mattino, si sveglia in un'altra epoca del suo passato e può così rimediare ai rimpianti che le ha lasciato la vita; lo vive sulla propria pelle insieme a jósef, il ragazzo che le cambierà l'esistenza. Eppure sono tutte promesse di felicità non mantenute ad avvicendarsi in questa impetuosa storia famigliare, segnata per sempre dal giorno in cui helga si rivela uno spirito troppo libero e assetato di emozioni per non ribellarsi alla soffocante routine domestica e abbandonare marito e figlie, lasciando Ásta con un'inquietudine, un'ansia di fuga, una paura di seguire fino in fondo i propri sogni. In un romanzo lirico, sensuale e corale, che si compone a puzzle seguendo i ricordi dei personaggi e le associazioni poetiche dei loro sentimenti, stefánsson racconta l'urgenza e l'incapacità di amare, la ricerca di se stessi nell'eterna e insidiosa corsa alla felicità, e quel fiume di desideri e nostalgia che accompagna il destino di ognuno, sempre pronto a rompere gli argini e a scompaginare un'esistenza.
Fiorenzo di muglione, profonda provincia pisana di disoccupazione e fossi stagnanti, è sfortunato fin dal nome: orfano di madre, il padre proprietario di un negozio di pesca e allenatore dell'unione ciclistica muglianese, a tredici anni ha perso una mano a causa di un fuoco d'artificio. Sebbene tutto il resto sia ancora al suo posto e lui sia un bel ragazzo, cantante heavy metal e bravo a scuola, fiorenzo scopre presto che nella vita 'quello che manca conta molto di più di quel che c'è'. Tiziana ha trent'anni, lei pure di muglione, è laureata, ha fatto un master a berlino, ricevuto offerte di lavoro in tutto il mondo ma ha deciso di tornare al paese, di mettere le proprie competenze al servizio della sua comunità. Ottiene l'incarico di animare il locale informagiovani, frequentato solo da un gruppetto di anziani, e quando gli amici del master passano a trovarla, il suo avvilimento si trasforma in disperazione. Infine mirko, il campioncino, il ragazzino che il babbo di fiorenzo ha scovato nel profondo molise e ha adottato perché il suo talento ciclistico lascia sperare grandi cose. Fiorenzo, tiziana, mirko: tre vite che s'incrociano in un luogo improbabile e desolato, per dare vita a un corto circuito struggente e divertentissimo, amaro e poetico.
«nel mio lungo lavoro di psicoterapeuta mi sono accorto che quasi nessuno 'si va bene': tutti sono alla ricerca di un se stesso migliore. E tutti credono che, quando avranno raggiunto la meta che si sono prefissati, finalmente potranno stare bene con se stessi. Cambiare il proprio carattere, eliminare le ferite del passato, togliere dalla propria vita le cose che non vanno bene, sono in genere i tre principali motivi di infelicità. Le sofferenze nascono soprattutto dalla nostra resistenza a diventare fluidi come l'acqua. Bisogna 'lasciar correre', rinunciando a qualsiasi sforzo di 'cambiare le cose', di salvare gli amori finiti, di andare d'accordo a tutti i costi con gli altri, di fare progetti, di darsi obiettivi, di correre dietro a qualcosa o a qualcuno. Le cose che devono accadere nella vita avvengono spontaneamente quando smetti di dirti dove andare, come fare, di lamentarti, chiedere consigli. È in questo stato che irrompe la felicità. » raffaele morelli
Vincitore nella sezione narrativa straniera del premio gregor von rezzori 2019niente del suo corpo è sfuggito al mio sguardo. Credevo che crescendo sarei diventata lei. Miglior traduttore lorenzo flabbi secondo la lettura «annie ernaux spiazza, incanta, commuove. Non consola. Coglie qualcosa che nessuno prima di lei ha colto con tanta esattezza, perché travalica i limiti temporali nella riformulazione di un tempo suo. » - teresa ciabatti, la lettura - corriere della sera «una domenica fanno un picnic sul ciglio di una scarpata, vicino a un bosco. Il ricordo di essere in mezzo a loro, in un nido di voci e di carne, di continue risate. Sulla strada del ritorno veniamo sorpresi da un bombardamento, io sono sulla canna della bicicletta di mio padre e lei scende lungo il pendio davanti a noi, la schiena dritta sul sellino affondato tra le natiche. Ho paura delle granate e che lei muoia. Credo che fossimo entrambi innamorati di mia madre. » pochi giorni dopo la morte della madre, annie ernaux traccia su un foglio la frase che diventerà l'incipit di questo libro. Le vicende personali emergono allora dalla memoria incandescente del lutto e si fanno ritratto esemplare di una donna del novecento. La miseria contadina, il lavoro da operaia, il riscatto come piccola commerciante, lo sprofondare nel buio della malattia, e tutt'attorno la talvolta incomprensibile evoluzione del mondo, degli orizzonti, dei desideri. Scritte nella lingua «più neutra possibile» eppure sostanziate dalle mille sfumature di un lessico personale, famigliare e sociale, queste pagine implacabili si collocano nella luminosa intersezione tra storia e affetto, indagano con un secco dolore – che sconvolge più di un pianto a dirotto – le contraddizioni e l'opacità dei sentimenti per restituire in maniera universale l'irripetibile realtà di un percorso di vita.
