La vita può cambiare, all'improvviso. Può stupirci e riscattare un passato che il destino ci ha costretto a vivere senza appello. Lo fa solo attraverso la forza umana più grande: l'amore. È proprio l'amore per la moglie che non c'è più a guidare il vecchio moses. Anche nel tempo in cui l'esistenza lo mette di fronte alle colpe di un'intera vita, giurata all'odio contro il diverso. Quel diverso che ha la pelle nera e che lui ha dovuto sacrificare nel nome di un padre, della sua gente e di una missione da condurre, nella terra di un dio senza perdono. È un amore che affonda nel ricordo e che porta moses a rivivere le tappe di un'infanzia segnata da un primo incontro: quello con l'insolente, un ragazzo suo coetaneo, forse un 'dio nero che non si prende'. Lì moses capisce che 'odio e gratitudine possono essere unica cosa', lì nasce il conflitto che non lo abbandonerà più. Fino alla notte di una vecchiaia ormai compiuta. In quella notte tutto cambia. Arrivano dei nuovi vicini di casa, e una donna 'con l'oro nelle mani e la danza sulla pelle' che custodisce un segreto: il segreto che spingerà moses ad affrontare finalmente il passato. È grazie a questo secondo incontro che gli occhi e il cuore di moses vedranno ciò che non hanno mai voluto vedere. Solo così l'amore per quella moglie scomparsa diventerà l'unica forza per arrivare alla verità.
Camden town è una promessa, un viaggio, la ricerca di qualcosa che è sfuggente, impalpabile ma che pesa gravemente sul cuore. Carla è una donna alla fine dell'amore e il suo peregrinare disperato segue una scia di
Monaco di baviera, 1982. Vladimir karcev è uno scrittore sovietico dissidente in esilio, e un giorno, un po' per caso, un po' per bizzarra volontà del destino, scopre che una misteriosa agenzia organizza viaggi nel futuro. Decide così di partire per la mosca del 2042. L'unione sovietica è ora governata da un nuovo leader, il genialissimus, uscito vincitore dalla grande rivoluzione d'agosto, e mosca è diventata una città-stato (mosco-rep) in cui il comunismo è stato finalmente realizzato. O almeno questa è la versione ufficiale. La realtà è che il
E' la cronaca, trasfigurata in senso lirico e meditativo, di un soggiorno coatto in lucania, cui l'autore fu costretto negli anni 1935-1936, perché militante di giustizia e libertà e condannato per attività antifascista.
Luca lazzarini detto lazzaro ha ventisei anni, un'auto a metano e un sacco di problemi. Vive in un paesino sprofondato nella bassa padana, è ancora vergine, certo non bello e di una timidezza patologica. Vivacchia luca, lavora a testa bassa per dimenticare i suoi insuccessi, non riesce a farsi valere neppure sul lavoro e le sue serate sono fatte di pochi amici fidati e qualche partitella a carte con i vecchietti del circolo arci. Un fratello ritardato di cui vergognarsi e una madre che ancora non gli ha perdonato di essersene andato di casa completano il quadro. Ma di tempo luca non ne ha più. Una brutta tosse trascurata, lunghe analisi mediche e una diagnosi che non lascia scampo. Insieme all'angoscia e alla paura arriva, però, anche la fede e ha la voce di don edoardo, il sacerdote degli anni del catechismo, perso di vista da anni. Ed è questo incontro a far nascere in lazzaro il desiderio di voler dare un senso al tempo che gli rimane. E così, anche l'incontro con anna, prostituta dal viso bellissimo e dall'atroce passato, riesce a fargli superare definitivamente la paura di vivere e di morire.
La vita memorabile di max ophuls finisce violentemente a los angeles nel 1993, quando viene assassinato dal suo autista, un musulmano che si fa chiamare shalimar il clown. Un delitto politico, apparentemente, visto che ophuls era a capo dell'antiterrorismo americano. Ma forse c'è dell'altro. Ophuls è una figura di spicco, uno degli 'architetti' del mondo contemporaneo, eroe della resistenza contro i nazisti in francia, economista di fama, scrittore di successo, membro dei servizi segreti. E per un certo periodo anche ambasciatore americano in india, dove origina la sua rovina, dovuta a un'altra delle sue qualità: quella di amante irresistibile e vorace.
Cosa resta di una coppia dopo quindici anni di matrimonio? Il tempo è davvero nemico della passione? Il matrimonio è inevitabilmente una parabola? È veramente impossibile resuscitare gli ardori dei primi tempi? Gaspare silvestri, detto lo zebra, non è affatto propenso ad accettare questi luoghi comuni: a quindici anni dalla marcia nuziale decide di non rassegnarsi al declino della passione e di non accontentarsi di una tiepida complicità da vecchi sposi. Con metodi bizzarri e stratagemmi rocamboleschi, senza temere di cadere nel ridicolo, si lancia alla riconquista di camilla, nel tentativo di diventare ciò che ogni uomo non dovrebbe mai smettere di essere: l'uomo dei sogni della propria moglie. E in questa battaglia nemmeno la morte rappresenta un ostacolo per lui.