Il suo volto barbuto e sornione, la sua voce fonda e ruvida richiamano immagini di chitarre nomadi, sogni e rivolte giovanili. Ma francesco guccini non è solo il cantautore simbolo di più d'una generazione, ma uno scrittore e un audace innovatore linguistico. La vena umoristica e satirica, così viva nelle sue canzoni, ora emerge anche sulla pagina: con 'la legge del bar e altre comiche' guccini ci narra infatti storie, spesso autobiografiche, costruite con tutto il gusto della gag cinematografica. Testi prima dispersi, su fogli volanti o in pubblicazioni di amici, vengono raccolti in questo volume, accompagnati dai disegni di celebri vignettisti, da altan a bonvi ad andrea pazienza.
C'è un funerale che si allinea compostamente, governato da donne attive, consapevoli, circondate da uomini spaesati e privi di ruolo. Ma quando al cimitero si scopre che la lapide sborda di qualche centimetro, ecco che i maschi trasformano l'occasione in un insperato cantiere, armati di flessibile e di smeriglio. C'è mira col suo innamorato. Vanno ogni giorno a bere il caffè dal signor ludden, su un vecchio divano di broccato, davanti alla tv accesa. Ma perché ci sono venti gradi sotto zero a casa del signor ludden? E poi ci sono il graffitaro, il vecchio saletti che vuol pregare e non crede in dio, la devastante happy hour dei signori mauser e il grande pianto di un bambino per la prima volta di fronte alla morte.
Un amore lancinante, quello di federico per cristina l'indifferente, un amore la cui vanità è insieme motivo e risultato del suo essere sentimento ossessivo, puro e irrinunciabile. La risposta, che non trova in lei, la cerca allora in un simulacro di vendetta fatto di azione pura, scadente e umanissima: travestiti, filmetti porno, sbronze di mescal, risse in discoteca, donne migliori di lei, ma peggiori perché disponibili. E poi l'odio per il sistema, i piani per aggredirlo, colpirlo, ferirlo; ma anche qui ogni tensione è innescata solo dall'ansia di farsi prendere in considerazione e di qualificare l'attualità, e quindi destinata a esiti impacciati e ridicoli. Da questo romanzo il film diretto da edoardo nesi.
Pepe carvalho e biscuter, come due novelli don chisciotte e sancho, si sono lasciati dietro il nido di vipere afghano e sono giunti a bangkok, luogo mitico del passato del detective, scenario di 'gli uccelli di bangkok'. Imbarcati su una nave da crociera, l'uno come interprete, l'altro come cuoco, proseguono il loro viaggio verso bali, dopo una breve sosta a singapore. Tappa dopo tappa hanno però accumulato troppi nemici e sono nuovamente costretti alla fuga che li porterà in australia, poi in sud america, dal cile all'argentina, in brasile, e poi nel deserto africano, fino ad alessandria e al ritorno in patria.
E' una notte lunga per jay: ha deciso di lasciare la compagna e i suoi due figli, dopo anni trascorsi tra litigi e riappacificazioni. Mentre si prepara ad abbandonare la sua casa, non può fare a meno di ripensare alla sua vita, di rivivere le trasgressioni dell'adolescenza, i sogni mai realizzati e la paura delle responsabilità. Gli amori passati, gli amici, scorrono davanti ai suoi occhi come in un film, mettendo a nudo tutte le sue debolezze. E' davvero deciso ad abbandonare la noiosa tranquillità quotidiana, rischiando l'affetto dei figli? Riuscirà a chiudersi dietro le spalle quella porta e diventare un altro uomo? L'alba è vicina, non c'è più tempo per continuare a guardare dentro se stesso e scegliere se non voltarsi più indietro.
'molti dei racconti che leggerete si sono impossessati di me in questo o quel momento, e non mi hanno lasciato libero finché non li ho inchiodati alla pagina. ' così ray bradbury descrive la genesi dei testi racchiusi nel 'pigiama del gatto', l'ultima raccolta da lui pubblicata. Sono venti storie, più un prologo e un epilogo, venti gemme del tesoro d'immaginazione chiuso nella geniale mente letteraria dell'autore di 'fahrenheit 451'. In questi racconti, scritti in un lungo arco di tempo e ambientati tra il passato prossimo e un indefinito futuro, bradbury rende omaggio ai grandi scrittori che l'hanno ispirato, da fitzgerald a melville, da poe a wilde, e trascina il lettore nel suo mondo fatto di amicizie, delusioni, paura, viaggi nel tempo, vecchie dimore e artisti perduti. Ci narra di senatori ubriachi che perdono al gioco nientemeno che gli stati uniti; di coppie di sposini che si trovano a mettere a dura prova la loro idilliaca relazione; di misteriosi stranieri che terrorizzano il vicinato con inaudite urla notturne; di donne solitarie pronte a cogliere l'ultima occasione per amare. La quotidianità dell' american way of life, o quasi, ma osservata con l'occhio indagatore di bradbury, che sa renderla sempre sorprendente.
'È l'unica parte della mia vita che mi sembra giusta. Ed è quella sbagliata'. Nel tentativo di evitare gli spoiler, non diremo a cosa si riferisce l'addetto alle pulizie che è il protagonista del gioco. Ma la sua situazione è simile a quella in cui si trovano, negli altri monologhi di questa raccolta, la commessa di un grande magazzino, l'impeccabile casalinga probabilmente all'oscuro dei molti e sanguinosi misfatti del marito, l'antiquaria che si lascia sfuggire, per avidità, il colpaccio della vita, e altri ancora: un punto di svolta, dove esistenze fino a quel momento anonime si squarciano, facendo affiorare una realtà ingovernabile, sordida, agghiacciante. È quanto succede abitualmente ai personaggi dell'autore più amato d'inghilterra, certo. Ma è anche quanto succede, o rischia di succedere, a ciascuno di noi. Il che spiega piuttosto bene quello che si potrebbe chiamare, d'ora in avanti, il paradosso bennett: ridere - da morire - leggendo qualcosa che, a pensarci meglio, così ridere non fa.
«a flint-market prese il 10. 46 per liverpool street. Mentre il treno usciva dalla stazione se ne stette col capo chino per la vergogna, perché la città dove era vissuta per quasi dieci anni non aveva voluto una libreria».
L'oriente del mistero e della suggestione, l'india di un piccolo paria che vede la sua città solo tra le gambe di chi lo scavalca, il nepal dei maestri asceti, l'indonesia e singapore, la meravigliosa tahiti di gauguin, l'inedita bali di un artista che costruisce aquiloni con i sacchetti di plastica. Sfondi esotici, su cui andrea bocconi tratteggia le sue storie: non più cronache di viaggio, ma veri e propri racconti. Un mondo osservato con occhi occidentali ma curiosi, sempre pronti a riconoscere la verità nella lontananza. E poi il ritorno a casa, l'italia, e una realtà quotidiana che si rivela assai meno distante dall'oriente di quanto si potesse sospettare.