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Classifica Libri CATEGORIA (E SOTTOCATEGORIE)
Classici, Poesia, Teatro E Critica

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Libri in questa classifica: 1067

Pagina 55 di 107

Posizione in classifica: 541

Il Dizionario Del Diavolo

Ambrose Bierce

Classici, poesia, teatro e critica - Saggi

Il Dizionario Del Diavolo
Siamo abituati a pensare a un dizionario come a un testo autorevole, un riferimento capace di svelarci il significato di parole o espressioni che non conosciamo. 'il dizionario del diavolo' di ambrose bierce, non a caso detto bitter (l'amaro), sovverte questa funzione rassicurante. Smascherando sul filo di una tagliente ironia le distorsioni linguistiche che spesso nascondono comportamenti deplorevoli o quantomeno discutibili, bierce polemizza contro la falsità dilagante e porta in scena l'ignobile teatrino dell'ipocrisia umana, che stravolge e svuota valori e ideali da qualunque valenza profonda. Dall'amore alla morte, dalla guerra alla politica, passando per lavoro, religione, editoria e varie amenità, l'antidizionario di bierce include lo scibile umano in un abbraccio acidulo e sarcastico che cambierà il vostro modo di guardare il mondo.
Punteggio: 761
                 

Ultimo aggiornamento punteggio: 21/08/2024

Posizione in classifica: 542

Futuro Interiore

Michela Murgia

Classici, poesia, teatro e critica - Saggi

Futuro Interiore
Chi non ha risposte si salverà forse con una domanda, se saprà sceglierla bene. Sapremmo dire chi siamo senza evocare sangue e suolo? La democrazia avrà spazio per la bellezza? Si può essere potenti insieme, anziché uno contro l'altro? Figlia dei babyboomers e madre dei nativi digitali, quella degli anni settanta è una generazione ammarata nel mezzo di due fondamentali cambiamenti paradigmatici, uno sociale e uno tecnologico, una generazione che ancora fatica a trovare una propria dimensione storica. Esiliati dai simboli ideologici e giunti ai linguaggi tecnologici come adulti con una lingua straniera, i quarantenni di oggi hanno mancato il tempo di ogni rivoluzione; ora abitano il proprio presente con la sensazione di non potervi davvero risiedere, infragiliti da un'instabilità che li costringe a immaginare mondi inespressi, ma senza dimenticare due urgenze primarie: sopravvivere e restare visibili. Ma quale mondo avremmo costruito se avessimo avuto la percezione di poterlo fare? Quali cose, col senno di mezzo di chi nasce mediano, avremmo voluto migliori? Quale cambiamento avremmo generato se non avessimo avuto la sensazione di essere arrivati così dopo o così prima di tutti gli altri?
Punteggio: 761
                 

Ultimo aggiornamento punteggio: 02/06/2024

Posizione in classifica: 543

Omero, Iliade

Alessandro Baricco

Classici, poesia, teatro e critica - Letteratura del teatro

Omero, Iliade
Questo volume nasce da un progetto di rilettura del poema omerico destinato alla scena teatrale. Baricco smonta e rimonta l'iliade creando ventun monologhi, corrispondenti ad altrettanti personaggi del poema e al personaggio di un aedo che racconta, in chiusura, l'assedio e la caduta di troia. L'autore 'rinuncia' agli dei e punta sulle figure che si muovono sulla terra, sui campi di battaglia, nei palazzi achei, dietro le mura della città assediata. Tema nodale di questa sequenza di monologhi è la guerra, la guerra come desiderio, destino, fascinazione, condanna. Un'operazione teatrale e letteraria insieme, dalla quale emerge un intenso sapore di attualizzazione, riviviscenza, urgenza, anche morale e civile.
Punteggio: 760
                 

