Pressoché sconosciute fino a vent'anni fa, grazie all'avvento della tecnologia informatica oggi le font sono a tutti gli effetti protagoniste del nostro quotidiano. Ma quali sono state le tappe che le hanno portate a uscire dalla ristretta cerchia di addetti ai lavori e di qualche sparuto appassionato? La risposta è in questo saggio di simon garfield, che rappresenta un autentico compendio della secolare storia della tipografia, da gutenberg ai giorni nostri, che conta oltre centomila tra font e caratteri tipografici, ognuno con le sue peculiarità e le sue alterne fortune. Condito di aneddoti sul design delle parole intorno a noi, 'sei proprio il mio typo' si impone come testo di riferimento per quanti desiderano conoscere l'affascinante mondo delle font che, come sottolinea l'autore, non sono il semplice disegno di lettere dell'alfabeto, ma costituiscono un vero e proprio veicolo di emozioni. E, come vedremo, è proprio in virtù di questa loro innata capacità comunicativa che, in molti casi, sono finite per diventare icone universalmente riconoscibili, scolpite per sempre, nel bene e nel male, nell'immaginario collettivo di ogni epoca e latitudine.
Bisogna aver toccato l'abisso per saperlo raccontare. Per descrivere il vuoto avvolgente di una ferita che diventa uno stigma o l'angosciante cantilena che rimbomba in una casa di cui si è da sempre l'unico inquilino. Per restituire con la sola forza della voce certi angoli della metropoli, dove la suburra si fa rifugio e l'esclusione sollievo; per dire il loro improvviso, tragico trasformarsi da giardino delle delizie in inferno musicale. Olivia laing rompe le pareti dell'ordinario e edifica all'interno della new york reale una seconda città, fatta di buio e silenzio: un'onirica capitale della solitudine, cresciuta nelle zone d'ombra lasciate dalle mille luci della grande mela e attraversata ogni giorno dalle storie di milioni di abitanti senza voce. Un luogo in cui coabitano le esperienze universali di isolamento e i traumi privati di personaggi come andy warhol, edward hopper e david wojnarowicz; in cui ogni narrazione è allo stesso tempo evocazione e confessione. Quella tracciata da olivia laing è una visionaria mappa per immagini del labirinto dell'alienazione. Un flusso narrativo che investe le strade di new york e nel quale si mescolano la morte per aids del cantante klaus nomi e l'infanzia dell'autrice, cresciuta da una madre omosessuale costretta a trasferirsi di continuo per sfuggire al pregiudizio; gli esperimenti sociali di josh harris che anticiparono facebook e i silenzi dell'inserviente-artista henry darger che dipinse decine di quadri meravigliosi e inquietanti senza mai mostrarli a nessuno; l'inconsistente interconnessione umana dell'era digitale e l'arida gentrificazione di luoghi simbolici come times square.
Invenzione, creatività e immaginazione nelle comunicazioni visive. È possibile capire come funzionano queste facoltà umane? Che relazione hanno con l'intelligenza e la memoria? Come si stimola la creatività e come si può allenare la mente a essere più elastica e più pronta?
L'occhio clinico di un medico scrittore svela i misteri di uno dei massimi capolavori pittorici di tutti i tempi. I misteri storici, iconografici e tecnici
L'occhio clinico di un medico scrittore svela i misteri di uno dei massimi capolavori pittorici di tutti i tempi. I misteri storici, iconografici e tecnici 'nascosti' sotto la perfezione del capolavoro di van eyck. «nel quadro appeso alla parete della stanza numero 56 della national gallery di londra ci sono un uomo, una donna e un mistero. 'i coniugi arnolfini' di jan van eyck nascondono uno degli enigmi meglio custoditi dalla storia dell'arte. Hanno alimentato più di un secolo e mezzo di teorie da far impallidire dan brown. Fino all'ultima: «in quella scena è rappresentata l'apparizione di un fantasma» - dario pappalardo, la repubblicail ritratto dei coniugi arnolfini dipinto da jan van eyck nel 1434 è il celeberrimo oggetto di questa indagine, un'opera che chiunque abbia visto non può più dimenticare. Amata e ammirata nei secoli, protagonista di innumerevoli studi, cela tuttavia un mistero, un significato nascosto, che continua a sfuggire anche allo sguardo più attento. Chi sono l'uomo e la donna al centro del dipinto? Soprattutto, che cosa stanno facendo? Il mercante lucchese niccolò arnolfini, che si è creduto vi fosse raffigurato assieme alla prima moglie, negli altri suoi ritratti coevi non mostra alcuna somiglianza fisica con questo dipinto. Il primo documento che ne parla cita il quadro come hernoul-le-fin avec sa femme: all'epoca saint hernoul è il patrono dei cornuti. Perché il cagnolino, simbolo di fedeltà coniugale, non è riflesso dallo specchio che, come un occhio di verità, ci fissa dal muro alle spalle dei protagonisti? Perché un'unica candela è rimasta accesa sul lampadario, in pieno giorno, mentre le altre sono spente? È forse un indizio di morte? Quali altri segreti nasconde questo dipinto straordinario e affascinante? L'occhio clinico dell'autore, che è medico e scrittore, analizza tutti i dettagli per condurci alla scoperta dei misteri di uno dei massimi capolavori di tutti i tempi.
