È il 1963 in un piccolo borgo della campagna romagnola, dove il tempo sembra essersi fermato. Gigi ha 10 anni e a farlo sognare sono la bicicletta blu da ventimila lire vista in una vetrina, e che la sua famiglia non può permettersi, e la sua amica allegra, figlia del direttore della banca da poco trasferito in paese. Il padre vende bestiame, ma gli affari vanno male, il nonno, reduce della prima guerra mondiale, impugna il fucile a ogni occasione e il diabolico fratellino enrico riesce a spacciarsi per un angioletto e ad averle sempre tutte vinte. Gigi si inventa mille lavori per comprarsi l'oggetto dei suoi sogni, muovendosi in un mondo pieno di personaggi sgangherati, come il carlino con il suo testicolo enorme, il
È il 1963 in un piccolo borgo della campagna romagnola, dove il tempo sembra essersi fermato. Gigi ha 10 anni e a farlo sognare sono la bicicletta blu da ventimila lire vista in una vetrina, e che la sua famiglia non può permettersi, e la sua amica allegra, figlia del direttore della banca da poco trasferito in paese. Il padre vende bestiame, ma gli affari vanno male, il nonno, reduce della prima guerra mondiale, impugna il fucile a ogni occasione e il diabolico fratellino enrico riesce a spacciarsi per un angioletto e ad averle sempre tutte vinte. Gigi si inventa mille lavori per comprarsi l'oggetto dei suoi sogni, muovendosi in un mondo pieno di personaggi sgangherati, come il carlino con il suo testicolo enorme, il 'morto' che, dato per defunto, era poi ricomparso tra lo sconcerto generale, e la vecchia 'tugnina', con le sue favole, invariabilmente concluse dall'uomo nero che si mangia tutti. Fino a quando, in un pomeriggio di ottobre, l'uomo nero esce dalle fiabe per porre fine alla spensieratezza dell'infanzia. E quel meraviglioso 1963 diventa l'anno in cui tutto cambia.
Il fratellino furbo riesce sempre a fargli fare brutta figura. Il papà vende bestiame e sogna marilyn, ma affari non ne fa. Il nonno, reduce di guerra, ha sempre il fucile in mano. La mamma sforna crostate buonissime e riesce a far vivere con dignità la famiglia sempre più povera. Lui vive in un mare di storie e inventa mille lavori per comprarsi un giorno l'oggetto dei suoi sogni. Poi arriva allegra, bella e diversa, e gigi sente finalmente che anche lui può conquistare la luna. La bellezza e l'amore, il male e il dolore irrompono insieme nella sua vita. E quel meraviglioso 1963 diventa l'anno in cui tutto cambia. Per sempre. Un romanzo che svela il passaggio misterioso e crudele dalla luce dorata dell'infanzia, come una porta che si chiude. E insieme ne mantiene lo splendore.
Una storia d'amore e d'amicizia lunga una vita, sullo sfondo dei grandi eventi che hanno segnato la storia del secolo scorso. Amerigo è cresciuto in una nostrana macondo abitata da braccianti, boscaioli e personaggi fiabeschi. È un ribelle, e dicono sia figlio di buffalo bill. Forse è destinato a compiere grandi imprese, forse è solo incapace di salvarsi. San sebastiano in alpe, paese dell'appennino romagnolo, 1906. Amerigo ha nove anni e sua madre l'ha chiamato cosi perché l'ha concepito in america. Quando il wild west show fa tappa a ravenna, lei decide di portare il figlio a conoscere suo padre. Buffalo bill però non accetta di incontrarlo e questo rifiuto spinge il già inquieto amerigo a schierarsi per sempre 'dalla parte degli indiani'. Con mariano e rachele si dipinge il viso, e scorrazzando per i boschi sogna di fare la rivoluzione. Ma la storia divide le strade di questi amici inseparabili, travolti dalle burrasche del novecento: le lotte di classe, il fascismo, le guerre mondiali. Con grande potenza evocativa, 'stirpe selvaggia' mette in scena un protagonista struggente come un eroe romantico, eppure modernissimo. Diviso, come ognuno di noi, tra l'affermazione di sé e la rinuncia, tra la solitudine e il bisogno d'amore.
Nel freddo implacabile di una terra da occupare, razziare, distruggere, dove la leggendaria strega baba jaga diventa lo spettro di ogni crudeltà, la campagna napoleonica di russia è per francesco una discesa agli inferi, un incubo a cui cerca di sfuggire insieme a berto, il cavallo da tiro che ha in custodia. Un impietoso viaggio nel luogo in cui ogni umanità è annientata: dal gelo, dalla fame, da un primordiale istinto di sopravvivenza. Con il nitore di una lingua asciutta e lirica nello stesso tempo, eraldo baldini scrive un romanzo dove a fare paura, questa volta, è il mistero stesso dell'esistenza: la lotta ostinata contro la morte che, proprio mentre spoglia di ogni dignità, accende un sentimento di rivalsa.
