Un nuovo libro di racconti pieno di humor caustico del celebre autore e conduttore radiofonico americano. Dalla sua eroica resistenza ai tentativi di una logopedista di correggere un difetto di pronuncia, alle spassose imprese con victor mancini, nano insegnante letteralmente ossessionato dai seni femmininli, alle sue peripezie con la lingua francese: ogni episodio è un'occasione per le sue osservazioni a volte ciniche, a volte oltraggiose, a volte sarcastiche, ma sempre divertentissime.
Iole vergara è la zitella del paese. Lavora come dattilografa presso il comune, abita in un condominio affacciato sul lago e la sera cena con una tazza di caffellatte. È un'esistenza fatta di abitudini, grigia e monotona, se non fosse per le chiacchiere con la collega iride sulla prostata del segretario comunale, o per i mille pettegolezzi che s'inseguono in paese. Ma persino la timida e solitaria iole ha un segreto, come scoprirà iride nel ricevere il regalo di nozze della collega: si chiama dante, e per qualche tempo al centro dei pettegolezzi ci sarà proprio il misterioso amico della dattilografa comunale.
'mi chiamo teresa ciabatti, ho quattro anni, e sono la figlia, la gioia, l'orgoglio, l'amore del professore. ' il professore è lorenzo ciabatti, primario dell'ospedale di orbetello. Lo è diventato presto, dopo un tirocinio in america, perché è pieno di talento ma modesto, un benefattore, qualcuno dice un santo. Tutti lo amano, tutti lo temono, e teresa è la sua figlia adorata: l'unica a cui il professore consente di indossare l'anello con lo zaffiro da cui non si separa mai. L'anello
Il romanzo si apre su una roma decadente di fine millennio, in pieno giubileo. L'italia, con la sinistra di governo, sta vivendo un momento storico particolare: all'apparente ripresa economica si contrappongono fenomeni allarmanti come la malavita, le 'nuove povertà', le 'vecchie' tossicodipendenze e, più in generale, lo sbandamento di una nuova generazione. Vivere alla giornata è l'imperativo che si è dato franz maria, la voce narrante e, quando arriva nella capitale da una cittadina della puglia, non trova di meglio che farlo tra i reietti della stazione tiburtina, circondato da un caleidoscopio di personaggi uniti in una sorta di 'corte dei miracoli' underground di fine millennio.
Saturnine, giovane ragazza belga, cerca un alloggio a parigi. Trova, per una cifra davvero modesta, un sontuoso appartamento da condividere con l'eccentrico proprietario, il grande di spagna don elemirio nibal y milcar. Ma l'irriverente saturnine non sa che otto donne prima di lei hanno abitato in quella magnifica casa, che hanno indossato abiti dai colori meravigliosi creati dalle mani di don elemirio, e che di loro nessuno ha più notizie. Un romanzo che rivendica il diritto ad avere dei segreti e che indaga i meccanismi dell'amore, il cannibalismo sentimentale e la doppiezza della natura umana.
Un uomo. Una donna. Un incontro virtuale su un blog di cucina che dà il via a un intenso scambio epistolare. Inizia tutto con uno scambio di ricette. È così che francesca, bibliotecaria milanese, conosce fabio, ingegnere romano. Solo che il blog è quasi del tutto femminile, per cui fabio non ci ha pensato nemmeno un secondo e, semplicemente, si è finto una donna facendo entrare in scena maria. Doveva essere solo un gioco, il desiderio innocente di avere accesso a un circolo di persone che condividono la stessa passione per i fornelli, ma tra i due piano piano si sviluppa un'intesa. Di mail in mail, dai consigli di cucina passano a raccontarsi le loro vite: francesca è sposata, con una famiglia caotica da gestire e una vita fin troppo pianificata; fabio/maria è più sregolato, single, reduce dall'ennesimo fallimento sentimentale. Diversissimi sulla carta, hanno invece un'istintiva affinità nell'approccio ai fornelli e alla vita. All'impiattamento preferiscono la sostanza e, come parola chiave, la 'semplicità': ingredienti genuini e tanta cura, in cucina come nei rapporti affettivi. Protetti dalle loro tastiere e da 632 chilometri di distanza, costruiscono un'amicizia complice e giocosa, sempre più stretta. Superano perfino un incontro a roma in cui fabio convince un'amica a prendere il suo posto pur di coprire la sua bugia, finché la verità emerge. Faranno pace? Si innamoreranno o resteranno amici?