Ultimo aggiornamento punteggio: 27/10/2024

Posizione in classifica: 544

Sicilia, O Cara
Un Viaggio Sentimentale

Giuseppe Culicchia

Classici, poesia, teatro e critica - Saggi

Sicilia, O Cara<br>Un Viaggio Sentimentale
'ogni volta che torno in sicilia da qualche parte dentro di me continuo ad arrivare in sicilia per la prima volta, bambino, negli anni settanta'. Questo è il racconto del viaggio del culicchia bambino, un viaggio che prepara mesi prima, dopo aver 'ascoltato' la sicilia attraverso le favole - 'la favola del nonno, la favola della nonna, la favola dei cavalli da corsa, la favola della maestra severa, la favola delle sfilate in uniforme da ballila. E poi c'era la mia favola preferita, e cioè la favola dei due soldati dell'afrikakorps' - e averla 'vista' dalle sbiadite foto in bianco e nero. Ed ecco allora l'arrivo alla stazione di torino, il treno che taglia di netto l'italia, la nebbia che dirada, i paesaggi al di là del finestrino, le prime avvisaglie di odori e colori. Quando il piccolo giuseppe arriva in sicilia, le fiabe prendono vita, i racconti diventano volti, città, parole. Palermo, trapani e finalmente marsala, dove i parenti lo accolgono con una frase che diventa formula di rito - 'ma tu peppe sei! Peppe come tuo nonno giuseppe culicchia! Pippinu! Pippinu piruzzu! ' . L'orizzonte si allarga sul mare e torino sembra appartenere a un'altra vita. Giuseppe culicchia mette in gioco la propria memoria e si affida allo sguardo di un bambino - innocente, curioso, pieno di meraviglia - per raccontare un viaggio che non ha ancora terminato.
Punteggio: 759
                 

Ultimo aggiornamento punteggio: 25/03/2025

Posizione in classifica: 545

K.

Roberto Calasso

Classici, poesia, teatro e critica - Narrativa e prosa

K.
Di che cosa parlano le storie di kafka? Sono sogni? Sono allegorie? Sono simboli? Sono cose che succedono ogni giorno? Non si può dire che le innumerevoli risposte si siano rivelate, alla fine, del tutto soddisfacenti. Questo libro segue un'altra via: non già dissipare il mistero, ma lasciare che venga illuminato dalla sua stessa luce. Kafka scrisse tre romanzi incompiuti, non soltanto perché mancavano ancora alcuni episodi. Piuttosto, era come se fossero stati concepiti per prolungarsi indefinitamente, anche oltre il loro autore. Capire quei romanzi implica ripercorrerli e proseguirli. E implica anche mescolarsi al corso, al movimento, alla fisiologia di quelle storie. Sino al punto di trovarsi in un mondo costituito quasi solo dai suoi scritti.
Punteggio: 757
                 

Ultimo aggiornamento punteggio: 18/12/2021

Posizione in classifica: 546

Barnum
Cronache Dal Grande Show

Alessandro Baricco

Classici, poesia, teatro e critica - Saggi

Barnum<br>Cronache Dal Grande Show
Phileas taylor barnum è stato il più grande impiegato circense della seconda metà dell'ottocento e il suo nome è diventato sinonimo di spettacolo, di immenso baraccone di portenti. Per alessandro baricco, barnum è il mondo che si squaderna come un grande show, come una sequenza ininterrotta di spettacoli: spettacoli che son tali per definizione e spettacoli che son tali loro malgrado, gli uni e gli altri registrati con divertita passione. Scritti da baricco per una rubrica sulla 'stampa', i barnum rivelano, ora raccolti in volume, una partitura segreta di irresistibile fascino. A ritmo serrato entrano in pista jovanotti e mike buongiorno, la faccia di funari e il popolo della lega, la voce di carmelo bene e quella di tom waits, la musica di michael nyman e il minimalismo di philip glass, topolino e carlo magno, la liguria e la california, un film sterminato di wim wenders e una lunga coda davanti al louvre. Un circo dentro il circo, un teatro dentro il gran teatro del mondo.
Punteggio: 755
                 