Archetipo ed emblema dell'uomo rinascimentale, leonardo da vinci è universalmente riconosciuto come il genio più creativo e multiforme della storia. Il suo tratto peculiare è un'insaziabile curiosità nei confronti del mondo circostante, alimentata e illuminata da una potente immaginazione visionaria. Ed è proprio questa la caratteristica che ha indotto walter isaacson a includere il più celebre artista italiano di tutti i tempi nella cerchia degli «innovatori»: come benjamin franklin, albert einstein e steve jobs, leonardo incarna la capacità di rivoluzionare la propria epoca - e di segnare il destino di quelle a venire - grazie a un'originalissima combinazione di inventiva e raziocinio, realismo e fantasia. Ma il genio di leonardo, sottolinea l'autore, era qualcosa di squisitamente «umano», forgiato dalla sua volontà e dalle sue ambizioni, basato su abilità che ognuno di noi potrebbe addirittura aspirare a coltivare, e non esente da imperfezioni e debolezze. Il documentatissimo volume di isaacson, arricchito da stupende immagini dei dipinti e dei disegni di leonardo, delinea i tratti di una personalità eclettica, complessa e per tanti aspetti ancora misteriosa, le cui opere, a tutt'oggi, continuano a suscitare sconfinata ammirazione nel mondo intero.
Delle 820 lettere scritte da van gogh nell'arco della sua breve esistenza ben 651 sono indirizzate al fratello theo: il primo a comprenderne il talento e a incoraggiarne la vocazione, e il solo che non gli negò mai l'indispensabile sostegno morale e finanziario. Pochi artisti hanno rivelato così tanto di sé stessi nei propri scritti. Lettera dopo lettera, il toccante scambio epistolare fra vincent e l'amato theo, non solo fratello, ma amico e confidente, delinea la parabola di un genio inquieto e originalissimo e getta luce sulla sua vita e sulla sua personalità: i rovelli della fede, la strenua ricerca di un amore corrisposto, l'ansia di veder riconosciuto il proprio lavoro, il timore e la conferma della follia. Nella loro immediatezza e profondità emotiva, le 'lettere a theo' (1872-1890) compongono un ricchissimo diario, un eccezionale documento umano e artistico, e un'avvincente autobiografia che si è conquistata a pieno titolo il rango di classico moderno della letteratura.
Oggi vincent van gogh (1853-1890) è universalmente considerato uno dei pittori più importanti di tutti i tempi. In opere come la serie dei girasoli, notte stellata, autoritratto con l'orecchio bendato, e tanti altri disegni e dipinti, possiamo riconoscere un artista incredibilmente dotato nella raffigurazione di luoghi e stati d'animo con diverse tecniche: pittura, pastello, gesso e carboncino. Tuttavia, proprio mentre con le caratteristiche pennellate enfatiche e i colori sgargianti dava vita alle forme dai contorni netti che gli avrebbero garantito la fama eterna, van gogh doveva combattere non solo contro il disinteresse del pubblico ma anche contro i devastanti assalti della malattia mentale, con episodi di depressione e ansia paralizzanti che lo condussero infine al suicidio nel 1890, poco dopo il suo 37° compleanno. Questa introduzione all'opera e alla vita di vincent van gogh, ricca di illustrazioni, ne ripercorre la storia dai primi dipinti raffiguranti contadini e lavoratori, attraversando il luminoso periodo parigino, per approdare alla febbrile esplosione di creatività nel sud della francia, durante i suoi ultimi due anni e mezzo di vita.
Tina si chiamava assunta adelaide luigia modotti. Era nata a udine nel 1896, da un'umile famiglia. Il padre era un muratore di idee socialiste, lei dovette ben presto lasciare la scuola e lavorare per aiutare la famiglia, poi emigrò negli stati uniti dove stavano crescendo i grandi movimenti sindacali. La vita culturale e artistica in fermento a san francisco, los angeles, hollywood e a città del messico le dischiusero la via prima del teatro e del cinema, poi della fotografia. Donna appassionata, si dedicò alla causa rivoluzionaria in messico, lavorò per soccorso rosso, combatté con le brigate internazionali in spagna. Morì in circostanze poco chiare a città del messico nel 1942.