Una prosa lieve e arguta fatta di descrizioni minute e deliziose ci accompagna a vagabondare dall'alba al tramonto in una immaginaria città del due-trecento: una finestra sulla vita medievale.
'non sembra il caso di suggerire ai nostri lettori di non aspettarsi i grandiosi affreschi di tucidide o tacito, di machiavelli o gibbon. Tutti sanno che non siamo storici e non avremmo comunque il mestiere e il genio per guardare a tali altezze. Ma da quei maestri una lezione l'abbiamo pur appresa: la storia obiettiva, la storia imparziale, la storia definitivamente veritiera non esiste, può essere soltanto un'aspirazione, una meta intravista e irraggiungibile. Ogni pagina di questo libro è arbitraria e contestabile. Abbiamo scelto 150 giornate a nostro avviso significative, distribuendole equamente fra i quindici decenni dell'italia unita. Ma cosa vuol dire significative? Alcune erano obbligatorie, ma molte altre, non senza lunghe discussioni tra di noi, sono state incluse o escluse, con intendimenti ragionevoli e tuttavia opinabili. A ogni capitoletto di questa ormai lunga vicenda abbiamo cercato di dare un taglio narrativo, di partire da un particolare più vivido per evitare ai nostri lettori la triste impressione del grigiore scolastico. Sono 150 racconti contratti, ridotti all'essenziale e dolorosamente privi di infiniti risvolti, sacrifici dettati dalle necessità grafiche del quotidiano torinese 'la stampa' che ha avuto l'idea e che ha pubblicato nei mesi scorsi queste pagine. Il nostro intento era di offrire un'infarinatura di storia d'italia a tutti coloro che ne hanno perso memoria o non l'hanno mai avuta.
'le crociate: e cioè l'avventura di quei cristiani che hanno accettato l'appello del papa, sentendone il fascino, e si sono messi in gioco, facendo cose che oggi ci sembrano assai discutibili e che invece a loro sembravano sacrosante. Il fatto è che i musulmani non sono rimasti inerti quando un'orda di barbari sanguinari venuti da chissà dove, per di più miscredenti, è entrata in terra islamica seminando distruzione. ' le crociate, raccontate in modo diretto e brillante da barbero, sono tremende esplosioni di violenza, forma sui generis di pellegrinaggio, valvola di sfogo per un'europa sovraffollata; ma sono anche il momento in cui due mondi rivali, che non sanno di avere profonde radici comuni, si incontrano e si descrivono a vicenda.
Eroe di guerra. Patriota. Ubriacone. Imperialista. Politico. Depresso. Scrittore. Visionario. Aristocratico. Voltagabbana. Pittore. Nel maggio del 1940 queste erano solo alcune delle «credenziali» con cui winston spencer churchill si presentava alla camera dei comuni per assumere l'incarico di primo ministro del regno unito. La nazione era in guerra da otto mesi e le cose non stavano andando affatto bene. Più che un nuovo capo del governo, il paese invocava un condottiero, e pochi, in quei giorni cupi, avrebbero scommesso sull'ormai sessantacinquenne primo lord dell'ammiragliato. Bastarono invece quattro settimane perché i sudditi di sua maestà scoprissero in lui il grande leader, l'uomo capace di commuovere e spronare, il comandante in grado di salvare l'esercito britannico dalla catastrofe di dunkerque e di decidere così le sorti del conflitto.
L'impero romano è a pezzi, diviso in tre parti. I barbari saccheggiano impunemente le sue città e province, le pestilenze falcidiano la sua popolazione, l'inflazione galoppante distrugge la sua economia. Un imperatore debole siede nella sua capitale in nord italia, sempre più impotente di fronte alle tempeste della storia. Dei capi semibarbari sono pronti a rimpiazzarlo con un colpo di stato militare. Il grande regno dei cesari pare destinato al tramonto. L'anno non è però il 476 e questa non è la storia di come roma cadde, ma di come seppe reagire al suo declino, e di come fu salvata da un gruppo di rozzi militari, gli imperatori illirici. Marco cappelli, autore di uno dei podcast di storia più seguiti, racconta la grande parabola della discesa di roma negli inferi della crisi del terzo secolo e della sua successiva, miracolosa rinascita sotto aureliano e diocleziano, tra battaglie e colpi di scena, grandi protagonisti e rivolgimenti sociali. Con grande verve narrativa e un resoconto dettagliato e avvincente, ci accompagna in uno dei periodi della storia romana tra i più affascinanti e meno conosciuti.
