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Classifica Libri di Francesca Diotallevi

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Libri in questa classifica: 2

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Posizione in classifica: 1

Dentro Soffia Il Vento

Francesca Diotallevi

Narrativa italiana

Dentro Soffia Il Vento
«originale l'ambientazione: il borgo di saint-rhémy, tra le montagne della valle d'aosta, nel primo novecento, scosso dalla grande guerra. Attuali i temi: dai pregiudizi contro il 'diverso' al senso di 'comunità'. » - la repubblica «una storia d'amore e d'amicizia in cui la superstizione sembra rendere cieche le persone. » - la stampa «romanzo d'amore e tradimento ambientato ai tempi della grande guerra in uno scenario dai contorni onirici. » - il resto del carlino in un avvallamento tra due montagne della valle d'aosta, al tempo della grande guerra, sorge il borgo di saint-rhémy: un piccolo gruppo di case affastellate le une sulle altre, in mezzo alle quali spunta uno sparuto campanile. Al calare della sera, da una di quelle case, qualche «anima pia» esce a volte per avventurarsi nel bosco e andare a bussare alla porta di un capanno dove vive fiamma, una ragazza dai capelli così rossi che sembrano guizzare come lingue di fuoco in un camino. Come faceva sua madre quand'era ancora in vita, fiamma prepara decotti per curare ogni malanno: asma, reumatismi, cattiva digestione, insonnia, infezioni… infusi d'erbe che, in bocca alla gente del borgo diventano «pozioni» approntate da una «strega» che ha venduto l'anima al diavolo. Solo una persona, negli anni, ha avuto il coraggio di superare i pregiudizi della comunità e stringere, con fiamma, un'amicizia sincera: raphaël rosset. Ma raphaël, un giorno, è partito per la guerra e non è più tornato. A piangerlo è rimasto yann, suo fratello, che sembra nutrire per la strega dei boschi un singolare e apparentemente immotivato odio…
Punteggio: 905
               

Ultimo aggiornamento punteggio: 18/11/2021

Posizione in classifica: 2

Dai Tuoi Occhi Solamente

Francesca Diotallevi

Narrativa estera - Recente

Dai Tuoi Occhi Solamente
Candidato al premio strega 2019dopo dentro soffia il vento, francesca diotallevi dà un'ulteriore prova del suo talento con uno struggente, autentico romanzo sulla vita di una delle grandi artiste «invisibili» del xx secolo: vivian maier. «schiva al punto di scattare migliaia di fotografie senza svilupparle, morta ottantatreenne nel 2009, sola, senza un soldo e senza fama, vivian maier ha alimentato il suo mito con la sua invisibilità» - la repubblica «vivian era una donna sola. Se per scelta o per forza, rimane impossibile affermarlo con certezza. Ma non bastano la porta chiusa della sua stanza, le false generalità, il mondo vietato agli altri ad esaurire il quadro» - il manifesto new york, 1954. Capelli corti, abito dal colletto tondo, prime rughe attorno agli occhi, ventotto anni, vivian ha risposto a un'inserzione sul new york herald tribune. Cercavano una tata. Un lavoro giusto per lei. Le famiglie l'hanno sempre incuriosita. La affascina entrare nel loro mondo, diventare spettatrice dei loro piccoli drammi senza esserne partecipe, e osservare la recita, la pantomima della vita da cui soltanto i bambini le sembrano immuni. La giovane madre che l'accoglie ha labbra perfettamente disegnate con il rossetto, capelli acconciati in onde rigide, golfini impeccabili. Dietro il suo perfetto abbigliamento, però, vivian sa scorgere la crepa, il muto appello di una donna che sembra chiedere aiuto in silenzio. Del resto, questo è il suo lavoro: prendersi cura della vita degli altri. L'accordo arriva in fretta. A lei basta poco: una stanza dove raccogliere le sue cose; una città, come new york, dove potere osservare le vite incrociarsi sulle strade, scrutare mani che si stringono, la rabbia di un gesto, la tenerezza in uno sguardo, l'insopportabile caducità di ogni istante. Ed essere, nello stesso tempo, invisibile, sola nel mare aperto della grande città, a spingere una carrozzina o a chinarsi per raddrizzare l'orlo della calza di un bambino. Scrutare i gesti altrui e guardarsi bene dall'esserne toccata: questa è, d'altronde, la sua esistenza da tempo. Troppe, infatti, sono le ferite che le sono state inferte nell'infanzia, quando la rabbia di un gesto – di sua madre, marie, o di suo fratello karl, animati dalla medesima ira nei confronti del mondo – si è rivolta contro di lei. Sola nella camera che le è stata assegnata, vivian scosta le tende dalla finestra, lancia un'occhiata al cortiletto ombroso e spoglio nel sole morente di fine giornata, estrae dalla borsa la veronasua rolleiflex e cerca la giusta inquadratura per catturare il proprio riflesso che appare contro l'oscurità del vetro. È il solo gesto con cui vivian maier trova il suo vero posto nel mondo: stringere al ventre la sua macchina fotografica e rubare gli istanti, i luoghi e le storie che le persone non sanno di vivere.
Punteggio: 891
               

Ultimo aggiornamento punteggio: 14/07/2021

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