Gibilterra, 1815: il porto è un'immensa distesa deserta, nessun segno della vita di un paese in tempo di guerra. Tutti gli occhi sono puntati all'orizzonte, sulla media distanza, dove una nave ammiraglia inglese ha appena virato, mettendosi con mure a dritta. Un'insegna familiare sventola sull'albero maestro: quella del comandante jack aubrey. In città lo attende un nuovo incarico, qualcosa che metterà a dura prova lui e il suo equipaggio. Napoleone è da poco fuggito dall'elba e sta raccogliendo consensi, vuole tornare al potere. Si parla di trecentosessantamila uomini, cinque corpi d'armata lungo la frontiera settentrionale, trentamila soldati su quella meridionale. E non solo. Anche nelle remote terre arabe qualcosa sembra covare nell'ombra: forse un'alleanza musulmana che pare spalleggiare bonaparte, e che coinvolge gli stati della barberia, algeri, tunisi, persino il marocco e il piccolo regno di azgar. Non c'è che dire, il quadro è a dir poco disastroso: l'inghilterra deve correre ai ripari, se non vuole essere travolta. Ma come? A aubrey non resta che partire per una nuova missione sull'amata surprìse, con l'aiuto dell'amico di sempre, il chirurgo di bordo stephen maturin, e del nuovo arrivato, il dottor jacob, un giovane che vanta una perfetta conoscenza del turco e dell'arabo, oltre ad amicizie altolocate. Cosa gli riserverà, questa volta, il destino?