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Julien Tromeur


Classifica Libri CATEGORIA (E SOTTOCATEGORIE)

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Libri in questa classifica: 315

Pagina 7 di 32

Posizione in classifica: 61

La Divina Commedia Di Dante Alighieri

Gustave Doré

Classici, poesia, teatro e critica - Letteratura: teoria

La Divina Commedia Di Dante Alighieri
'un'illustrazione di vastità universale, un'illustrazione che sia anche un microcosmo': così jorge luis borges descrive il poema di dante, e aggiunge: 'non c'è cosa sulla terra che non sia anche lì, ciò che fu, ciò che è e ciò che sarà, la storia del passato e quella del futuro'. Come non pensare che lo scrittore argentino avesse in mente, parlando della commedia, le incisioni di gustave doré? Questo volume le riproduce in forma integrale, legando le immagini con didascalie narrative che consentono di ripercorrere il viaggio dantesco 'leggendo' le tavole. Pubblicate, grazie all'opera di decine di artigiani incisori, tra 1861 e 1868, le centotrentacinque illustrazioni (più una, il ritratto di dante) riscossero da subito un grande, meritato successo, tanto da disegnare i regni d'oltretomba nell'immaginario di più generazioni. Forse solo michelangelo, nelle sue illustrazioni perdute per la commedia, aveva saputo rendere con energia paragonabile la plasticità tormentata dei corpi dei dannati, solo botticelli la grazia e la leggerezza angelica dei beati. Impareggiabile resta la capacità di doré di creare paesaggi inediti, dai mostruosi antri infernali mai toccati dal sole alla luminosità rarefatta dell'empireo.
Punteggio: 953
                

Ultimo aggiornamento punteggio: 25/03/2020

Posizione in classifica: 62

Leggenda Privata

Michele Mari

Classici, poesia, teatro e critica - Studi sociali

Leggenda Privata
L'accademia dei ciechi ha deliberato: michele mari deve scrivere la sua autobiografia. O, come gli ha intimato quello che gorgoglia, «isshgioman'zo con cui ti chonshgedi». Se hai avuto un padre il cui carattere si colloca all'intersezione di mose con john huston, e una madre costretta a darti il bacino della buonanotte di nascosto, allora l'infanzia che hai vissuto non poteva definirsi altro che «sanguinosa». Poi arriva l'adolescenza, e fra un viscido bollito e un mottarello, in trattoria, avviene l'incontro fatale: una cameriera volgarotta e senza nome che accende le fantasie erotiche del futuro autore delle 'cento poesie d'amore a ladyhawke'. Ma è davvero una ragazza o un golem manovrato da qualche entità? Assieme a lei, in una «leggenda privata» documentata da straordinarie fotografie, la famiglia dell'autore e il suo originalissimo lessico. E poi la scuola, la cultura a milano negli anni sessanta e settanta, e alcune illustri comparse come dino buzzati, walter bonatti, eugenio montale, enzo jannacci e giorgio gaber. Chiamando a raccolta tutti i suoi fantasmi e tutte le sue ossessioni (fra cui un numero non indifferente di ultracorpi), michele mari passa al microscopio i tasselli di un'intera esistenza: la sua. Un romanzo di formazione giocoso e serissimo che è anche un atto di coerenza verso le ragioni più esose della letteratura.
Punteggio: 953
                

Ultimo aggiornamento punteggio: 14/12/2024

Posizione in classifica: 63

On Writing
Autobiografia Di Un Mestiere

Stephen King

Classici, poesia, teatro e critica - Studi sociali

On Writing<br>Autobiografia Di Un Mestiere
Più che un manuale tecnico per aspiranti scrittori, questo libro è un'autobiografia del mestiere, in cui la storia personale e professionale di king si fondono totalmente. Il capitolo d'apertura, «curriculum vitae» ripercorre gli anni della formazione attraverso i momenti di crescita fino al grande successo di «carrie». «la cassetta degli attrezzi» è invece una disincantata elencazione dei ferri del mestiere. «sullo scrivere» illustra le fasi del racconto creativo fino all'approdo editoriale; infine «sul vivere» racconta come l'autore abbia visto la morte da vicino dopo lo spaventoso incidente in cui è stato coinvolto e come, grazie alla scrittura, sia tornato alla vita.
Punteggio: 952
                

