La follia che sconvolge la mente di re lear e la cecità che spegne gli occhi del conte gloucester sono i cardini su cui ruota l'immensa metafora di quest'opera: solo attraverso un tragico destino la mente dell'uomo, cosciente del proprio errore di giudizio, riesce a
Ecco un classico della poesia italiana ed europea studiato e commentato da altri due poeti che hanno ormai un loro posto indiscutibile nel panorama della nostra letteratura. Foscolo si occupò del petrarca nel 1823 e di leopardi tra il 1825 e il 1826. E proprio nell'età di un grande risveglio culturale dove, accanto allo sbocciare della sensibilità romantica, prendeva il via il sentire estetico moderno. Il 'saggio sopra la poesia del petrarca' di ugo foscolo non segna soltanto un punto fermo nella stessa storia della critica della poesia petrarchesca: è anche la testimonianza di come un grande poeta sappia 'far critica', riuscendo a cogliere, dietro il cristallo apparentemente immobile dello 'stile' petrarchesco, i grandi e problematici destini dell'uomo di sempre. Il commento del leopardi alle 'rime' del petrarca è esemplare sia perché può considerarsi una acuta guida alla loro lettura sia perché, al contempo, è lo strumento per comprendere la poetica dello stesso autore dei 'canti'.
Un poeta più vicino alla morte che non alla filosofia, più vicino al dolore che all'intelligenza, più vicino al sangue che all'inchiostro. ' continua così un lettore straordinario come garcía lorca, che già nel 1934 aveva descritto perfettamente le qualità peculiari e l'unicità di neruda: 'un poeta pieno di voci misteriose che per fortuna lui stesso non sa decifrare: un uomo vero che ormai sa che il giunco e la rondine sono più eterni della guancia dura della pietra… in pablo neruda crepita la luce ampia, romantica, crudele, esorbitante, misteriosa dell'america'. L'antologia, curata e tradotta da roberto paoli, offre una selezione delle più belle poesie di neruda e ne inquadra criticamente l'intera produzione.
E se la più grande scrittrice di gialli di tutti i tempi diventasse protagonista di una sua storia? È il dicembre del 1926. Una donna scompare in circostanze enigmatiche. La polizia trova la sua macchina abbandonata. Tutto fa pensare a un omicidio o, peggio, a un suicidio. Si aprono le indagini; la polizia e la stampa si mobilitano. Tutta l'inghilterra è in fibrillazione. Quella donna è agatha christie. La scrittrice inglese più tradotta al mondo. Cosa è accaduto veramente? Perché si sono perse le tracce di agatha? C'è davvero di mezzo un assassinio? Una trama complicata mette in gioco un tradimento, una vendetta, un'improvvisa, angosciante amnesia. Jared cade, in questo libro appassionante come una detective-story, risolve il mistero grazie a testimonianze di prima mano, documenti e fotografie inedite. Ci svela così aspetti sconosciuti della biografia dell'inventrice di poirot, indagando nella sua psicologia. E ci consegna la verità su un episodio inquietante che lascia, nella vita di agatha christie, un segno profondo come una ferita.
Ripensare alle baccanti significa ripensare alla cultura dell'antica grecia. Ma quale cultura? Quella della filosofia e della letteratura o quella della gente incolta? Euripide, intellettuale raffinato, rifiuta una visione elitaria del sapere, e crea una tragedia straordinaria, con risvolti profondamente conflittuali rispetto alla tradizione. C'è un dio, dioniso, che inganna e vince ma senza esiti trionfalistici; c'è un antagonista, penteo, che viene beffato e fatto a pezzi dalla sua stessa madre: impulsi selvaggi, spettacolarità esasperata, e però anche pietà e sofferenza. L'edizione, curata da vincenzo di benedetto, propone un commento sistematico, che si accompagna a un riesame critico del testo originale e a un'analisi dei moduli scenici.
Nella londra del primo novecento, in un universo brulicante di miserabili, furfanti e prostitute, lo strozzino gionata geremia peachum cerca di consegnare al boia lo sgradito genero mackie messer. Vano tentativo, però: imprigionato dopo colpi di scena, tradimenti e fughe, mackie già sulla forca e con il cappio al collo, vedrà ribaltarsi provvidamente il suo destino.
È il primo testo letterario, non di finzione, in cui l'autore esiliato dal mondo, è davvero convinto di rivolgersi soltanto a se stesso. È anche un documento della patologia psichica di un uomo che cerca compensazione e sollievo nella libera attività del sognare, contemplare, divagare della mente e quindi nel registrare nella scrittura, l'ebbrezza di questo abbandono. Un romanzo di
Beffarda e ironica fin nel titolo, la storia vera è il racconto di uno spassoso viaggio nei regni dell'impossibile. Varcate con cinquanta compagni le colonne d'ercole, estremo limite della conoscenza umana, luciano entra nella dimensione dell'ignoto e del superumano: viene portato sulla luna da un turbine, visita gli abissi marini nella bocca di un enorme pesce e arriva nelle favolose isole dei beati, incontrando per via prodigi d'ogni sorta. Un divertissement singolare e per molti versi sorprendente da cui prese spunto tutta la moderna letteratura fantastica e fantascientifica, da swift a raspe fino a collodi e verne. Quintino cataudella traccia nell'introduzione un profilo della vita e dell'attività letteraria di luciano e analizza il contenuto e la tecnica comica della storia vera.