Il capitano di un vecchio battello è al suo ultimo viaggio. Sottocoperta un carico di uomini, donne, bambini aspetta di arrivare alle coste italiane. Fra echi biblici e leggende di mare erri de luca narra una storia senza tempo calandola nelle vicende di oggi. Un testo scritto per il teatro che ha l'andamento di un racconto.
Analisi divulgativa dei falsi che stanno alla base del romanzo 'il codice da vinci' e confronto con i dati storici. La storicità dei vangeli canonici e la documentazione dei codici antichi. Infondatezza della tesi di brown sul matrimonio di gesù e maddalena. I vangeli apocrifi e quelli canonici a confronto, la definizione del canone. Le fonti storiche del primo annuncio della risurrezione. Osservazioni su notizie artistiche e storiche disseminate nel testo. Critica alle calunnie contro il cattolicesimo e l'opus dei in particolare.
Questo volume intende esporre in maniera succinta ma rigorosa l'essenziale della metrica italiana (sillaba, accento, verso, rima, struttura delle forme metriche), senza rinunciare a una visione storica, che segue l'evoluzione poetica italiana dalle origini fino al verso libero novecentesco.
Siamo abituati a pensare a un dizionario come a un testo autorevole, un riferimento capace di svelarci il significato di parole o espressioni che non conosciamo. 'il dizionario del diavolo' di ambrose bierce, non a caso detto bitter (l'amaro), sovverte questa funzione rassicurante. Smascherando sul filo di una tagliente ironia le distorsioni linguistiche che spesso nascondono comportamenti deplorevoli o quantomeno discutibili, bierce polemizza contro la falsità dilagante e porta in scena l'ignobile teatrino dell'ipocrisia umana, che stravolge e svuota valori e ideali da qualunque valenza profonda. Dall'amore alla morte, dalla guerra alla politica, passando per lavoro, religione, editoria e varie amenità, l'antidizionario di bierce include lo scibile umano in un abbraccio acidulo e sarcastico che cambierà il vostro modo di guardare il mondo.
Per anni, sergio bambarén ha girato il mondo in cerca di una serenità all'apparenza irraggiungibile, spinto dal vento irrequieto del suo animo. Poi, proprio quando crede di aver finalmente conquistato l'equilibrio da sempre desiderato, ecco che arriva un figlio a sconvolgere ogni sua certezza. Solo stringendo tra le braccia il piccolo daniel per la prima volta, sergio si rende conto di non aver mai nemmeno immaginato le straordinarie implicazioni della paternità. Sopraffatto dalle emozioni, decide di prendere carta e penna per scrivere una lunga lettera al figlio. Una lettera in cui possano trovare sfogo tutte le parole che gli affollano la mente. Così, sergio si mette completamente a nudo, raccontando pagine della sua esistenza che non ha mai condiviso con nessuno. Parla della sua infanzia in perù, del primo amore, della passione per il mare. Svela i suoi sogni più intimi, le ambizioni più nascoste, le speranze più segrete. Ma non solo. Con lucidità e onestà, rievoca le paure, gli errori, le debolezze e le lezioni imparate a caro prezzo sulla propria pelle. Rimanendo fedele allo stile semplice e poetico che lo ha reso celebre, l'autore de 'il delfino' parla per la prima volta della meravigliosa esperienza che gli ha cambiato la vita, regalandoci un messaggio d'amore intenso e dolcissimo, che va dritto al cuore.
Questo volume nasce da un progetto di rilettura del poema omerico destinato alla scena teatrale. Baricco smonta e rimonta l'iliade creando ventun monologhi, corrispondenti ad altrettanti personaggi del poema e al personaggio di un aedo che racconta, in chiusura, l'assedio e la caduta di troia. L'autore 'rinuncia' agli dei e punta sulle figure che si muovono sulla terra, sui campi di battaglia, nei palazzi achei, dietro le mura della città assediata. Tema nodale di questa sequenza di monologhi è la guerra, la guerra come desiderio, destino, fascinazione, condanna. Un'operazione teatrale e letteraria insieme, dalla quale emerge un intenso sapore di attualizzazione, riviviscenza, urgenza, anche morale e civile.