Abbiamo lasciato lupo e anatra finalmente sposi nella storia precedente, e ora li ritroviamo in dolce attesa che si schiudano le uova nate dal loro amore. E qui i ruoli si invertono e i mondi si ribaltano: lupo, filosofo teorico, sempre perso in astrazioni e pensieri profondi, decide di occuparsi direttamente della cova delle uova, lasciando la consorte libera di muoversi per il mondo, per conoscerlo e capire che cosa conti davvero. Iniziano così i percorsi paralleli dei due protagonisti. Lupo bada alle uova, riflettendo sul senso dell'attesa e diventando punto d'incontro per vari personaggi, amici e nemici: un vecchio riccio in pensione afflitto dalla solitudine, una volpe invidiosa, un esercito di gufi benpensanti. Mentre anatra diventa una giornalista e intraprende un viaggio personale, e tutto femminile, nel crudele e variopinto mondo del potere popolato da struzzi, leoni e chiassosi tacchini, alla ricerca della bellezza e di ciò che è veramente importante.
In un luogo e in un tempo imprecisato, una piccola cittadina vive un incubo infinito: da mesi gli abitanti sono immersi in un inverno che sembra non voler finire mai, la luce del sole è solo un lontano ricordo, ovunque solo freddo e neve. Mentre gli adulti, progressivamente, cadono in una profonda depressione, uno spirito misterioso - di nome febbraio - si accanisce contro la popolazione, vietando il volo degli aquiloni e delle mongolfiere dei bambini. Ed è proprio quando questi ultimi iniziano a scomparire che thaddeus lowe decide di reagire, dichiarando guerra a febbraio. Una storia allegorica e struggente, un piccolo scrigno di invenzioni letterarie e immagini poetiche. Shane jones racconta una surreale fiaba invernale, in cui un'umanità oppressa, che non ha perso la speranza, ha ancora la forza di lottare.
Il palcoscenico è deserto. Il grido echeggia da dietro le quinte. Il pubblico in sala a poco a poco si zittisce. Un uomo con gli occhiali, di bassa statura e di corporatura esile, piomba sul palco da una porta laterale. Signore e signori un bell'applauso per dova'le g. ! C'è qualcosa di strano nella serata. Tra le sedie c'è un intruso, trascinato fino a quella cittadina poco raccomandabile da una telefonata inattesa: è l'onorevole giudice avishai lazar, amico d'infanzia di dova'le. Deve giudicare la vita intera di quello che, lo ricorda solo ora, era un ragazzino macilento e incredibilmente vivace, con l'abitudine stramba di camminare sulle mani. Dova'le sul palco si mette a nudo, e imprigiona la sala nella terribile tentazione di sbirciare nell'inferno di qualcun altro. Nella storia di un bambino che camminava a testa in giù e da quella posizione riusciva ad affrontare il mondo. Un ragazzino che al campeggio paramilitare viene raggiunto dalla notizia della morte di un genitore e deve partire per arrivare in tempo al funerale. Ma chi è morto? Nessuno ha avuto il coraggio di dirglielo, o forse lui non ha compreso. Il giovane dova'le ha un viaggio intero nel deserto per torturarsi con l'angoscia di un calcolo oscuro che gli avvelena la testa. Mio padre o mia madre? Ora eccolo, quel ragazzino, ancora impigliato nell'estremo tentativo di venire a capo di quella giornata lontana, ancora incapace di camminare dritto.
Sal paradise, un giovane newyorkese con ambizioni letterarie, incontra dean moriarty, un ragazzo dell'ovest. Uscito dal riformatorio, dean comincia a girovagare sfidando le regole della vita borghese, sempre alla ricerca di esperienze intense. Dean decide di ripartire per l'ovest e sal lo raggiunge; è il primo di una serie di viaggi che imprimono una dimensione nuova alla vita di sal. La fuga continua di dean ha in sé una caratteristica eroica, sal non può fare a meno di ammirarlo, anche quando febbricitante, a città del messico, viene abbandonato dall'amico, che torna negli stati uniti.