Nel 1934 patrick leigh fermor ha diciannove anni, e già da alcuni mesi si è lasciato alle spalle l'inghilterra e un curriculum scolastico scellerato con il fermo proposito di raggiungere a piedi costantinopoli, vivendo
Si tratta di 'un viaggio con chatwin alla scoperta di chatwin': forse mai come in questo libro (soprattutto nelle notizie autobiografiche e nella lettera al suo editore tom maschler) chatwin è stato prossimo a rivelare che cosa stava al fondo del suo essere e della sua inquietudine di uccello migratore, devoto per istinto alla 'alternativa nomadica'. Ma perché il nomadismo può proporsi come alternativa alla cosiddetta civiltà? Le risposte si delineano di pagina in pagina attraverso scritti che abbracciano vent'anni di vita breve, intensa, errabonda, dal 1968 al 1987, e rispecchiano le varie incarnazioni di chatwin: esperto d'arte e archeologo, giornalista, esploratore e narratore. Sono racconti brevi, storie e schizzi di viaggio, ritratti.
2008. Seimila chilometri a zigzag da rovaniemi (finlandia) a odessa (ucraina). Un percorso che sembra tagliare, strappare l'europa occidentale da quella orientale. È una strada, quella di rumiz, che tra acque e foreste, e sentori di abbandono, si snoda tra gloriosi fantasmi industriali, villaggi vivi e villaggi morti. Rumiz accompagna il lettore, con una voce profonda, ricca di intonazioni, per paesaggi inediti, segreti, struggenti di bellezza. E più avanza, più ha la sensazione di non trovarsi su qualche sperduto confine ma precisamente al centro, nel cuore stesso dell'europa. Attraversa dogane, recinzioni metalliche, barriere con tanto di torrette di guardia, vive attese interminabili e affronta severissimi controlli, ma come sempre conosce anche la generosità degli uomini e delle donne che incontra sul suo cammino: un pescatore di granchi giganti, prosperose venditrici di mirtilli, un prete che ha combattuto nelle forze speciali in cecenia.
L'appalachian trail, che dalla georgia al maine taglia quattordici stati americani snodandosi per oltre 3400 chilometri, è il capostipite di tutti i sentieri a lunga percorrenza e dimora di una delle più grandiose foreste della zona temperata del globo. All'età di quarantaquattro anni bill bryson, in compagnia dell'amico stephen katz, decisamente sovrappeso e fuori forma, si cimenta nell'impresa di percorrere il leggendario sentiero. Nessuno di loro ha la minima cognizione delle norme elementari di sopravvivenza nella natura selvaggia, e l'escursione dei due cittadini, abituati a camminare nei civilizzatissimi spazi dei centri commerciali, si svolge all'insegna di una divertita incoscienza, tra spassosi contrattempi, bufere di neve, nugoli di insetti spietati, incontri con animali selvatici e con l'improbabile umanità che popola il sentiero. Scritto in una prosa lieve e spigliata, arricchito da documentate digressioni dell'autore e da un umorismo che talvolta sconfina nella satira di costume, 'una passeggiata nei boschi' è un originale libro di viaggio, nel segno della scoperta e del divertimento.
Due guerre mondiali, il fascismo, il comunismo, la dissoluzione della jugoslavia: nel xx secolo gli eventi politici hanno reso l'adriatico un mare sempre più largo, e l'incomprensione tra le due sponde sempre più profonda. Sebbene invasa dal turismo di massa, la costa della dalmazia è oggi una terra estranea al nostro immaginario, semisconosciuta come lo era ai tempi dell'abate illuminista alberto fortis, che nel 1774 raccolse le memorie dei suoi molti viaggi nei 'domini da mar' della serenissima, a quei tempi dimenticati e abbandonati a se stessi. Ne nacque viaggio in dalmazia, che fece conoscere la terra, la lingua e le popolazioni dalmate in italia e in tutta europa. Più di duecento anni dopo, alessandro marzo magno ripercorre lo stesso itinerario attraverso le molte isole che punteggiano la costa, scoprendo un mondo sospeso tra un passato multietnico che non esiste più e le tracce di un nazionalismo che brucia ancora, dove la modernità si mescola a tradizioni che paiono immutate dai tempi dell'abate fortis. A morter l'autore incontra le donne che lavorano i fusti delle ginestre per fabbricare scarpe; a lissa va sul luogo in cui sorgeva il leone di pietra in ricordo dei caduti asburgici nell'omonima battaglia; a zara scopre le vestigia miracolosamente intatte dell'antica città, tante volte distrutta da assalti e bombardamenti, e altrettante volte ricostruita. A spalato parla con un discendente di niccolò tommaseo. Prefazione di paolo rumiz.
'ci sono buchi in sardegna che sono case di fate, morti che sono colpa di donne vampiro, fumi sacri che curano i cattivi sogni e acque segrete dove la luna specchiandosi rivela il futuro e i suoi inganni. Ci sono statue di antichi guerrieri alti come nessun sardo è stato mai, truci culti di santi che i papi si sono scordati di canonizzare, porte di pietra che si aprono su mondi ormai scomparsi, e mari di grano lontani dal mare, costellati di menhir contro i quali le promesse spose strusciano impudicamente il ventre nel segreto della notte, vegliate da madri e nonne. C'è una sardegna come questa, o davanti ai camini si racconta che ci sia, che poi è la stessa cosa, perché in una terra dove il silenzio è ancora il dialetto più parlato, le parole sono luoghi più dei luoghi stessi, e generano mondi. Un'isola delle storie che va visitata così: attraverso percorsi di parole che disegnino i profili dei luoghi, diano loro una forma al di là delle pietre lise, li rendano ricordo condiviso e infine aiutino a dimenticarli, perché non corrano il rischio di restare dentro e prenderne il posto. Questa storia è un viaggio in compagnia di dieci parole, dieci concetti alla ricerca di altrettanti luoghi, più uno. Undici mete, perché i numeri tondi si addicono solo alle cose che possono essere capite definitivamente. Non è così la sardegna, dove ogni spazio apparentemente conquistato nasconde un oltre che non si fa mai cogliere immediatamente, conservando la misteriosa verginità delle cose solo sfiorate. '
Si può viaggiare in tanti modi: c'è chi viaggia sempre e non parte mai; c'è chi parte e va lontano senza bisogno di viaggiare; c'è chi parte e viaggia e c'è chi non parte e non viaggia. Viaggiare e non partire è dedicato a tutti coloro che viaggiano, fisicamente o solo con la fantasia. Un libro che ospita suggerimenti, pensieri, citazioni, storie ed esperienze dei viaggi più strani e diversi. E ancora interviste a esploratori, antropologi, leggendari viaggiatori come tiziano terzani o fosco maraini. E infine, un vademecum sul dove, come, con chi viaggiare (o non viaggiare).
'la domanda cui cercherò di rispondere è la seguente: perché gli uomini invece di stare fermi se ne vanno da un posto all'altro? ' (bruce chatwin a tom maschler, 1969).
Dopo circa vent'anni trascorsi in inghilterra, bill bryson decide di tornare negli stati uniti, suo paese d'origine. A far scattare la decisione, la notizia che quasi quattro milioni di americani credono di essere stati rapiti dagli alieni. Prima di lasciare lo yorkshire, bryson si concede un ultimo viaggio attraverso l'inghilterra. Un racconto caratterizzato da un inconfondibile humour, da una curiosità mai paga e da una grande sensibilità. Il risultato è un'inghilterra inedita, tutta da riscoprire.