«lascerò che il mio diario cresca come cresce il pensiero, come crescono gli alberi e gli animali, come cresce la vita. Chi l'ha detto che un libro deve raccontare una storia seguendo una monotona linea retta? Le parole dovrebbero vagare e serpeggiare. Volare come gufi, saettare come pipistrelli, scivolare furtive come gatti. Mormorare e urlare, danzare e cantare. A volte, invece, non dovrebbero proprio esserci parole. Solo silenzio. Solo puro spazio bianco. »«per me, mina è sempre stato il personaggio più importante di 'skellig'» – david almond«tutti abbiamo incontrato una mina, almeno una volta nella vita, che dall'alto del suo (metaforico) albero guarda giù, il mondo, e si fa domande, e ci sussurra quanto tutto ciò sia bello. Un libro meraviglioso. Anche meglio di 'skellig'» – marcus sedgwick, the guardian«non c'è nessuno, oggi, che somigli a david almond nella letteratura per ragazzi e in quella per adulti. Sa rendere anche la frase più semplice un'opera d'arte» – the times«uno scrittore che non ha paura di guardare in faccia e raccontare il mistero, la paura, il male. Almond scrive per ragazzi con un coraggio e un'onestà emotiva e intellettuale rara nei libri dedicati a loro» – giorgia grilli, la stampamina la stramba, mina indisciplinata, mina la pazza. Mina coraggiosa, meravigliosa mina, mina ribelle. Di certo mina non si può etichettare. Se ne sta sul suo albero a osservare gli uccelli, il mondo e la straordinaria vita che scorre sotto le sue gambe a penzoloni. Sa che non potrà stare per sempre lassù, che prima o poi dovrà scendere, tornare a scuola, farsi qualche amico, accettare che il suo papà sia in un luogo da cui non si può fare ritorno. Ma intanto, dall'alto del suo rifugio, mina riflette: sui misteri del tempo, sulla vita, sul dolore della perdita, su dio e. Sugli strudelini ai fichi! Tutto finisce nel suo diario, che è proprio questo qui, che avete fra le mani. Ma attenzione, bisogna essere pronti a incontrare mina, bisogna essere disposti a guardare dritto nel sole, o nella luna, pronti a sentirsi indifesi e insieme coraggiosi, e soprattutto pronti ad accettare «la bellissima bellezza del mondo», anche quando tutto intorno a noi sembra volerla oscurare.