Ultimo aggiornamento punteggio: 21/12/2024

Posizione in classifica: 547

Omero Nel Baltico
Le Origini Nordiche DellOdissea E DellIliade

Felice Vinci

Classici, poesia, teatro e critica - Letteratura: teoria

Omero Nel Baltico<br>Le Origini Nordiche DellOdissea E DellIliade
Il reale scenario dell'iliade e dell'odissea è identifìcabile non nel mar mediterraneo, dove da adito ad innumerevoli incongruenze (un clima sistematicamente freddo e perturbato, battaglie che proseguono durante la notte, eroi biondi intabarrati in pesanti mantelli di lana, fiumi che invertono il loro corso, il peloponneso pianeggiante, isole e popoli introvabili. ), ma nell'europa settentrionale. Le saghe che hanno dato origine ai due poemi provengono dal baltico e dalla scandinavia, dove nel ii millennio a. C . Fioriva una splendida età del bronzo e dove sono tuttora identificabili molti luoghi omerici, fra cui troia e itaca; le portarono in grecia, in seguito al tracollo dell'optimum climatico, i grandi navigatori che nel xvi secolo a. C . Fondarono la civiltà micenea: essi ricostruirono nel mediterraneo il loro mondo originario, in cui si erano svolte la guerra di troia e le altre vicende della mitologia greca, e perpetuarono di generazione in generazione, trasmettendolo poi alle epoche successive, il ricordo dei tempi eroici e delle gesta compiute dai loro antenati nella patria perduta. La messa per iscritto di questa antichissima tradizione orale, avvenuta in seguito all'introduzione della scrittura alfabetica in grecia, attorno all'viii secolo a. C . , ha poi portato alla stesura dei due poemi nella forma attuale.
Punteggio: 754
                 

Ultimo aggiornamento punteggio: 22/04/2022

Posizione in classifica: 548

L' Arte Di Correre

Haruki Murakami

Classici, poesia, teatro e critica - Saggi

L" Arte Di Correre
Quando, nel 1981, murakami chiuse peter cat, il jazz bar che aveva gestito nei precedenti sette anni, per dedicarsi solo alla scrittura, ritenne che fosse anche giunto il momento di cambiare radicalmente abitudini di vita: decise di smettere di fumare sessanta sigarette al giorno, e - poiché scrivere è notoriamente un lavoro sedentario e murakami per natura tenderebbe verso una certa pinguedine - di mettersi a correre. Da allora, di solito scrive quattro ore al mattino, poi il pomeriggio corre dieci o più chilometri. Qualche anno più tardi si recò in grecia dove per la prima volta percorse tutto il tragitto classico della maratona. L'esperienza lo convinse: da allora ha partecipato a ventiquattro di queste competizioni, ma anche a una ultramaratona e a diverse gare di triathlon. Scritto nell'arco di tre anni, 'l'arte di correre' è una riflessione sulle motivazioni che ancora oggi spingono l'ormai sessantenne murakami a sottoporsi a questa intensa attività fisica che assume il valore di una vera e propria strategia di sopravvivenza. Perché scrivere - sostiene murakami - è un'attività pericolosa, una perenne lotta con i lati oscuri del proprio essere ed è indispensabile eliminare le tossine che, nell'atto creativo, si determinano nell'animo di uno scrittore. Al tempo stesso, questo insolito libro propone però anche illuminanti squarci sulla corsa in sé, sulle fatiche che essa comporta, sui momenti di debolezza e di esaltazione che chiunque abbia partecipato a una maratona avrà indubbiamente provato.
Punteggio: 750
                 