Ultimo aggiornamento punteggio: 24/07/2024

Posizione in classifica: 64

MoranteMoravia
Una Storia Damore

Anna Folli

Classici, poesia, teatro e critica - Narrativa e prosa

MoranteMoravia<br>Una Storia Damore
Una storia d'amore di struggente intensità, un sodalizio letterario segreto e indissolubile. «non (volevo) separarmi da lei, che sarebbe stata una soluzione più ragionevole, ma ucciderla, perché il nostro rapporto era così stretto, così complesso e in fondo così vivo che il delitto mi pareva più facile della separazione» – vita di moravia, di albero moravia e alain elkann erano una coppia leggendaria. Li chiamavano morantemoravia, tutto attaccato, come se la loro fosse un'unica vita, come fossero parte di un binomio inscindibile. Eppure non potevano essere più diversi. Ironico, entusiasta, con una grande passione per la discussione e il dialogo, alberto moravia era un uomo lontano dal monumento letterario che i suoi contemporanei gli eressero sin dai primi esordi. Giovane, timida e poverissima, elsa morante cercava di costruire l'immagine di una donna sicura, ma nascondeva una grande vulnerabilità affettiva, un bisogno estremo di continue conferme. Di moravia, la morante s'innamora al primo incontro, nell'antica birreria dreher accanto a palazzo colonna. Lui è l'enfant prodige della narrativa italiana, l'autore celebrato e insieme discusso degli indifferenti, scritto a diciotto anni durante la convalescenza da una malattia terribile che gli aveva rubato l'infanzia. Lei, «un viso tondo con due grandi occhi dall'iride screziata, pieni di luce e ombre», vive dando ripetizioni agli studenti e compilando tesi di laurea, ma scrive anche racconti ai quali affida tutti i suoi sogni e le sue speranze. Sopra ogni cosa, vuole diventare scrittrice: la più grande di tutte. Sia elsa che alberto vivono la letteratura come una fede religiosa. Entrambi la hanno scelta come passione totalizzante, come l'unico destino in cui riconoscersi, pur avendo un approccio alla scrittura del tutto opposto: razionale, quello di moravia, incantato quello di elsa. Dalle fughe a capri, dove i due scrittori vivono i momenti più spensierati del loro matrimonio, all'esilio ciociaro negli anni della guerra; dalla vita bohèmienne del dopoguerra fino alla consacrazione letteraria, anna folli ripercorre in queste pagine il tempestoso rapporto che per venticinque anni ha legato la più celebre coppia della scena letteraria italiana.
Punteggio: 949
                

Ultimo aggiornamento punteggio: 12/01/2024

Posizione in classifica: 65

Parla, Mia Paura

Simona Vinci

Classici, poesia, teatro e critica - Studi sociali

Parla, Mia Paura
Poche volte come in questo libro il dolore diventa carne viva e incandescente, racconto sincero di un'esperienza che nasce autobiografica e si fa subito universale. Simona vinci si immerge nella propria paura e cerca un linguaggio per confessarla. L'ansia, il panico, la depressione spesso restano muti: chi li vive si sente separato dagli altri e incapace di chiedere aiuto. Ma è solo accettando di «rifugiarsi nel mondo» e di condividere la propria esperienza che si sopravvive. La stanza protetta dell'analista e quella del chirurgo estetico, che restituisce dignità a un corpo di cui si ha vergogna, l'inquietudine della maternità, la rabbia della giovinezza, fino allo strappo iniziale da cui forse tutto ha avuto origine. Scavando dentro sé stessa, simona vinci ci dona uno specchio in cui rifletterci. Si affida alle parole perché «le parole non mi hanno mai tradita». Perché nella letteratura, quando la letteratura ha una voce cosí nitida e intensa, tutti noi possiamo trovare salvezza. Simona vinci ha vinto il premio campiello 2016 con la prima verità. È cominciata con la paura. Paura delle automobili. Paura dei treni. Paura delle luci troppo forti. Dei luoghi troppo affollati, di quelli troppo vuoti, di quelli troppo chiusi e di quelli troppo aperti. Paura dei cinema, dei supermercati, delle poste, delle banche. Paura degli sconosciuti, paura dello sguardo degli altri, di ogni altro, paura del contatto fisico, delle telefonate. Paura di corde, lacci, cinture, scale, pozzi, coltelli. Paura di stare con gli altri e paura di restare da sola. Nel posto in cui vivevo allora arrivava il richiamo lacerante dei piccoli rapaci notturni nascosti tra i rami degli alberi. Di notte, l'inferno indossava la maschera peggiore. Di notte, quando nelle case intorno si spegnevano tutte le luci, tutte le voci, quando sulla strada il fruscio delle automobili e dei camion si assottigliava.
Punteggio: 945
                

