'avevamo la sensazione che la vita sarebbe stata una gran cosa' poeta dell'eccesso, bukowski porta alta la bandiera di un anticonformismo californiano che ha una lunga storia alle spalle (una storia che comprende henry miller, i poeti beat e una cultura underground tanto articolata quanto pittoresca). In «compagno di sbronze», forse più che altrove, la vena satirico-umoristica dell'autore assume talora colorature selvagge o addirittura feroci. Colpa dell'atmosfera alienante di los angeles («passai accanto a duecento persone e non riuscii a vedere un solo essere umano»). Ma anche in questi racconti il vitalismo sfrenato, la scelta provocatoria dell'emarginazione e della provvisorietà, la sessualità eternamente in furore sono tanti sberleffi contro il perbenismo conformista, del quale qui si occupa opportunamente l'«agenzia soddisfatti e rimborsati». In fondo al sunset boulevard, charles bukowski, il 'folle', il 'fallito', salda il conto con il sogno americano. Nuova traduzione di simona viciani.
È una fame onnivora, il sentimento che divora teseo da tutta la vita. Scoppiato in gioventù al tempo della rivolta politica e arrivato fino agli anni più posati del lavoro da ferroviere, il suo appetito di distruzione gli ha bruciato due matrimoni e lo ha fatto andare a letto con troppe donne, scavandolo da dentro, lentamente, come una tenia. Quando decide di abbandonare tutto - perché tutto ha già abbandonato lui - il byron, locale alla moda in riva a un mare che di notte brilla delle luci di una fabbrica, sembra essere lo scoglio su cui fermarsi e da cui guardare il mondo, finalmente in salvo. La fame si è tramutata in solitudine, e la noia trasforma le nuove notti in esseri tutti uguali, fatti di bevute sorde, di corpi presi e lasciati nello spazio di un sogno. Il sasso che rompe lo specchio arriva - come sempre senza preavviso, senza scricchiolii. Dopo vent'anni rocco, il grande amico di una giovinezza ormai sepolta, colui che lo ha tradito come nessun altro avrebbe potuto, è venuto a chiedere perdono. Dopo aver detto l'indicibile, rocco uscirà dal locale e partirà in auto, da solo. In assenza di tutti, la notte toccherà la sua curva, il tempo in cui non c'è più tempo, il viaggio al termine delle umane possibilità di redenzione. Teseo non dovrà far altro che sprofondare, cercando di arrampicarsi come un cane da caccia finito in una trappola destinata alle prede.
Aveva grandi progetti, sofia. Pianista di straordinario talento, aveva iniziato una carriera come concertista, sostenuta da andrea, suo marito. Ma tutto è cambiato dopo quella fatidica notte. Da allora, sofia ha come rinunciato ai suoi sogni. Adesso non si esibisce più. È diventata un'insegnante di pianoforte. Non è certo un'esistenza da star, anzi le difficoltà economiche non mancano, eppure lei si sente appagata. Finché non incontra tancredi. Giovane, spregiudicato e brillante, tancredi è uno degli uomini più ricchi del mondo, nonché uno dei più soli. Sebbene tutte le donne prima o poi cedano al suo fascino, lui non sa dimenticare una ferita che l'ha cambiato per sempre e per questo è un uomo che non vuole amare. Eppure gli basta uno sguardo per rendersi conto che sofia è diversa, e il suo sorriso per lui è come acqua che scorre in un deserto di pietra. Farla sua diventa un'ossessione divorante. Nemmeno sofia può negare l'attrazione sempre più ardente che prova per questo sconosciuto tanto arrogante quanto fragile, forte e al tempo stesso terrorizzato all'idea di restare scottato di nuovo. D'un tratto, sofia non sa più chi è, né cosa vuole dalla vita. E, quando tancredi tenterà il tutto per tutto per conquistarla, sofia si troverà di fronte a una scelta impossibile.
Maycomb, alabama. La ventiseienne jean louise finch 'scout' torna a casa da new york per visitare l'anziano padre, atticus. Ambientato sullo sfondo delle tensioni per i diritti civili e il trambusto politico che negli anni cinquanta stanno trasformando il sud degli stati uniti, il ritorno di jean louise prende un sapore agrodolce quando viene a sapere verità inquietanti sulla sua famiglia, sulla cittadina e sulle persone che le sono più care. Tornano a galla ricordi dell'infanzia, e i suoi valori e convincimenti sono messi seriamente in discussione. Con il ritorno di molti personaggi emblematici de 'il buio oltre la siepe', 'va', metti una sentinella' cattura perfettamente le sofferenze di una giovane donna e di un mondo costretti ad abbandonare le illusioni del passato, una transizione che può solo essere guidata dalla coscienza di ciascuno. Scritto a metà degli anni cinquanta, 'va', metti una sentinella' permette una comprensione più completa e più ricca di harper lee.
