Nell'ungheria di inizio novecento le crisi politiche si succedono: l'equilibrio della monarchia austroungarica è sempre più precario, l'instabilità sta portando il paese al collasso e l'aristocrazia, che fino ad allora ha retto i destini dello stato, dimostra tutta la sua inettitudine. Attraverso gli occhi dei tre protagonisti - il giovane conte bàlint abàdy, che è appena tornato da una missione diplomatica all'estero per assumere un ruolo di alta responsabilità politica; suo cugino làszló gyeröffy, un artista promettente; e la sua amica adrienne miloth, una sposa infelice - il romanzo rivela al lettore gli avvenimenti politici e sociali che portarono alla caduta dell'impero. Grandi battute di caccia, balli sontuosi, duelli, corse a cavallo, banchetti, fortune dilapidate al tavolo da gioco, sono lo sfondo di questo appassionante e profetico romanzo: il perfetto ritratto di una classe sociale che era in procinto di scomparire per sempre. Scritto negli anni trenta e prima parte di una trilogia, 'dio ha misurato il tuo regno' è pervaso da un profondo senso di smarrimento e di perdita che accomuna i protagonisti, tutti a loro modo 'senza qualità', ma al tempo stesso insoddisfatti della propria esistenza; l'ungheria nel suo complesso, che anche per proprie colpe si sta ormai lasciando alle spalle i decenni di maggiore ricchezza per avviarsi verso una lunga fase di decadenza; e la transilvania in particolare che dovrà fare i conti con gli imprevedibili sviluppi della politica.
Il personaggio di gian burrasca, al secolo giannino stoppani, vede la luce sulle pagine del 'giornalino della domenica', fondato da vamba nel 1907. Il suo diario, tanto segreto quanto fittizio, intratterrà i giovani lettori per 55 puntate settimanali, poi raccolte in volume nel 1920. Ogni giorno giannino, senza timore di verità, annota sul suo diario una lunga e ininterrotta messe di marachelle, insubordinazioni, disastri. Rinchiuso dai genitori in collegio nel tentativo di imbrigliare la sua indole ribelle, continuerà la sua opera di protesta, schierandosi senza mezzi termini contro il mondo dei 'grandi', dei genitori, degli adulti. Lontano dai lacrimevoli intenti edificanti di 'cuore' e 'pinocchio', vamba regala al suo protagonista - e ai suoi lettori - la coscienza tranquilla di chi sa di non avere agito per malizia, ma solo per esuberanza o a fin di bene.
'ci sono romanzi che non avrebbero bisogno di introduzioni. Appena iniziamo a leggerli, sin dalle prime pagine ci proiettano in una vita per noi impensabile pochi istanti prima, nella quale tuttavia ci orientiamo a meraviglia. [ . ] delitto e castigo è uno di questi romanzi, un'opera di bruciante attualità, nella quale dostoevskij ha saputo cogliere a partire dalla sua epoca l'eco di voci remote nella nostra cultura e oggi più che mai vibranti. Leggendo questo romanzo ti viene subito in mente lo sguardo vuoto e spento di tanti 'eroi' della nostra cronaca nera, ti risuona nella testa la voce minacciosa del dio della genesi che grida a caino: caino, che hai fatto? Ora tu sei maledetto dalla terra, sarai errante e vagabondo. E ti chiedi: e se fossi stato io? ' (dalla prefazione di damiano rebecchini). Un romanzo decisivo per la successiva narrativa novecentesca, per lo scavo psicologico dei personaggi e la ferocia dell'analisi emotiva. In una nuova traduzione, l'immortale storia di sofferenza e salvazione diventata uno dei classici più amati e influenti di tutti i tempi (e di tutte le letterature).
«un romanzo del 1937 considerato un esempio di realismo magico, è una saga familiare visionaria in cui le generazioni sono scandite dall'imperversare di una maledizione» - corriere della seraincipit tra i più incalzanti della letteratura italiana, il romanzo si apre con la morte della gran vecchia, donna molto autoritaria che ha plagiato sia il figlio silvano che la nuora vittoria. Fiera e severa, la vecchia ammonisce i parenti, avvertendoli che tutta la famiglia morirà giovane. E muore. È il 1900. Nelle settimane successive, silvano e vittoria sperimentano la libertà. L'assenza, però, della gran vecchia al timone della casa disorienta la famiglia; vittoria si innamora di un altro uomo, silvano si dimostra sempre più inetto. Per giunta si ammala. E muore. È il 1905. La vedova, divisa tra il rimorso e la libertà, prova a rifarsi una vita. Gli anni passano, è il 1910. Vittoria si ammala e muore. La gente del paese inizia allora a pensare che la famiglia sia vittima di una maledizione, per cui uno dei membri continuerà a morire ogni cinque anni. A silvano e vittoria sopravvivono le due figlie, dirce e nora. Le giovani si convincono presto che la maledizione della gran vecchia sia ricaduta anche su di loro, con delle conseguenze destabilizzanti per entrambe.