Ultimo aggiornamento punteggio: 31/01/2024

Posizione in classifica: 66

A Che Servono I Greci E I Romani?

Maurizio Bettini

Classici, poesia, teatro e critica - Studi sociali

A Che Servono I Greci E I Romani?
«se non leggeremo più l'eneide perderemo contatto non solo con il mondo romano, ma anche con ciò che è venuto dopo. Perdere virgilio significa perdere anche dante, e così via. Un cambiamento radicale di enciclopedia culturale somiglia infatti a un cambiamento di alfabeto. »sempre più spesso a chi si occupa di discipline umanistiche - e soprattutto classiche - viene chiesto: «a che cosa serve? » dietro questa domanda agisce una rete di metafore economiche usate per rappresentare la sfera della cultura («giacimenti culturali», «offerta formativa», «spendibilità dei saperi», «crediti», «debiti» e così via). A fronte di tanta pervasività di immagini tratte dal mercato, però, sta il fatto che la storia testimonia una visione ben diversa della creazione intellettuale. La civiltà infatti è prima di tutto una questione di pazienza: e anche la nostra si è sviluppata proprio in relazione al fatto che alla creazione culturale non si è chiesto immediatamente «a che cosa servisse». In particolare, è proprio lo studio dei greci e dei romani a meritare questa pazienza: soprattutto in italia, un paese la cui enciclopedia culturale è stata profondamente segnata dall'ininterrotta conoscenza dei classici. Se si vuole mantenere viva questa presenza, però, è indispensabile un vero e proprio cambiamento di paradigma nell'insegnamento delle materie classiche nelle nostre scuole.
Punteggio: 945
                

Ultimo aggiornamento punteggio: 28/02/2024

Posizione in classifica: 67

Ma La Vita è Una Battaglia
Lettere Di Libertà E Determinazione

Charlotte Brontë

Classici, poesia, teatro e critica - Studi sociali

Ma La Vita è Una Battaglia<br>Lettere Di Libertà E Determinazione
Da una canonica persa nelle brughiere inglesi charlotte brontë combatte a suon di lettere una battaglia quieta e determinata per affermare le ragioni del proprio genio letterario e lo straordinario talento delle sue sorelle. I numerosi appassionati dell'autrice di 'jane eyre' troveranno in questo epistolario l'apprendistato di un'intelligenza, le peripezie di un cuore capientissimo e il percorso di una vita di formidabile consapevolezza e segreta intensità.
Punteggio: 945
                

Ultimo aggiornamento punteggio: 30/11/2021

Posizione in classifica: 68

Perché Essere Felice Quando Puoi Essere Normale? Con Segnalibro

Jeanette Winterson

Classici, poesia, teatro e critica - Narrativa e prosa

Perché Essere Felice Quando Puoi Essere Normale? Con Segnalibro
Nell'autunno del 1975 la sedicenne jeanette winterson deve prendere una decisione: rimanere al 200 di water street assieme ai genitori adottivi o continuare a vedere la ragazza di cui è innamorata e vivere in una mini presa in prestito. Sceglie la seconda strada, perché tutto quello che vuole è essere felice. Tenta di spiegarlo alla madre, che però le chiede:
Punteggio: 943
                

