Sinossi Libro
In una stanza d'ospedale nel cuore di manhattan, davanti allo scintillio del grattacielo chrysler che si staglia oltre la finestra, per cinque giorni e cinque notti due donne parlano con intensità. «un romanzo perfetto, nelle cui attente parole vibrano silenzi. Mi chiamo lucy barton offre una rara varietà di emozioni, dal dolore piú profondo fino alla pura gioia». - claire messud, the new york times «strout si conferma una narratrice grandiosa di sfumate vicende famigliari, capace di tessere arazzi carichi di saggezza, compassione, profondità. Se non l'avesse già vinto con olive kitteridge, il pulitzer dovrebbe essere suo per questo nuovo romanzo». - hannah beckerman, the guardian deve essere il sistema che adottiamo quasi tutti per muoverci nel mondo, sapendo e non sapendo, infestati da ricordi che non possono assolutamente essere veri. Eppure, quando vedo gli altri incedere sicuri per la strada, come se non conoscessero per niente la paura, mi accorgo che non so cos'hanno dentro. La vita sembra spesso fatta di ipotesi. - elizabeth strout da tre settimane costretta in ospedale per le complicazioni post-operatorie di una banale appendicite, proprio quando il senso di solitudine e isolamento si fanno insostenibili, una donna vede comparire al suo capezzale il viso tanto noto quanto inaspettato della madre, che non incontra da anni. Per arrivare da lei è partita dalla minuscola cittadina rurale di amgash, nell'illinois, e con il primo aereo della sua vita ha attraversato le mille miglia che la separano da new york. Alla donna basta sentire quel vezzeggiativo antico,