Il primo grande romanzo di thomas mann racconta la storia di una famiglia tedesca dell'ottocento che dopo anni di prosperità è esposta a una tragica decadenza: le basi di un patrimonio e di una potenza che sembravano incrollabili sono sgretolate da una forza ostinata e segreta. Opera di ispirazione autobiografica, questo romanzo, capolavoro della letteratura europea, esprime compiutamente la concezione estetica e politica dello scrittore tedesco, il suo rimpianto per una mitica e solida borghesia, la coscienza della crisi di un mondo e di valori destinati inesorabilmente a scomparire.
Iniziato il 6 ottobre 1935 durante i giorni del confino politico, 'il mestiere di vivere' accompagna cesare pavese fino al 18 agosto 1950, nove giorni prima della sua morte, e diventa a poco a poco il luogo cui affidare i pensieri sul proprio mondo di scrittore e di uomo e, soprattutto, le confessioni ultime su quei drammi intimi che laceravano la sua esistenza. Amaro, disperato, violento, ironico, raramente sereno, pavese consegna al lettore una meditazione sulla vita, sui sogni, sui ricordi e sull'arte condotta con rigore intellettuale e morale; e allo stesso tempo, pagina dopo pagina, testimonia con lucidità l'evoluzione di un personale mestiere di vivere. In appendice 'frammenti della mia vita trascorsa', 'pensieri cassati', 'in sogno'. Completano il volume un ampio apparato di note, la cronologia della vita e delle opere, la bibliografia ragionata e l'antologia della critica.
'dostoevskij era uno di quei rari geni che avanzano d'opera in opera, per una sorta di progressione continua, fin che la morte non li venga bruscamente a interrompere. Nessun ripiegamento in quella sua focosa vecchiaia, non più che in quella di rembrandt o di beethoven, al quale mi piace paragonarlo; un sicuro e violento approfondirsi del suo pensiero' (andré gide). Fëdor m. Dostoevskij (1821-1881), scrittore russo. Cominciò a pubblicare nel 1846, con povera gente e il sosia. Seguirono umiliati e offesi (1861); memorie dal sottosuolo (1864); delitto e castigo e il giocatore (1866); l'idiota (1868); i demoni (1871-72).
Il giovane stefano lantier va a cercare lavoro in una miniera e trova un mondo di sofferenza e di miseria, in cui tutti i valori della dignità umana sono calpestati: l'onesto maheu, il volgare chaval, il macchinista russo suvarin, cupo e sognatore, la giovane e contesa caterina e molti altri personaggi, buoni e malvagi, assurgono a simbolo di una società e di una condizione in cui il male sembra prevalere su tutto, anche sull'amore. Il soffio epico che accompagna le fosche vicende di questa folla di 'miserabili' travolge ogni pretesa oggettiva per trasformarsi in visione, incubo, allegoria: la rivolta è possibile, ma la corruzione dell'animo umano sembra compromettere il sogno di una definitiva redenzione.
La storia di carlino, dell'educazione di una sensibilità e di una coscienza attraverso la vita; la storia di una nazione, del suo riscatto politico; la storia di un'epoca, drammatica e contraddittoria, di transizione. Dall'intreccio di questa triplice prospettiva scaturisce uno dei romanzi più suggestivi dell'ottocento italiano, una sorta di poema della fanciullezza, narrato con tanta trepidazione di sentimento, freschezza, ironia e generosità di rimpianto, che fa spuntare la certezza di un risveglio vicino, del prossimo risorgere di un popolo, di una nazione.
Uno spreco, una storia d'amore mancata, l'impossibile accordo tra educazioni sentimentali ispirate a modelli letterari diversi, la vita stritolata nelle divergenze fra civiltà e natura. L'incontro di evgenij e tatiana nella campagna russa, la lettera d'amore della signorina di provincia al giovane dandy, il duello con cui questo uccide l'amico, i suoi viaggi e infine l'arrivo a pietroburgo per riconoscere tatiana nelle vesti di altera principessa legislatrice di salotti e innamorarsene perdutamente: puskin racconta questa tragica storia con grande levità di toni.