'ogni volta che torno in sicilia da qualche parte dentro di me continuo ad arrivare in sicilia per la prima volta, bambino, negli anni settanta'. Questo è il racconto del viaggio del culicchia bambino, un viaggio che prepara mesi prima, dopo aver 'ascoltato' la sicilia attraverso le favole - 'la favola del nonno, la favola della nonna, la favola dei cavalli da corsa, la favola della maestra severa, la favola delle sfilate in uniforme da ballila. E poi c'era la mia favola preferita, e cioè la favola dei due soldati dell'afrikakorps' - e averla 'vista' dalle sbiadite foto in bianco e nero. Ed ecco allora l'arrivo alla stazione di torino, il treno che taglia di netto l'italia, la nebbia che dirada, i paesaggi al di là del finestrino, le prime avvisaglie di odori e colori. Quando il piccolo giuseppe arriva in sicilia, le fiabe prendono vita, i racconti diventano volti, città, parole. Palermo, trapani e finalmente marsala, dove i parenti lo accolgono con una frase che diventa formula di rito - 'ma tu peppe sei! Peppe come tuo nonno giuseppe culicchia! Pippinu! Pippinu piruzzu! ' . L'orizzonte si allarga sul mare e torino sembra appartenere a un'altra vita. Giuseppe culicchia mette in gioco la propria memoria e si affida allo sguardo di un bambino - innocente, curioso, pieno di meraviglia - per raccontare un viaggio che non ha ancora terminato.
Di che cosa parlano le storie di kafka? Sono sogni? Sono allegorie? Sono simboli? Sono cose che succedono ogni giorno? Non si può dire che le innumerevoli risposte si siano rivelate, alla fine, del tutto soddisfacenti. Questo libro segue un'altra via: non già dissipare il mistero, ma lasciare che venga illuminato dalla sua stessa luce. Kafka scrisse tre romanzi incompiuti, non soltanto perché mancavano ancora alcuni episodi. Piuttosto, era come se fossero stati concepiti per prolungarsi indefinitamente, anche oltre il loro autore. Capire quei romanzi implica ripercorrerli e proseguirli. E implica anche mescolarsi al corso, al movimento, alla fisiologia di quelle storie. Sino al punto di trovarsi in un mondo costituito quasi solo dai suoi scritti.
Phileas taylor barnum è stato il più grande impiegato circense della seconda metà dell'ottocento e il suo nome è diventato sinonimo di spettacolo, di immenso baraccone di portenti. Per alessandro baricco, barnum è il mondo che si squaderna come un grande show, come una sequenza ininterrotta di spettacoli: spettacoli che son tali per definizione e spettacoli che son tali loro malgrado, gli uni e gli altri registrati con divertita passione. Scritti da baricco per una rubrica sulla 'stampa', i barnum rivelano, ora raccolti in volume, una partitura segreta di irresistibile fascino. A ritmo serrato entrano in pista jovanotti e mike buongiorno, la faccia di funari e il popolo della lega, la voce di carmelo bene e quella di tom waits, la musica di michael nyman e il minimalismo di philip glass, topolino e carlo magno, la liguria e la california, un film sterminato di wim wenders e una lunga coda davanti al louvre. Un circo dentro il circo, un teatro dentro il gran teatro del mondo.
Il reale scenario dell'iliade e dell'odissea è identifìcabile non nel mar mediterraneo, dove da adito ad innumerevoli incongruenze (un clima sistematicamente freddo e perturbato, battaglie che proseguono durante la notte, eroi biondi intabarrati in pesanti mantelli di lana, fiumi che invertono il loro corso, il peloponneso pianeggiante, isole e popoli introvabili. ), ma nell'europa settentrionale. Le saghe che hanno dato origine ai due poemi provengono dal baltico e dalla scandinavia, dove nel ii millennio a. C . Fioriva una splendida età del bronzo e dove sono tuttora identificabili molti luoghi omerici, fra cui troia e itaca; le portarono in grecia, in seguito al tracollo dell'optimum climatico, i grandi navigatori che nel xvi secolo a. C . Fondarono la civiltà micenea: essi ricostruirono nel mediterraneo il loro mondo originario, in cui si erano svolte la guerra di troia e le altre vicende della mitologia greca, e perpetuarono di generazione in generazione, trasmettendolo poi alle epoche successive, il ricordo dei tempi eroici e delle gesta compiute dai loro antenati nella patria perduta. La messa per iscritto di questa antichissima tradizione orale, avvenuta in seguito all'introduzione della scrittura alfabetica in grecia, attorno all'viii secolo a. C . , ha poi portato alla stesura dei due poemi nella forma attuale.