2075. Colonizzata da decenni, la luna ospita diverse città sotterranee, i cui abitanti conducono una vita dura, sia per le avverse condizioni ambientali, sia per il dispotico dominio della terra. Ma gli uomini che hanno attraversato lo spazio per aprire una nuova frontiera non sono disposti a tollerare un giogo sempre più opprimente e si organizza così un moto indipendentista.
Therese, giovane donna ossessionata dal trascendente, ha abbandonato lavoro e affetti per rinchiudersi in una camera d'albergo, intenzionata a non uscire né comunicare con l'esterno finché non avrà risolto l'enigma che la assilla sin dall'infanzia. Nel farlo, lavora convulsamente a una lettera gremita di ritagli, fotografie, diagrammi, schizzi e correzioni; il risultato è un romanzo che ibrida confessione privata e pamphlet filosofico, giallo a chiave e libro illustrato, per raccontare una storia di profonda tensione esistenziale.
È in una serata di settembre, nei wisconsin, che appare l'uomo illustrato. È ormai anziano, cerca un lavoro. Invano. Tutti fuggono da lui quando osservano gli strani, bellissimi disegni di cui è ricoperta la sua pelle. Non sono tatuaggi ma opere d'arte. O forse di stregoneria. A guardarle a lungo, quelle figure si animano, raccontano storie. Non storie qualunque: svelano a ciascuno ciò che lo attende, la storia della sua vita e della sua morte. La sfrenata fantasia di ray bradbury trascina il lettore in un mondo futuribile e tanto più inquietante.
Dall'autore di perché siamo antipatici? Il libro che spiega il divorzio tra i cittadini e la politica«se in tante democrazie il popolo è in rivolta verso l'establishment, se in america gli operai hanno preferito lo scorrettissimo miliardario trump alla correttissima democratica clinton, se nel regno unito le periferie e le campagne hanno decretato la vittoria della brexit, se in francia i ceti popolari guardano a marine le pen, se tutto ciò accade, il divorzio fra sinistra e popolo non può più essere pensato come un fenomeno solo italiano. »dodici anni dopo la pubblicazione di perché siamo antipatici? Luca ricolfi torna sui temi che hanno fatto unanimemente apprezzare la sua ricerca, ripercorrendo i cambiamenti sociopolitici degli ultimi quarant'anni, dalle origini della globalizzazione alla crisi delle economie avanzate, per arrivare a una dolorosa, stringente riflessione: ovunque in occidente il popolo cerca protezione dalle conseguenze della crisi e dalle fragilità dello scenario globale, ma la sinistra inevitabilmente impegna le sue energie per sminuire i problemi che gli elettori percepiscono come principali: disoccupazione, politiche di austerità, immigrazione, terrorismo. Se dunque, al di qua quanto al di là dell'atlantico, i cittadini alzano aggressivamente la testa nei confronti di una sinistra impotente quando non addirittura cieca di fronte all'onda montante di paura che li travolge, non è così strano che il populismo si proponga come risposta, per quanto sommaria e inadeguata, alle angosce del presente.
Una crepa divide il mondo dei vivi da quello dei morti su questa crepa sorge northampton, la città inglese che ha dato i natali ad alan moore, epicentro di questa monumentale opera polifonica. È qui che l'umanità abbraccia l'abisso, dando vita a storie che intrecciano le visioni di william blake ai vortici di james joyce, le nere periferie di charles dickens ai vuoti lunari di samuel beckett. Dal creatore di watchmen e v per vendetta, un romanzo che sfida i canoni della letteratura contemporanea.
I discorsi, le massime, le preghiere, le iperboli di papa belardo e del cardinale voiello concentrati in uno smagliante, sovversivo «vangelo apocrifo». Dalle molte ore di narrazione di the young pope, che racconta il cammino di lenny belardo, eletto papa pio xiii, paolo sorrentino ha estratto il filo musicale di un libro autentico, da gustare in ogni pagina. In un testo breve, un mondo immenso. Parole del giovane papa, del suo segretario di stato e dei piú stretti comprimari. Parole che fanno ridere e pensare. A volte, mettono i brividi. Una sorpresa per chi ha già visto la serie tv, un meditato invito per tutti.
Succede sempre così, un giorno di settembre, qualcuno commette una stranezza più strana delle solite stranezze, e da quel momento, per un mese, a volte due, da fairy oak è bandita la normalità. La chiamano
A bishop's lacey, il paesino addormentato dove dimora l'undicenne flavia de luce, qualche scompiglio e un po' di bizzarria sono portati da una strana coppia. Sono rupert porson e la compagna nialla: un guitto che recita spesso quando parla e una maliarda dai capelli rossi, burattinai di fama televisiva, con il loro furgone pieno di marchingegni teatrali e marionette. Ma che ci fanno i due in quell'angolo di tradizione incastrato nella campagna inglese anni cinquanta? Davvero sono lì solo per recitare ii fagiolo magico in parrocchia? A flavia basta un'ombra di mistero per eccitarsi e le sue due passioni convergenti del delitto e della chimica trovano uno sfogo comune. E infatti è la chimica a offrirle il primo spunto per le sue scoperte indiscrete e curiose. Fuggendo ad ogni momento dal maniero semirovinato, dove il suo tempo trascorre tra il laboratorio, un litigio con le sorelle e un tè con il padre, incontra strane persone: una matta che gira per il bosco e sembra conoscere segreti, un tedesco ex prigioniero di guerra bello come un dio; orecchia di nascosto sospette conversazioni; apprende dal dolore insano di una madre la storia di un bambino morto impiccato. Fino a che si trova ad essere spettatrice di un'altra, clamorosa, morte, carica di un sinistro simbolismo, continuazione forse di un più antico enigma. «È normale a 11 anni essere inaffidabile» ma stavolta flavia rischia grosso.
Guareschi è tenente di artiglieria quando, all'indomani dell'8 settembre, rifiuta di giurare fedeltà alla repubblica sociale italiana e viene fatto prigioniero dai tedeschi. Comincia così quella che diventerà l'esperienza più importante della sua vita, che lo trasformerà da semplice umorista in autore capace di uno sguardo profondo e umano sulla realtà e gli individui che lo circondano. Durante l'internamento in germania guareschi decide di tenere un diario, di scrivere storie e aneddoti che legge ai compagni girando di baracca in baracca - per regalare un sorriso, per addolcire la malinconia, per far dimenticare almeno un po' la fame e dare a ciascuno la possibilità di sentirsi ancora libero. La cronaca di anni terribili, arricchita dal tono ironico e delicato del maestro della bassa, ripercorre la vita quotidiana degli internati italiani, riflettendo il valore e la dignità di tutti coloro che sono stati costretti alla prigionia.