Ultimo aggiornamento punteggio: 14/08/2024

Posizione in classifica: 69

Diario Di Una Scrittrice

Virginia Woolf

Classici, poesia, teatro e critica - Narrativa e prosa

Diario Di Una Scrittrice
Nel 1941, dopo aver dato alla letteratura del novecento alcune delle sue opere più belle, virginia woolf si toglie la vita annegandosi nel fiume ouse. Nel 1958 leonard woolf decide di raccogliere in volume una selezione tratta dai diari della moglie, incentrata su tutto ciò che riguarda lo scrivere e la sua attività di romanziera e critica letteraria. Ne esce un testo affascinante e ricco di sfaccettature: nella sua quotidiana
Punteggio: 943
                

Ultimo aggiornamento punteggio: 11/12/2022

Posizione in classifica: 70

Il Frutto Del Fuoco
Storia Di Una Vita (1921-1931)

Elias Canetti

Classici, poesia, teatro e critica - Studi sociali

Il Frutto Del Fuoco<br>Storia Di Una Vita (1921-1931)
Questa seconda parte dell'autobiografia di elias canetti si apre subito dopo la «cacciata dal paradiso» di zurigo, che chiudeva 'la lingua salvata'. Ora siamo a francoforte, nel 1921, e il giovane elias comincia a intravedere intorno a sé un nuovo mondo, formicolante di figure che cercano di sopravvivere fra «inflazione e impotenza». «era finita per sempre l'epoca in cui l'ignoto si riversava in me, senza incontrare ostacoli». Dalla ricettività totale dei primi anni si passa ora a uno scontro con tutto e con tutti, che permette a canetti di saggiare se stesso, di scoprirsi nella sua irriducibile peculiarità. Se a quest'ultima si può dare un nome, sarà quello della rivolta contro la morte, una rivolta «senza fine». La giovinezza di canetti è un'iniziazione a questa scoperta, vissuta facendo appello a tutte le potenze arcaiche, che lo hanno sempre assistito. Nell'ombra, il modello mitologico è gilgamesh, che traversa le acque della morte per trovare la vita eterna. Ed è lo scandalo di tutto ciò che scompare a mantenere intatta in canetti un'immensa forza del ricordo. L'intensità che vibra in ciascuna delle numerose figure che appaiono in queste pagine presuppone tale sottinteso. Ciascuna vuole incidersi nella memoria e nella prosa con segno indelebile. Saranno gli ospiti patetici della pensione charlotte di francoforte e gli intellettuali frenetici di berlino; saranno gli ascoltatori di karl kraus e i manifestanti che incendiano a vienna il palazzo di giustizia; saranno l'amata veza e la deliziosa ibby; sarà la madre, che i lettori de la lingua salvata conoscono bene e che ora, assillata dalla gelosia per il figlio, lo costringe a una inarrestabile commedia, dove donne «inventate» servono a coprire donne vere e proibite; saranno infine karl kraus stesso e brecht, grosz, babel', che canetti conosce a berlino. Tutte le loro voci sono qui salvate. E, intrecciata per sempre alla loro, riconosciamo qui la voce di canetti stesso. Appartengono a questi anni le esperienze che saranno decisive per la sua opera di scrittore: la visione aristofanesca, che sembra offrire «l'unica possibilità di tener unito ciò che si frantumava in mille schegge»; la fascinazione ossessiva per kraus; la massa, questo enigma incombente come mai prima sul nostro tempo, a cui canetti dedicherà decenni di riflessione; infine il disegnarsi di una «comédie humaine dei folli», di cui rimane, quale unico, grandioso frammento il romanzo 'auto da fé'. Inseguito dalle voci, canetti non si cura di darci un quadro dell'epoca: ma l'aria di francoforte, di vienna e di berlino in quegli anni circola in queste pagine come una presenza palpabile. In toni opposti, e stridenti fra loro, le città ci parlano di un periodo in cui «ciò che si abbatteva sugli uomini era più che un grande disordine, erano come tante esplosioni quotidiane». Ovunque, canetti incontra varianti di uno stesso sfondo: il caos, perpetua minaccia e prezioso nutrimento. I suoi bagliori sono quelli del «fuoco», di cui questo libro - come già 'auto da fé' e ogni grande libro - è il «frutto».
Punteggio: 943
                

Ultimo aggiornamento punteggio: 28/03/2025

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