Il 24 ottobre del 79 d. C . Sembra un venerdì qualsiasi a pompei, una città abitata da circa dodicimila persone che, come innumerevoli altre nell'impero, lavorano, vanno alle terme, fanno l'amore. Ma alle 13 dal vicino vesuvius si sprigiona una quantità di energia pari a cinquantamila bombe atomiche e, in meno di venti ore, sotto un diluvio ustionante di ceneri e gas, pompei è soffocata da sei metri di pomici, mentre la vicina ercolano viene sepolta sotto venti metri di fanghi compatti. Migliaia di uomini e donne cercano di scappare, invocano gli dèi, ma trovano una morte orribile. E solo in epoca moderna saranno scoperti alcuni dei loro corpi, contorti nella disperazione della fuga. Dopo molti anni passati a studiare la zona vesuviana, con il supporto di archeologi e vulcanologi alberto angela ricostruisce come in presa diretta i giorni che ne segnarono il tragico destino. Per farci respirare le atmosfere di quei momenti, individua alcuni personaggi storicamente esistiti la ricca matrona rectina, un cinico banchiere, un politico ambizioso. - e li segue passo dopo passo, in un percorso che si può fare ancora oggi, per strade, campagne, case o locali pubblici.
Un 'divertissement', un guizzo anarchico dell'intelligenza. È così che si possono definire queste pagine nelle quali cipolla abbandona gli austeri panni dello studioso e, giocando sul filo del paradosso e dell'assurdo, costruisce due brevi saggi: il primo, una ilare parodia della storia economica e sociale del medioevo; il secondo, 'le leggi fondamentali della stupidità umana', una sorta di scherzosa teoria generale della stupidità umana.
Un identico crudele destino ha segnato la vita delle amanti segrete di benito mussolini e adolf hitler. Claretta petacci e eva braun nacquero lo stesso mese e lo stesso anno, a distanza di pochi giorni, nel febbraio 1912, e nello stesso mese e nello stesso anno, a distanza di pochi giorni (il 28 e il 30 aprile 1945), scelsero di morire accanto ai loro uomini, all'età di trentatré anni. Ma aldilà di queste suggestive coincidenze, ad accomunare la loro sorte è stata soprattutto la speculare vicenda umana che le ha collocate accanto ai due dittatori quali favorite privilegiate, nonché fedeli custodi dei loro più intimi segreti. Claretta incontrò per la prima volta mussolini nel 1932, sulla strada di ostia, all'età di vent'anni (ma cominciò a scrivergli lettere traboccanti di ammirazione quando ne aveva solo dodici). Eva conobbe hitler nel 1929 a monaco, nel negozio di heinrich hoffmann - fotografo personale del führer - presso il quale svolgeva il lavoro di commessa. Bionda, sportiva e di una bellezza quasi acerba, con qualche interesse per il jazz e la moda, eva braun vivrà accanto a hitler per quattordici anni e sarà sua sposa per un giorno soltanto. Mora, avvenente, inguaribile grafomane, attorniata da una cricca di parenti e profittatori che destava preoccupazione nei gerarchi più vicini al duce, claretta petacci seppe gestire con più spregiudicata consapevolezza, ma anche maniacale devozione, il suo legame con il fondatore del fascismo.
Come frequentare la cultura dei greci e dei romani, in un'epoca di polverizzate nozioni e di frantumate informazioni? Eva cantarella, che ha intrapreso da una decina d'anni un'opera di appassionata e intelligente divulgazione, sembra rispondere che la frantumazione non lavora necessariamente contro la conoscenza. E dunque abilmente seziona, isola in microracconti un mondo altrimenti confinato nei testi accademici: attinge al materiale immenso dei suoi studi e delle sue predilezioni per consegnarci il mosaico della vita degli antichi, con l'intento dichiarato di farceli sentire
Un identico crudele destino ha segnato la vita delle amanti segrete di benito mussolini e adolf hitler. Claretta petacci e eva braun nacquero lo stesso mese e lo stesso anno, a distanza di pochi giorni, nel febbraio 1912, e nello stesso mese e nello stesso anno, a distanza di pochi giorni (il 28 e il 30 aprile 1945), scelsero di morire accanto ai loro uomini, all'età di trentatré anni. Ma aldilà di queste suggestive coincidenze, ad accomunare la loro sorte è stata soprattutto la speculare vicenda umana che le ha collocate accanto ai due dittatori quali favorite privilegiate, nonché fedeli custodi dei loro più intimi segreti. Claretta incontrò per la prima volta mussolini nel 1932, sulla strada di ostia, all'età di vent'anni (ma cominciò a scrivergli lettere traboccanti di ammirazione quando ne aveva solo dodici). Eva conobbe hitler nel 1929 a monaco, nel negozio di heinrich hoffmann - fotografo personale del führer - presso il quale svolgeva il lavoro di commessa. Bionda, sportiva e di una bellezza quasi acerba, con qualche interesse per il jazz e la moda, eva braun vivrà accanto a hitler per quattordici anni e sarà sua sposa per un giorno soltanto. Mora, avvenente, inguaribile grafomane, attorniata da una cricca di parenti e profittatori che destava preoccupazione nei gerarchi più vicini al duce, claretta petacci seppe gestire con più spregiudicata consapevolezza, ma anche maniacale devozione, il suo legame con il fondatore del fascismo.