Il più scanzonato e irriverente libro di formazione alla rovescia. Per insegnare ai ragazzi a diventare grandi, ma nel modo giusto. O per insegnare ai grandi a diventare piccoli, nel moda giusto. Come in un diario scolastico, dodici mesi di racconti, poesie e consigli. Scritto da elio e le storie tese, disegnato da una 'maga' dell'illustrazione, chiara rapaccini.
Filtrata attraverso lo sguardo sarcastico dell'autore, l'avventura di un giovane punk dublinese in cerca di fortuna a londra diventa l'occasione per un affresco della capitale britannica e del variegato universo underground che la popola.
Stephen maturin viene a sapere che un eminente catalano, inviato dai servizi segreti inglesi nel mar baltico, è morto in un naufragio. Costui avrebbe dovuto raggiungere le truppe catalane che occupavano un'isola per conto dei francesi e convincerle a cedere l'avamposto agli inglesi. Stephen sa che adesso tocca a lui portare a termine quella missione e propone l'impresa al fidato aubrey. I due riescono nell'intento, ma sulla via del ritorno, durante una violentissima burrasca, dopo un epico scontro con un vascello francese, la loro goletta naufraga sulle coste della bretagna e tutto l'equipaggio viene catturato. Stephen e jack vengono condotti prigionieri a parigi e rinchiusi nella tetra prigione del tempio in attesa di essere giustiziati.
Henry chinasky, abituale alter ego di bukowsky e protagonista in prima persona di questo romanzo, ha deciso di lavorare come postino. Superati non senza affanno i test d'ammissione, si ritrova con la borsa di cuoio sulle spalle a girare in lungo e in largo per la periferia di los angeles. Perennemente in ritardo, vessato dal capufficio e insofferente ai regolamenti, si scontra ben presto con la rigida e burocratica macchina organizzativa. Tra sbronze e scommese all'ippodromo, chinasky trova il tempo per vivere una degradante storia d'amore con betty, per sposare una texana ricca e ninfomane da cui verrà abbandonato e infine per licenziarsi.
Jeremy è sulla soglia dei quarant'anni, è un artista e gode anche di un certo successo, ha qualche allievo occasionale e vende le sue opere, ma vive in un mondo tutto suo, ovattato, protetto dall'anziana madre, che per vivere trasforma la sua casa in una sorta di pensione. Quando la madre muore, per un momento sembra che qualcosa possa cambiare nella sua vita, ma tutto continua esattamente come prima. Jeremy continua a vivere con la testa fra le nuvole, a dedicare qualche minuto al resto della sua vita. Affitta le numerose stanze della grande casa a persone sole, pensionati, studenti, che si mescolano formando uno strano gruppo omogeneo.
Già negli anni trenta, quando scrisse 'addio a berlino', christopher isherwood sosteneva di voler trasformare il suo occhio di romanziere nell'obiettivo di una macchina fotografica. Ma per lungo tempo - attraverso libri molto diversi fra loro, e spesso segnati dai personaggi fittizi o reali che raccontavano l'intenzione rimase una di quelle fantasticherie stilistiche che spesso gli scrittori inseguono per tutta la vita senza realizzarle mai. E invece nel suo ultimo romanzo - questo - isherwood trasforma una giornata nella vita di george, un professore inglese non più giovane che vive in california, in un'asciutta, e proprio per questo struggente, sequenza di scatti. Non è una giornata particolare per george: solo altre ventiquattr'ore senza jim, il suo compagno morto in un incidente. Ventiquattr'ore fra il sospetto dei vicini, la consolante vicinanza di charlotte, la rabbia contro i libri letti per una vita ma ormai inutili, e il desiderio di un corpo giovane appena intravisto ma che forse è già troppo tardi per toccare. Quanto basta per comporre un ritratto che non si può dimenticare, e che alla sua uscita sorprese tutti, suonando troppo vero per non essere scandaloso.
Alberto ha vissuto il suo quarto d'ora di gloria negli anni ottanta, quando è scoppiato a ridere, davanti alle telecamere, in faccia all'uomo più potente d'italia, giulio andreotti. Dopodiché il quarto d'ora si è prolungato, perché una rai già avida di volti nuovi gli ha offerto di condurre supersmile: un programma dal quale ha avuto soldi e il lasciapassare per il paradiso delle celebrità. Poi la trasmissione è stata soppressa e la festa è finita: di colpo. Oggi, a quarant'anni, con un matrimonio sull'orlo del fallimento, un figlio che non sa come educare e un padre anziano nelle mani di una badante slava, alberto si è perso. Ha provato a riciclarsi come motivatore di manager ed è strapagato per alimentare suggestioni. Ma il denaro non gli basta: ha conosciuto il successo e ha un disperato bisogno di riassaporarlo. Perciò coglie l'opportunità di aiutare un ex compagno di scuola, massimo dandi, a diventare sindaco di una cittadina di provincia. Siamo ai margini dell'impero, ma l'ambizione è sconfinata e per alberto, disposto a tutto pur di risorgere, è il primo passo verso il gran ritorno. Il romanzo di riccardo bocca si addentra nello sprofondo immorale dell'italia contemporanea, offrendoci il più realistico bestiario mai letto. Alberto siamo noi, e questi anni feroci sono il nostro pane quotidiano.
Il nome di proust suscita in voi un certo timore reverenziale? Non è il caso di sentirsi troppo intimiditi di fronte a lui, ci suggerisce alain de botton in questo libro. Vale la pena semmai di trarre profitto dalla sofferta esperienza del grande scrittore francese, perché nessuno meglio di chi è stato infelice può darci lezioni di quotidiana felicità: come avere un sacco di amici, come ridar vita a una liaison sentimentale che langue, quali sono i vantaggi e gli svantaggi della lettura. Con la verve del miglior umorismo inglese, e insieme una profonda sensibilità umana, alain de botton offre al lettore una guida di vita ispirata a uno scrittore che diventa un discreto, generoso, confortante 'compagno dell'anima'.
North carolina, 1946: il giovane noah, tornato nel paese natale dopo la guerra, realizza il sogno - coltivato da tempo - di abitare nella grande casa vicino al fiume, da lui riportata all'antico splendore. Alla perfezione del quadro manca però allie, una seducente ragazza incontrata anni prima, amata disperatamente nel breve spazio di un'estate e mai più ritrovata. Invece, un giorno lei ricompare, per vederlo un'ultima volta prima di sposarsi. Ma il destino ha deciso altrimenti, scrivendo per loro una storia diversa.
'È finito il nostro carnevale' è la storia di rigoberto aguyar montiel: una macedonia di geni razziali e un senzaterra ma soprattutto un amante del calcio e delle donne. Nella parigi di fine anni venti (a pochi mesi dal primo campionato mondiale di calcio) rigoberto si innamora perdutamente di consuelo, la magnifica modella che poserà per la creazione della coppa rimet. Scomparsa misteriosamente la ragazza (nel laboratorio di un orafo di nervoso talento), rigoberto promette a se stesso di rubare la statuetta d'oro, facendone il simbolo di tutte le speranze perdute dagli uomini. Inizia in questo modo una lunga cavalcata in giro per i cinque continenti, nelle vesti di cronista sportivo sempre sull'orlo del licenziamento. Il lungo viaggio di rigoberto è anche l'attraversamento del novecento, un percorso pieno di occasioni luminose (l'incontro con ernest hemingway, con django reinhardt, con tom jobim e vinicius de moraes) e di momenti tristi (la seconda guerra mondiale, le dittature sudamericane degli anni settanta, la fine del calcio come branca del romanticismo).