'terrore dagli abissi' è il primo di tre volumi che raccolgono tutti i racconti di mare di william hope hodgson. Hodgson fu il grande cantore dell'orrore legato al mare, ove realtà e fantasia fluttuano come le onde di un oceano in tempesta. Un orrore che arriva dall'oceano, simbolo di quell'abisso dal quale emergono le angoscianti creature dell'inconscio. Come dice pietro guarriello nella sua introduzione: 'dotato di una fantasia fuori dal comune, hodgson ci ha lasciato alcune delle pagine più originali e suggestive che possa offrirci la letteratura di genere, che lo rendono secondo forse solo a h. P . Lovecraft nell'adombrare squarci di realtà ignote e sconvolgenti visioni apocalittiche'.
Durante un viaggio in canoa sul danubio, due uomini sono costretti a fermarsi su un'isola a causa della corrente. Quello che doveva essere un tranquillo campeggio temporaneo si trasforma in un'esperienza inquietante e soprannaturale: i salici che ricoprono l'isola sembrano muoversi e bisbigliare, al soffio del vento, dando l'impressione di essere vivi; si percepisce la presenza di entità ostili invisibili e spaventose, che mettono in dubbio ogni capacità di raziocinio. La forza narrativa e la potenza evocativa delle immagini creano una tensione crescente nel lettore, il quale - come avviene per i due protagonisti - si troverà coinvolto in una battaglia tra il reale e il surreale. Gli eventi accaduti sono reali o frutto di un'immaginazione sovra-eccitata e suggestionabile? 'i salici' di algernon blackwood è un esempio riuscitissimo di wird fiction, al punto da essere definito da lovecraft come il miglior racconto del sovrannaturale di tutta la letteratura inglese.
Rovesciando la situazione di dracula, vampiro nel mondo degli uomini, matheson immagina un uomo solo in un mondo di creature mostruose, dando vita a uno degli scenari più fortunati della letteratura e del cinema novecentesco. Robert neville è probabilmente l'ultimo uomo vivente sul pianeta. Eppure non è solo. Un morbo incurabile ha trasformato uomini, donne e bambini in vampiri assetati di sangue. Di giorno robert attraversa le rovine della civiltà, seguendo le tracce dei mostri come un cacciatore sulle orme della preda, li studia, sperimenta nuovi modi per sterminarli. Di notte si barrica in casa, assediato dalle creature delle tenebre, e implora che sorga presto il sole. Rovesciando la situazione di dracula, vampiro nel mondo degli uomini, matheson immagina un uomo solo in un mondo di creature mostruose, dando vita a uno degli scenari più fortunati della letteratura e del cinema novecentesco. Quello che – con la sua scrittura ossessivamente cristallina, asciutta, ipnotica – matheson dipinge è un mondo apocalittico, straniato, nel quale ogni valore e ogni certezza vengono stravolti. Chi sono i buoni e chi i cattivi? Ci sono davvero dei buoni e dei cattivi? O ci sono solo eventi e creature che sfuggono alla comprensione razionale e alla catalogazione scientifica? L'orrore, suggerisce matheson, ci abita accanto.
Pauline (1838) è uno dei primi romanzi scritti da alexandre dumas padre in cui lo scrittore utilizza numerosi temi, ambientazioni ed espedienti propri ai testi gotici che in quello stesso periodo divennero molto popolari in inghilterra e in germania. Pagina dopo pagina ci si imbatte così in un castello in rovina, tra fitti boschi e sentieri perduti, in spietati banditi, in un'eroina quasi sepolta viva, in un'inquietante sostituzione di cadaveri e in un'abbazia colma di passaggi segreti – elementi che qualche anno dopo dumas riutilizzerà e approfondirà nel suo più celebre montecristo. Prendendo a tratti ispirazione dal romanzo d'avventura e dal giallo, e sfruttando la struttura narrativa della cornice, pauline immerge il lettore nei meandri di un'esperienza avvincente, invitandolo a sbrogliare i fili di un'affascinante indagine e conducendolo passo dopo passo verso la risoluzione di un'oscura vicenda. La storia ha inizio nel 1834, quando alexandre dumas, personaggio del libro e narratore, incontra il suo vecchio amico alfred de nerval che gli confida la sorprendente vicenda di pauline, morta un anno prima. Qual era il segreto che celava quella giovane donna dalla carnagione spettrale e i cui occhi esprimevano una profonda tristezza? Chi era veramente il conte horace de beuzeval, il suo strano e oscuro marito? E come spiegare le ripetute assenze di quest'ultimo? Queste le domande a cui alfred de nerval promette di rispondere quando ritrova pauline rinchiusa nelle segrete di un'abbazia, con una fiala di veleno come unica consolazione.
Una nuova traduzione arricchita dalle illustrazioni originali di hugo steiner-prag e da un corredo di note attente ai significati occulti del capolavoro di meyrink: il golem, l'antico essere artificiale creato dalla magia di un rabbino, riprende vita grazie allo scambio di un cappello nel duomo di praga, squarciando il velo che separa il mondo reale da quello oscuro e segreto dei sogni.
E . T . A . Hoffmann è noto come lo scrittore del meraviglioso, il genio della fantasia romantica che riversa a piene mani nelle sue storie esseri fiabeschi e demoniaci, spiriti e bambole meccaniche, che si insinuano nelle linde e comode stanze di focolari borghesi portando un dubbio che gela il sangue: che dietro l'ordinato e teutonico scenario reale si spalanchi un mondo di ombre perturbanti. Su questa dicotomia si basa la scrittura, e la vita stessa, di hoffmann, che lavorò a lungo come giurista per l'amministrazione prussiana: da un lato la squallida burocrazia senza volto né anima, fatta di puntigliosa esattezza protocollare; dall'altro la fantasmagorica immaginazione che apre alla dimensione dell'infinito attraverso l'unico mezzo in grado di riscattare il grigiore della storia, l'arte.
E . T . A . Hoffmann è noto come lo scrittore del meraviglioso, il genio della fantasia romantica che riversa a piene mani nelle sue storie esseri fiabeschi e demoniaci, spiriti e bambole meccaniche, che si insinuano nelle linde e comode stanze di focolari borghesi portando un dubbio che gela il sangue: che dietro l'ordinato e teutonico scenario reale si spalanchi un mondo di ombre perturbanti. Su questa dicotomia si basa la scrittura, e la vita stessa, di hoffmann, che lavorò a lungo come giurista per l'amministrazione prussiana: da un lato la squallida burocrazia senza volto né anima, fatta di puntigliosa esattezza protocollare; dall'altro la fantasmagorica immaginazione che apre alla dimensione dell'infinito attraverso l'unico mezzo in grado di riscattare il grigiore della storia, l'arte.
Non è morto ciò che in eterno può attendere. E col passar di strani eoni anche la morte può morire. Redatto nell'viii secolo a damasco da un pazzo yemenita, il «necronomicon» contiene la storia dei grandi antichi e le parole per invocarli. È un libro maledetto, demoniaco. Soprattutto è un libro inventato dalla fervida fantasia di h. P . Lovecraft.
Il maestro ichabod crane giunge nella colonia olandese di tarrytown e s'innamora della giovane katherine van tassel. Ma strane leggende circolano in quel villaggio, tra cui quella del cavaliere senza testa, che la notte si aggira per i boschi, e ichabod avrà presto modo di fare la sua conoscenza. Una dark story che ha ispirato numerose riduzioni cinematografiche, non ultima quella di tim burton (