I piccoli ammiratori di ben e holly non si stancano mai di guardarli in tv e di guardare e ascoltare le loro storie. Questo libro, che contiene ben 6 storie illustrate, è proprio per loro. Una raccolta che farà contenti grandi e piccini, per l'intramontabile piacere di leggere insieme una bel racconto. Età di lettura: da 3 anni.
Filtrata attraverso lo sguardo sarcastico dell'autore, l'avventura di un giovane punk dublinese in cerca di fortuna a londra diventa l'occasione per un affresco della capitale britannica e del variegato universo underground che la popola.
Fra il 1943 e il 1945 decine di migliaia di civili furono vittime di 2273 stragi brutali compiute da nazisti e fascisti in tutto il paese. Nei mesi successivi alla liberazione, molti dei colpevoli furono individuati e su di loro furono aperti procedimenti penali. Ma dal 1947 una mano ignota ha messo tutto a tacere. Dentro un armadio custodito nella procura generale militare, 695 fascicoli sono rimasti sepolti per mezzo secolo. Dal 1994 la procura militare ha riavviato i processi a carico dei pochi superstiti. L'autore, che ha portato alla luce l'esistenza dell'armadio della vergogna, ripercorre l'intera vicenda dell'insabbiamento e ricostruisce quelle stragi.
Terminato nell'ottobre del 1937 e apparso a stampa l'anno seguente, 'la marie del porto' suscitò l'entusiasmo di gide, che annotò: «ottimo da tutti i punti di vista. Uno dei migliori». Oggi lo presentiamo arricchito da un testo di georges simenon apparso sulla «nouvelle revue française» nel novembre del 1938. Nel 1949 marcel carné ne diresse l'adattamento: le scene del film (distribuito in italia con il titolo 'la vergine scaltra') furono disegnate (su suggerimento dello stesso simenon) da maurice de vlaminck, ai dialoghi partecipò (non accreditato) jacques prévert e il protagonista maschile fu jean gabin. «ora, ammesso che un autore possa esprimere un desiderio, mi piacerebbe essere giudicato sulla marie del porto. Insomma sui due o tre romanzi che ho scritto quest'anno, senza alcuna fretta, checché se ne dica, e sempre alla ricerca di una verità più semplice e più densa». - georges simenon
Chi è l'assassino che si aggira per ankh-morpork? E soprattutto, perché non è munito di regolare licenza? Di lui si sa solo che lascia dietro di sé delle curiose tracce di argilla bianca. Il valoroso capitano vimes della guardia cittadina, ormai perennemente sobrio, felicemente sposato e costantemente occupato a scampare agli attentati della gilda degli assassini, è determinato a fermarlo. Ma mentre lui e i suoi uomini (e i suoi troll, e i suoi lupi mannari e i suoi nani travestiti) vanno a caccia di indizi, una mano criminale uccide un serio artigiano a colpi di pagnotta e avvelena lentamente ma inesorabilmente il patrizio di ankh-morpork.
La verità su via d'amelio è ancora lontana perché è stata insabbiata. Un falso pentito ha retto ben sei processi e due sentenze della suprema corte. Perché? Com'è possibile che investigatori considerati pilastri dell'antimafia abbiano dato credito a un'assurdità così clamorosa? Lo bianco e rizza ce lo raccontano fotografando questi ultimi 18 anni di complici mistificazioni.
Húrin è un cavaliere, fraterno amico del suo re; è sposato con morwen e ne ha avuto un primo figlio, túrin. Quando túrin è ancora un bambino, húrin deve partire per combattere contro il perfido signore del male morgoth, che prima lo cattura e poi lo tortura, per farsi dire dove si sono rifugiate le truppe superstiti. Poiché húrin resiste, il signore del male lo minaccia: se non confesserà, a pagare sarà la sua famiglia. Per fortuna, nel frattempo, la saggia morwen decide di allontanare túrin, e lo manda da un re amico, thingol. Túrin cresce e a diciassette anni si sente pronto per diventare anche lui cavaliere e andare alla ricerca di suo padre. Unendosi a una banda, túrin si mette in viaggio e fra scorribande, assalti a tradimento e avventure di ogni genere, riesce a sfuggire agli uomini di morgoth che lo inseguono, di regno in regno. Dopo essersi rifugiato presso un altro re, sotto falso nome, túrin arriva allo scontro finale. Postfazione di gianfranco de turris. Con una nota di quirino principe.
Si può scrivere una storia universale delle atrocità? E se ne può stilare una classifica? Come confrontare misfatti avvenuti in tempi e contesti tanto diversi? Secondo matthew white, bibliotecario statunitense, ricercatore indipendente specializzato in
La sera del 6 novembre 1944, il sindaco di racalmuto viene assassinato con un colpo di pistola mentre passeggia in piazza. I carabinieri riescono ad arrestare l'omicida dopo una notte di indagini: furono aiutati da numerose testimonianze che portavano a uno zolfataio che aveva motivi di rancore contro il sindaco. Ai racalmutesi apparve subito chiaro che l'assassino non era lo zolfataio, incastrato da testimonianze di gente divenuta improvvisamente loquace, ma qualcun altro che si voleva assolutamente coprire anche a costo di mandare in galera un innocente. Savatteri, basandosi su quell'antico fatto di sangue, ha scritto un romanzo, non per indagare sul crimine o sull'errore giudiziario, ma per 'dire' lo stato delle cose.
«di questi tempi è duro far gli spiritosi, se non si è miliardari. »una tranquilla notte di regime, che assomiglia a un febbricitante sabato notte delle nostre città popolato da allegre brigate di gerarchetti clarkopodi e clarette che ridono in posa,