Cos'hanno da confabulare sette ragazzini di dodici anni, in un angolo della piazzetta del paese? Semplice, stanno organizzando la rapina del secolo che cambierà per sempre le loro vite. 'di rapinatori della nostra età non s'è mai sentito', osserva ranacci, il bastian contrario del gruppo. 'È la sorpresa che sta dalla nostra, mica altro! ', ribatte billo, il capo. Per il resto, basta mettere il sonnifero nel caffè della guardia ed è fatta. In una primavera di fine anni ottanta, il brancaleonesco progetto 'criminale' del gruppo è però solo un assaggio, il primo lampo della tempesta annunciata da un sussurro che corre sulla bocca di tutti, da un pensiero che trova sbocco in una frase di paura: 'È tornato il messicano! ' . Nessuno sa perché fosse sparito nel nulla, anni prima, quando era il re della città e ogni traffico più o meno illecito passava per le sue mani. La fantasia dei sette ragazzini e dell'intero paese si accende e trema alla ricomparsa di questa figura leggendaria, l'uomo nero della cui esistenza i più giovani già iniziavano a dubitare, quasi fosse un'evanescente presenza partorita dal folclore locale. Sul filo dei desideri e delle paure inconsce dell'infanzia, christian frascella torna con un romanzo che diverte e commuove, trasformando in favola la piccola quotidianità e in mitologia le storie da bar di una provincia immaginaria, ancora per poco ingenua, mentre alle porte già bussa un'adolescenza nuova e misteriosa alla quale tutti, i bambini e il paese intero, dovranno cedere qualcosa.
Allevata dagli zingari, juliette, vive una giovinezza avventurosa e movimentata. A sedici anni si innamora di guy lecorbeau e si unisce alla sua compagnia di girovaghi. Finché, tradita dall'amante e stanca per le continue traversie, si rifugia con sua figlia fleur nell'abbazia di sainte-marie-de-la-mer, un piccolo convento isolato, a due miglia dall'atlantico. Ma la morte dell'anziana badessa e l'inatteso ritorno di lecorbeau, portano nuovi guai.
Un uomo e una donna si incontrano per caso mentre tornano al loro paese natale, che hanno abbandonato vent'anni prima scegliendo la via dell'esilio. Riusciranno a riannodare i fili di una strana storia d'amore, appena iniziata e subito inghiottita dalla palude della storia? Il fatto è che dopo una così lunga assenza
Thibault ha quarant'anni, è single, fa il medico d'urgenza a parigi, gira la città da un capo all'altro per visitare pazienti malati, in fondo, nient'altro che di solitudine. La sua vita è così, 'una vista panoramica sull'entità del disastro'. E all'alba del 20 maggio ha appena lasciato la donna con cui stava, senza sapere bene perché. Forse solo per la paura di perderla. Comunque l'ha fatto. Anche mathilde ha quarant'anni. Rimasta sola con tre figli, si occupa di marketing in una multinazionale. Da qualche tempo ha perso il sonno perché qualcuno ha deciso che è incompatibile con le strategie dell'azienda e la sta mettendo fuori con sottile, implacabile violenza. Ha delle colpe? O non è forse che l'azienda si è trasformata 'in un luogo di abuso, di tradimento e mediocrità'? Certo è che mathilde al fondo non vuole cedere. Comunque deve fare qualcosa. E lo farà. Anche per lei il 20 maggio è una data fatidica. Mathilde e thibault non si conoscono, ma condividono molte cose: quell'improvviso vuoto interiore, quella certezza di aver perso e di non aver più niente da perdere, quella voglia di non umiliarsi ulteriormente. E la sensazione che stia per succedere qualcosa, il sogno di un amore, di una persona 'che non abbia paura delle lacrime dietro il sorriso, né del sorriso tra le lacrime'. In una parigi che opprime con le sue finzioni e con l'illusione di una facile promiscuità, mathilde e thibault in quel 20 maggio fatalmente si incrociano, si sfiorano, si guardano.
Le paludi pontine sono terra di città nuove, 'trionfali' e desolate, che nessun turista visitava fino a ieri. Sono un alveare di contadini, gente che parla in romanesco e ricorda in veneto, spediti lì dal duce - quello 'buono', quello che mieteva il grano - a bonificare stagni e pantani. Che poi, mica la voleva, lui, littoria. Lui si accontentava di qualche borgo rurale, perché gli italiani sono un popolo di agricoltori. Ma alla fine ci si è affezionato, e anche ora che si chiama latina il suo fantasma ci si aggira sempre, di notte, a bordo d'un rumorosissimo guzzi 500-falcone sport. Controlla che tutto vada bene e che la gente del posto non combini troppi casini. Perché 'di là' vogliono caricarlo pure dei peccati loro. In fondo è a causa sua che abitano quel brandello di lazio. Perfino il sindaco è un uomo suo. Ai tempi lo avevano nominato federale, 'federale facente funzioni' a essere precisi, e adesso che una classifica del sole-24 ore ha piazzato latina fra le peggiori città del paese, per migliorarne l'immagine ha partorito un'idea folgorante: i trapianti di cuore. I trapianti sono una cosa ultramoderna e si fa una grandissima figura, sostiene. E c'è infine palude che ne ha bisogno, palude che quando era ancora in forze ti alzava con una mano sola, se non stavi zitto. Adesso ha il cuore stanco. Peccato solo che sia un operaio rosso e comunista. Ma non importa, è deciso: il trapianto si farà. Per procurarsi un donatore basta in fin dei conti spargere una latta d'olio sopra la pontina.