Né l'editore né lo stesso autore si attendevano, all'uscita de 'i misteri di parigi', lo sconvolgente successo che tutta la francia - e poi tutta l'europa - tributarono a eugène sue, che aveva ambientato negli inferi parigini un romanzo d'appendice: era invece un thriller ante litteram. Qualunque lettore si appassiona irresistibilmente alle gesta del principe rodolphe di gerolstein che cerca sua figlia fleur-de-marie. Da un tale successo il 'genere popolare' s'impose nella cultura e dell'editoria del tempo, e scrittori come balzac, hugo e dumas affidarono a questo genere i loro libri.
Con la 'particolare nitidezza' di qualcosa che si vede dall'altro capo di un telescopio, minuscolo ma provvisto dello smalto allucinatorio di una decalcomania, nabokov ha lasciato affiorare dalle pagine di questo libro la sua fanciullezza nella 'russia leggendaria' precedente alla rivoluzione, troppo perfetta e troppo felice per non essere condannata a un dileguamento istantaneo e totale, sospingendo poi il ricordo fino all'apparizione dello 'splendido fumaiolo' della nave che lo avrebbe condotto in america nel 1940. 'il dettaglio è sempre benvenuto': questa regola aurea dell'arte di nabokov forse mai fu applicata da lui stesso con altrettanta determinazione come in 'parla, ricordo'. Qui l'ebbrezza dei dettagli che scintillano in una prosa furiosamente cesellata diventa il mezzo più sicuro, se non l'unico, per salvare una moltitudine di istanti e di profili altrimenti destinati a essere inghiottiti nel silenzio, fissandoli in parole che si offrono come 'miniature traslucide, tascabili paesi delle meraviglie, piccoli mondi perfetti di smorzate sfumature luminescenti'. Compiuta l'operazione da stagionato prestigiatore itinerante, nabokov riarrotola il suo 'tappeto magico, dopo l'uso, così da sovrapporre l'una all'altra parti diverse del disegno'. E aggiunge: 'e che i visitatori inciampino pure'. Cosa che ogni lettore farà.
Juan si è appena sposato con luisa, ma fin dal viaggio di nozze viene assalito da brutti presentimenti, da uno strano malessere. Capisce che la causa delle sue inquietudini va ricercata nei punti oscuri del suo passato, della sua famiglia, ma non può e non vuole scavare nelle sue origini. Sarà un suo amico d'infanzia a raccontargli del suicidio di teresa, la giovane moglie di suo padre che lui credeva morta di qualche malattia. E sarà luisa a fare luce sui segreti del passato, a dare una spiegazione a ciò che juan non avrebbe voluto sapere.
La vita è un immenso oceano che ci contiene e ci scuote con il continuo movimento delle sue onde, sempre inafferrabile, impossibile da fissare. Ma da dove viene, e quale logica la muove? Vito mancuso risale alle origini della nascita e dell'evoluzione di questa vita sulla terra, proponendo una visione della natura che non procede solo per mutazioni casuali e per egoistiche selezioni competitive, ma è soprattutto il frutto di una continua armoniosa aggregazione il cui senso intrinseco è il bene. Da questa visione 'drammaticamente ottimista' in cui la nostra esistenza può sussistere solo in relazione con quella degli altri viventi, mancuso recupera magistralmente la possibilità di una rinnovata analogia tra uomo e mondo. Ne nasce un'etica della nutrizione e dell'ecologia capace di purificare il nostro corpo, meglio proteggere e custodire il pianeta, offrirci criteri per un consapevole esercizio della libertà. In questa prospettiva il valore di un essere umano non dipende da ciò che ha o che sa, ma da quanto riesce a mettersi al servizio di qualcosa di più grande di sé: dalla sua capacità di aprirsi all'altro, di abbracciare, di amare. È la nuova visione del mondo di cui questa vita ha urgente bisogno per tornare a fiorire.
Nei suoi articoli e nei suoi libri, come nella rubrica bananas, pubblicata quotidianamente sull''unità', marco travaglio segue con puntigliosa determinazione l'involuzione italiana. Da un lato tiene viva la memoria di un passato che i nostri potenti sembrano dimenticare con facilità sospetta, cambiando opinione e posizione con assoluta disinvoltura, nascondendo montagne di scheletri negli armadi, impermeabili al senso del ridicolo. Dall'altro resta tenacemente fedele ad alcuni principi elementari del vivere civile a cominciare dalla difesa della legalità e delle istituzioni e delle forme democratiche.
'lo sconosciuto era un fumetto che trattava i lettori da adulti, e non un fumetto per adulti. ' - dall'introduzione di diego de silva il primo episodio de 'lo sconosciuto' appare nel luglio del 1975, e da allora il fumetto italiano non è più stato lo stesso. Attualità sociale, politica internazionale, erotismo e avventura, in uno straordinario mix che ha trasformato il modo di intendere la narrativa grafica nel nostro paese e che ha ispirato più di una generazione di autori. Introduzione di diego de silva.
Le più belle ricette da realizzare in cucina insieme ai propri bambini, con ingredienti e gusti ispirati alle figure dei santi e alle feste più importanti del calendario. Un modo per sperimentare nuovi piatti e conoscere da vicino le storie di grandi donne e uomini che hanno seguito gesù. Un libro nato dall'idea di due mamme sempre alle prese con i fornelli e con l'educazione del gusto dei loro piccoli.
Nella valle dei mulini vivono uomini, donne e ragazzi come tanti. Poi un giorno arrivano le macchine perfette. Da allora, agli abitanti della valle basta schiacciare un pulsante per avere un mondo perfetto, così tutti smettono di sognare. Ma proprio tutti? Età di lettura: da 5 anni.
La pietra miliare, una locanda come tante, nasconde un incredibile segreto. L'uomo che la gestisce, kote, non è davvero il mite individuo che i suoi avventori conoscono. Sotto le sue umili spoglie si cela kvothe, l'eroe che ha fatto nascere centinaia di leggende. Il locandiere ha attirato su di sé l'attenzione di uno storico, che dopo un lungo viaggio non privo di pericoli e avventure riesce a raggiungerlo e convincerlo a narrare la sua vera storia. Il nostro eroe muove i suoi primi passi a bordo dei carri degli edema ruh, un popolo di attori, musicisti e saltimbanchi itineranti che, nonostante le malevole credenze popolari, si rifanno a ideali nobili e tengono in gran conto arte e cultura. Kvothe riceve i primi insegnamenti dall'arcanista abenthy, e viene poi ammesso all'accademia, culla del sapere e della conoscenza. Qui egli apprenderà diverse discipline, stringerà salde amicizie e sentirà i primi palpiti dell'amore, ma dovrà anche fare i conti con l'ostilità di alcuni maestri, l'invidia di altri studenti e l'assoluta povertà; vivrà esperienze rischiose e incredibili che lo aiuteranno a maturare e lo porteranno a diventare il potentissimo mago, l'abile ladro, il maestro di musica e lo spietato assassino di cui parlano le leggende.