Ultimo aggiornamento punteggio: 20/04/2021

Posizione in classifica: 549

Mi Sono Perso In Un Luogo Comune
Dizionario Della Nostra Stupidità

Giuseppe Culicchia

Classici, poesia, teatro e critica - Saggi

Mi Sono Perso In Un Luogo Comune<br>Dizionario Della Nostra Stupidità
Giuseppe culicchia, con molta voglia di giocare e altrettanta di mettersi in gioco, ha dato forma a una sua personalissima versione del dizionario dei luoghi comuni. «addominali - ciò che conta in un uomo oltre alla carta di credito. Io che non ho mai badato a queste cose, un giorno ho scoperto che avrei dovuto averceli a tartaruga. Sono subito corso a specchiarmi, e ho constatato che invece ce li avevo a foca. Avete presente le foche? Ecco, io ne ho una che dorme beata lí dove dovrebbe esserci una tartaruga. Ora, quanto è tenera una foca addormentata? Perché svegliarla? E come dirle che dovrebbe sloggiare per far posto a una tartaruga? » ma quanto siamo stupidi? E soprattutto: come? Inutile girarci intorno: ogni volta che ci scappa una frase fatta, è l'ottusità del mondo che si sta impossessando di noi. Basta ascoltare le conversazioni sui tram, guardare i telegiornali, partecipare alle cene di sedicenti intellettuali. Oppure, semplicemente ascoltare ciò che ci esce di bocca. È questo che ha fatto giuseppe culicchia: con molta voglia di giocare e altrettanta di mettersi in gioco, ha dato forma a una sua personalissima versione del dizionario dei luoghi comuni. Perché capita a ciascuno di noi, molte volte al giorno, di perdersi in un luogo comune. E questo libro ci farà ridere, prima di tutto di noi stessi. Mi sono perso in un luogo comune contiene frammenti di comicità pura, ma anche riflessioni piú malinconiche – sempre all'insegna dell'intelligenza. Un testo che si può leggere come si vuole: rispettando l'ordine alfabetico o aprendo le pagine a caso, divorandolo in una sola notte o a poche pillole al giorno. Comunque lo si affronti, ci si vedrà allo specchio, perché è un ritratto di tutti noi, sorpresi – nei nostri salotti reali o immaginari – a parlare senza pensare davvero, pronunciando frasi impronunciabili.
Punteggio: 745
                 

Ultimo aggiornamento punteggio: 25/03/2025

Posizione in classifica: 550

Il Passo Del Vento
Sillabario Alpino

Mauro Corona

Classici, poesia, teatro e critica - Saggi

Il Passo Del Vento<br>Sillabario Alpino
Parlare di montagna equivale a parlare dell'intera esistenza, e di come in essa si intende prendere posto. E amare la montagna significa stare al mondo con franchezza, desiderio di avventura, accortezza e spirito di solidarietà, rispetto per la vita in tutte le sue manifestazioni. «un deposito di memorie, un vademecum, una filosofia di vita» – il venerdì «un deposito di memorie, ma anche una filosofia di vita» – la lettura «aprii le pagine del libro di vetta, ingiallite ed erose dal vento, presi la mia matita e scrissi che avrei desiderato rimanere lassù per sempre. E lo riscriverei ancora. Perché se intorno a noi tutto cambia, le montagne no. Le montagne non tradiscono. » mauro corona e matteo righetto, gli scrittori italiani più autorevoli sull'argomento, danno voce a ciò che per loro la montagna rappresenta, attingendo a un ricchissimo tesoro di esperienze personali, qui condensate in brevi racconti, epigrammi fulminanti, descrizioni di paesaggi naturali di bellezza inesprimibile. In queste pagine troviamo l'asprezza della roccia e la sfida delle vette, ma anche la carezza accogliente dei boschi, il ritmo lento del passeggiare; i ricordi vivissimi di un tempo che non esiste più e la consapevolezza urgente delle responsabilità da assumersi perché gli ambienti naturali possano sopravvivere ed essere il futuro dei nostri figli. I sedici milioni di abeti distrutti dal ciclone che si è abbattuto sulle dolomiti alla fine del 2018 evocano i caduti della prima guerra mondiale, perché «gli alberi sono come le persone, e le foreste sono intere comunità». La descrizione di un camoscio, che con abilità di equilibrista si muove tra i picchi più impervi, sfocia in una riflessione sul cambiamento del ruolo del padre nella società contemporanea, una figura ormai così priva di spigoli da rendere difficile assumerla come riferimento e appoggio. E invece, dal momento che gli esseri umani sono alpinisti inconsapevoli e chi «guarda il cielo sente la vertigine della bellezza ma anche il vuoto del precipizio», l'appiglio è cruciale, nell'arrampicata come nella vita. La narrativa potente di due grandi scrittori in un libro che si legge con la facilità e la soddisfazione con cui si raccolgono i mirtilli, grazie alla struttura classica e accattivante del sillabario.
Punteggio: 745
                 

Ultimo aggiornamento punteggio: 31/03/2023

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