Una foresta innevata che si trasforma a natale in un meraviglioso giardino, impervie montagne che rivelano miniere d'argento, schiere di anime perdute che penano tra i ghiacci eterni, accudite da una vecchietta abbandonata che non si rassegna alla solitudine: è la svezia delle antiche fiabe che rivive in questi racconti di selma lagerlöf, quella dei miti e delle leggende, delle storie tramandate al lume di candela nelle lunghe notti nordiche. Ma come nei suoi grandi romanzi, lo sfondo fantastico serve a raccontare i desideri, le passioni, le grandi domande morali. La fede nella bellezza di un vecchio abate che fa nascere un fiore nel buio inverno del nord, la giovane che perde il suo amore in mare e trova nei sogni come riportarlo in vita, il violinista presuntuoso che impara l'umiltà dalla musica di un ruscello. Dietro un'apparente semplicità emerge una sottile indagine dell'animo umano: non c'è mai un 'vissero felici e contenti' nelle sue storie, ma il lieto fine è segnato da una redenzione, l'accettazione di un limite, il superamento di una paura, una ritrovata fiducia nella fantasia. E quasi sempre il 'miracolo' avviene attraverso un racconto nel racconto, quell'inesauribile potere dell'immaginazione di far vedere la realtà con altri occhi o di ricrearla, di trasformare uno scrigno nascosto nel tesoro dell'imperatrice maria teresa, e di insegnare a re gustavo come il valore degli uomini superi ogni ricchezza.
Un'infanzia solitaria e pensosa; un'adolescenza di sogni tormentosi, illuminata dalle letture; e una giovinezza rivoluzionaria, tra battaglie, giornali, illusioni e disillusioni. 'un uomo finito' (1913) è il romanzo-autobiografia intellettuale nel quale papini racconta i primi trent'anni di vita di un giovane 'nato con la malattia della grandezza'. Affascinato da bergson e dal titanismo di nietzsche, lo spirito inquieto e geniale dell'autore, alla perenne ricerca della verità, rivive in un racconto sincero animato da una prosa ricca e brillante, con accenti di profonda poesia. Un'opera imprescindibile per cogliere la temperatura ideale, l'entusiasmo e la delusione della generazione di intellettuali che inaugura il novecento.
Stephen dedalus studia, lontano dai genitori, presso i gesuiti. Quando, ormai adolescente, passa a un altro collegio, vive le prime esperienze sessuali in un bordello di dublino. Ma in un ritiro spirituale decide di indirizzarsi a una nuova spiritualità. Presto però si sente insoddisfatto e quando inizia l'università avverte nuove esigenze estetiche; capisce così di doversi svincolare dalla famiglia e dalle istituzioni religiose e politiche. Stephen dedalus si dispone, novello dedalo, a lasciare l'irlanda, il suo 'labirinto'.
Romanzo d'ambiente scozzese tra i più celebri di stevenson. Nella vicenda dei due fratelli, uno buono l'altro cattivo, uno fedele alla legittima autorità del re, l'altro seguace dei ribelli favorevoli agli stuard, ripropone il tema tipicamente stevensoniano dell'uomo e del suo doppio demoniaco, espresso nel modo più esplicito nel dottor jekyll e mr hyde.
Rolando, studente universitario, bello e fervido, affascinato da un maestro senza eguali; un professore omosessuale nella berlino degli anni trenta che ha conosciuto tormenti che nessuno mai gli attribuirebbe; una donna non più giovane sconvolta da ambigue passioni. Tre racconti dalla forte tensione narrativa, collegati dalla figura del protagonista e uniti dal filo di una sottile indagine psicologica, tre momenti esemplari di quel 'sovvertimento dei sensi' che svelandoci l'altro essere che vive, ignorato, in noi, spesso decide le svolte radicali del nostro destino.
«in 'lolly willowes', il suo primo romanzo, sylvia townsend warner si inoltra con fosca risolutezza nel reame del trascendente, e la sua prosa, con le sue scabre, repentine evocazioni, ha un che di soprannaturale. Questa è la storia arguta e arcana di una donna inglese molto per bene, che si sottrae educatamente all'ineluttabile connubio con l'altro sesso per diventare, invece, una strega. » john updike
Bartleby è il nome di un grigio, sparuto impiegato di wall street che, senza fornire spiegazione alcuna, man mano rinuncia al suo lavoro di copista e rimane immobile in silenzio a fissare un muro, impervio a ogni tentativo di persuasione, mite e rispettoso ma graniticamente risoluto. In questo straordinario racconto (fra i più belli dell'intera letteratura americana) melville dimostra da grande maestro di saper trattare con sottile humour e felice leggerezza anche temi angosciosi e ossessionanti come la follia, la predestinazione, l'incomunicabilità, l'alienazione.
Questi racconti tesi, asciutti, drammatici, percorsi da una vena sottile di umorismo narrano, in prima persona, alcuni episodi vissuti dall'autore in un angolo sperduto della provincia russa a contatto con un'umanità primitiva e superstiziosa. Essi sono la trasposizione letteraria della durissima 'prova iniziatica' subita dal giovane bulgakov, appena uscito dalla facoltà di medicina e spedito a dirigere un ospedale rurale e ad affrontare, da solo, casi clinici spesso sconvolgenti. Costituiscono inoltre il punto d'incontro della duplice personalità scientifica e artistica di michail afanas'evic e testimoniano il suo passaggio dall'attività medica all'attività di scrittore.
È impossibile, leggendo i 'racconti orientali' qui raccolti, non finire irretiti negli scabri avamposti di un impero britannico ormai presago della fine. Un mondo nostalgico e artificiale, in perenne contrappunto con una giungla evocata da rapidi tocchi eppure incombente e foriera di sciagura; un mondo che penetriamo con l'occhio disincantato ma insaziabilmente curioso di maugham, sospinti ogni volta verso un inesorabile finale - spesso tragico, ma quasi mai catartico. E nel frattempo avremo visto andare in pezzi le identità apparenti dei protagonisti, intrappolati in lividi e rovinosi rapporti gerarchici, furenti ricatti incrociati, colpevoli idilli lavati col sangue. Ancora una volta i sapienti congegni narrativi di maugham, qui celati nell'evocativo scenario della malesia, del borneo o delle hawaii, compongono intrecci perfetti e storie crudeli - che ci consentono di attraversare, rimanendo indenni, le passioni umane più fosche.