Una nuova avventura a tinte più nere che mai per il biblioterapeuta vince corso, un enigma che lo porta a smarrirsi tra le ombre e a interrogarsi sul potere minaccioso e salvifico delle parole. «il nuovo romanzo di fabio stassi conclude una trilogia dedicata al rapporto fra le storie e il mondo, partendo dai casi di vince conso, il 'biblioterapeuta' che si muove in una roma piena zeppa di citazioni e riferimenti» - la lettura questa storia è nata in un carcere. Un detenuto albanese mi rivelò, in un incontro, il vero significato dell'antico soprannome della mia famiglia, vrascadù. Avevo sempre creduto che volesse dire braccia cadute e fosse una contrazione del siciliano. Si trattava invece di una frase arbëreshë; il ragazzo mi consegnò la traduzione su una pagina strappata che ho portato con me per anni: uccido chi voglio. È il titolo di questo romanzo, e il motivo per cui comincia con un altro biglietto spedito da regina coeli. A scrivere a vince corso, che di mestiere cura la gente suggerendo libri da leggere, è un ergastolano di nome queequeg. Inizia così una settimana difficile, nella quale corso si troverà a un metro dalla follia e nel mezzo di un'indagine, ma da inquisitore a inquisito, come se oltre alla realtà anche l'alfabeto si fosse capovolto ed esistesse per davvero una porta magica tra i libri e la vita. Smarrito per roma, vince corso si addestra a perdersi, non a ritrovarsi. La sua è la testimonianza di un detective involontario che non riesce più a leggere il mondo che lo circonda. Un rapporto sulle ombre, e sul potere minaccioso e salvifico delle parole. Una lunga lettera al padre, dopo tante cartoline.
Cristina pisanu è una donna che ha raggiunto i suoi obiettivi: gestisce come hairstylist e con successo il salone oro y plata, ha un marito e due figli, parenti e amici con i quali condividere felicemente una quotidianità piena di impegni e soddisfazioni. Nonostante tutto, un destino tragico la attende: in seguito a un grave incidente, la sua vita è completamente stravolta. Perde tutto quello che, per la maggior parte di noi persone comuni, rappresenta l'essenziale: le proprie mani, le proprie gambe. In questa psicobiografia, si ripercorre l'esistenza di una donna fuori dal comune per la forza e la tenacia con le quali è riuscita a superare un ostacolo impensabile, ritrovando la voglia di vivere, la creatività e l'amore, perché un tragico evento non è detto che sia la fine, ma un nuovo, appassionante inizio.