Primi anni cinquanta, una sperduta località nell'appennino. Nazario, guardia forestale, ha la passione dei lupi. Li osserva, li studia. Lontano, in città, ha una moglie e una figlia che i medici dichiarano incurabile. Nazario viene accolto con gentilezza da una comunità che vive appartata dal mondo, in una valle. Appartata, ma con un commercio fiorente: il loro vino straordinario, frutto di vigne molto antiche. Per caso, però, la guardia forestale scopre che dietro quelle vigne ci sono riti inquietanti, e segreti orribili che nessuno deve conoscere.
Faccia di sale è una cruda parabola sul lato oscuro presente in ognuno di noi, e sulla necessità di far trionfare la luce. È l'anno del signore 1699 e il progetto di ricostruire una nuova città sul mare è stato finalmente realizzato. Sul luogo in cui sorgeva quella vecchia rimane solo la cattedrale, la chiesa di nostra signora delle acque, sentinella solitaria della memoria e di terreni ormai vuoti e impaludati. Luigi derigo ha seguito ogni fase dei lavori. Ha visto demolire e sorgere case, ha convinto la sua gente a lasciare quella terra ormai preda degli acquitrini e delle febbri, per spostarsi sulla nuova linea di costa. A lui è toccato occuparsi dei vivi e preoccuparsi dei morti, per garantire loro degna sepoltura nella cripta della cattedrale. Ma proprio la notte prima di trasferirsi derigo viene a conoscenza di un'orribile verità. Picchiato, sfigurato e creduto morto, viene buttato nella cripta, dove si risveglierà per iniziare un percorso prima di dolore e di terrore, poi di lenta guarigione del corpo, di vendetta e infine di risanamento dell'anima. Con il sopraggiungere del secolo dei lumi inizia dunque il suo lungo viaggio dentro le tenebre della solitudine, della follia e dell'odio, fino a una 'rinascita' a cui giungerà anche grazie all'aiuto di zi' pachina, una vecchia fattucchiera che conosce il cuore degli uomini.
Paura. La paura dell'ignoto. L'angoscia del passato. Il trauma del male. Tutto questo può nascondersi nel profondo della nostra psiche. E un giorno riemergere in un luogo fuori dallo spazio, un bosco intricato. E' il bosco in cui si ritrovano quattro reduci della grande guerra che per ritardare il reinserimento nella vita 'normale' decidono di lavorare come carbonai, ancora una volta insieme e divisi dal mondo. E sarà proprio in quel bosco che il loro rapporto verrà messo a dura prova da presenze misteriose, forse fantasmi dei giorni del fronte, forse oscure manifestazioni di una bestia mostruosa.
Bruno savini vive da single in un paese della provincia emiliana, è laureato in lettere e ha alle spalle velleità artistiche presto fallite e abbandonate. Si mantiene facendo l'autista di scuolabus e ha smesso di aspirare a qualcosa di meglio, perché si porta dietro le cicatrici di troppe difficoltà e delusioni. I suoi amici più fedeli, ormai, sono i bambini che ogni giorno trasporta a scuola. Attraverso le loro personalità, i loro piccoli e grandi drammi, rivive le vicende della propria infanzia. Vive immerso nei ricordi e nel passato, mentre una fitta nebbia avvolge sogni e speranze. Il ricordo di serena, la ragazza che lo ha lasciato da un anno, lo domina fino a trasformarsi in ossessione. Un'ossessione che diventa presto follia.
Anno del signore 1630. A lancimago, villaggio perso tra campi e acquitrini, gli abitanti aspettano con angoscia la peste che si avvicina. Per prepararsi al peggio, i monaci della vicina abbazia decidono di preparare una fossa comune. Ma durante i lavori di scavo trovano numerosi scheletri sepolti in modo strano, con legacci intorno agli arti e crani fracassati. La memoria collettiva non sa dire chi siano e i frati più anziani, interrogati, rispondono con un muro di reticenza e silenzio. Mentre, con poteri di commissario apostolico, arriva monsignor diotallevi, incaricato di allestire i cordoni sanitari per contenere il contagio, nelle paludi nebbiose, nei poderi smisurati e nelle boscaglie intorno cominciano a succedere cose inspiegabili e inquietanti: fuochi che paiono sospesi nell'aria, animali scomparsi, presunti untori che si aggirano tra le vigne. «È opera del demonio» dicono i paesani, e subito cercano streghe e fantasmi da combattere; ma c'è anche chi a satana si rifiuta di credere, e in nome della scienza perlustra i terreni a caccia di risposte. Eraldo baldini ci trascina in un mondo sospeso tra religiosità e superstizione, tormentato da paure ancestrali, in cui è impossibile distinguere il naturale dal sovrannaturale, i giusti dai colpevoli, i carnefici dalle vittime.