C'è un'isola, in giappone, che detiene un singolare e felice record mondiale: oltre ventiquattro centenari per ogni centomila abitanti. L'isola è quella di okinawa e i due autori di questo libro, héctor garcía e francesc miralles, hanno condotto anni di studio sul luogo, desiderosi di individuare le cause di questa straordinaria eccezione. Quello che hanno scoperto è che i suoi abitanti conducono una vita semplice e all'aria aperta, seguono un'alimentazione sana e naturale, dedicano molto tempo a coltivare amicizie e rapporti umani. Ma c'è un altro ingrediente segreto, che rende la loro vita lunga e serena: l'ikigai, la propria ragione d'essere, ciò che ci spinge ad alzarci dal letto ogni giorno, la felicità nel fare quello che amiamo. Un concetto all'apparenza semplice ma per niente scontato nei fatti. Tutti custodiamo nel profondo il nostro ikigai, qualcuno lo ha già individuato, qualcuno no. Qui sta la forza rivoluzionaria di questo libro: un manuale semplice e allo stesso tempo pratico e poetico per mettere a fuoco la nostra spinta interiore, per scoprire i segreti di longevità della filosofia giapponese e imparare ad applicarli anche nella nostra vita.
Annabel percy è la figlia di un potente politico in cerca di trasgressione, e inizia a frequentare un motociclista pur sapendo che è la persona sbagliata per lei. Ma si ritrova a vivere un incubo quando viene rapita e trasportata in un inferno che non avrebbe mai immaginato. Nato e cresciuto nel club di motociclisti hell's raiders, nathaniel «reverend» malloy darebbe la vita per i suoi compagni. Ma quando diventa l'inaspettato salvatore della prigioniera di un club rivale, rev accetta la missione di prendersi cura della guarigione di annabel e di proteggerla dagli incubi che la tormentano. Quando annabel guarisce, si accorge con sorpresa che si sta innamorando dell'uomo affascinante che l'ha salvata. Di fronte alla loro impossibile attrazione, riuscirà ad accettare il suo stile di vita, o rev si allontanerà dalla vita che ha sempre conosciuto per la donna che non avrebbe mai dovuto amare?
Il maestro apicoltore alessandro pistoia accompagna professionisti e appassionati alla conoscenza del 'superorganismo' alveare e dell'allevamento delle api. In modo chiaro e puntuale, grazie alla sua decennale esperienza e competenza in materia, l'autore tratta il mondo dell'apicoltura a 360 gradi fornendo le basi per chi si approccia alla materia, ma anche nozioni e indicazioni tecniche che soddisferanno gli apicoltori più esperti. Se l'indice del volume riporta le medesime 5 sezioni dell'edizione precedente (tecniche di allevamento delle api; prodotti dell'alveare; difesa dell'alveare; commercializzazione dei prodotti; calendario dei lavori in apiario e in laboratorio) le novità all'interno sono davvero importanti. Pistoia illustra infatti la nuova tecnica di allevamento con l'arnia cattedrale, dà indicazioni su come garantire il benessere delle api, condizione che permette di ottenere una maggiore qualità dei prodotti apistici, spiegando poi come trasformarli per ottenere pane delle api, miele, propoli. ; affronta le emergenze sanitarie e le nuove minacce per la salute dell'apiario (il piccolo coleottero aethyna tumida e la vespa velutina), dando anche un prezioso aggiornamento sulla difesa dall'acaro varroa. Chi acquista il libro può scaricare gratuitamente, sul proprio smartphone o tablet (android e ios), la versione digitale del calendario dei lavori dell'apicoltore arricchita da video e fotografie. Si avranno così sempre a portata di mano i consigli del maestro apicoltore, per operare in modo corretto in apiario e in laboratorio.
Dopo il padre e la madre, massimo recalcati indaga la figura del figlio. Un libro fondamentale che completa una trilogia di grande successo. Massimo recalcati lavora sulla fisionomia psichica dei figli nel mondo di oggi e indica la possibilità di un superamento dell'edipo, a partire dalla parabola evangelica del figliol prodigo, che apre una possibilità invisibile al mito greco: quella del ritorno alla legge del padre e della capacità del padre di festeggiare quel ritorno. Perché i nostri figli vivono immersi in un mondo che mai come oggi è quello del godimento cieco e vuoto, e a volte sembrano lontani, forse perduti. Tuttavia, come recalcati indica, attingendo alla sua esperienza clinica, ma anche lavorando su figure di figlio come amleto o isacco, c'è sempre la possibilità che un figlio si ritrovi, e venga ritrovato.