In poche ore di una giornata qualunque a new york, tommy wilhelm, un quarantenne che 'ha sbagliato tutto nella vita', tocca il fondo dell'umiliazione e dello scacco. I suoi rapporti con il padre e con la moglie subiscono infatti una crisi decisiva e con l'ultimo errore si affollano intorno a lui le mancanze di un'intera esistenza. Fino ad un epilogo memorabile.
'bando agli indugi, è venuto il momento di svelare ciò che non andrebbe svelato - la storia del desiderio del professore. Però non posso farlo senza prima chiarire in modo soddisfacente, almeno per me, se non per i vostri genitori, perché ho deciso di eleggervi a miei voyeur, miei giurati e miei confidenti, perché ho deciso di esporre i miei segreti a persone che hanno la metà dei miei anni, e che perlopiù non ho mai visto né conosciuto. Perché voglio un pubblico, quando la maggior parte degli uomini e delle donne preferiscono tenere tali faccende per sé oppure rivelarle solo ai più fidati confessori, laici o religiosi? Cosa rende necessario, addirittura appropriato, che mi presenti a voi giovani sconosciuti in guisa non di insegnante ma di primo dei testi di questo semestre? Sono devoto alla finzione, e vi assicuro che quando sarà il momento vi spiegherò tutto quel che so in proposito, ma a dire il vero nulla vive in me quanto la mia vita».
A vigata c'è un agitatore di folle che di nome fa michele sparacino. Quando scopre che l'orologio del municipio va avanti di dieci minuti aizza i lavoratori delle cave di zolfo contro i padroni che fanno i furbi e innesca uno sciopero generale che unisce panettieri e netturbini, maestri elementari e impiegati comunali. Ma questo michele sparacino non esiste davvero. È il risultato della fantasia di liborio sparuto, un giornalista pigro e bugiardo che, per spiegare ai lettori i fatti che sconvolgono vigata, non trova di meglio che inventarsi questa imprendibile figura di fuorilegge. E però c'è anche un michele sparacino in carne e ossa, nato 'alla mezzanotti spaccata tra il tri e il quattro di ghinnaro' del 1898. Puntualmente nel posto sbagliato al momento sbagliato, il poveretto passa la vita a scontare sulla propria pelle le bugie di sparuto, schivando gli atroci scherzi del destino che lo porteranno fino a caporetto, sempre inviso a commilitoni e comandanti.
La vita ogni tanto è una fiaba che merita un lieto fine. Anselma è una maestra in pensione, vedova, anziana, sola, confinata da anni - prima dal marito, poi dai figli - in un'esistenza grigia che non sembra nemmeno vita. Poi, in un'afosa sera d'estate, scorge accanto a un cassonetto dei rifiuti un magnifico pappagallo abbandonato, e decide d'impulso di portarselo a casa. Da quel momento tutto cambia: se prima l'incantesimo di un mago malvagio pareva aver imprigionato lei e il suo mondo in una morsa di gelo, adesso il ghiaccio che era sceso nel suo cuore si scioglie, e mentre anselma si occupa dell'ospite inatteso riaffiorano ricordi che credeva perduti. L'affetto per l'amica del cuore dell'adolescenza, le illusioni e il disinganno del matrimonio, gli entusiasmi - e la brusca conclusione - della sua carriera di maestra. Grazie al pappagallo luisito, anselma ritrova la voglia di vivere che il mondo aveva cercato di farle dimenticare. Ma dovrà difendersi dai soprusi di chi non sopporta, per indifferenza o per animo malevolo, la sua felicità. Con una nuova introduzione dell'autrice.
Marek, protagonista e narratore, ha deciso di scrivere il suo unico libro, e di raccontarvi la storia della sua calvizie. Rievoca quindi gli anni dell'adolescenza, a vienna, in una famiglia molto particolare: con una madre eccentrica, esibizionista, seduttrice distratta; un padre indifferente, arido, dedito solo al lavoro; e due fratelli più grandi che avranno successo nella vita. Marek è bello, ha ricevuto una buona educazione, e nella vita vuoi dedicarsi alla poesia, scrivendo versi alla paul celan, e soprattutto all'amour fou. Ma ben presto scoprirà di non essere apprezzato come poeta e che un destino beffardo l'ha dotato di un pene ridicolo, di dimensioni insignificanti, tale da suscitare solo l'ilarità di due belle turiste lussemburghesi. Ne derivano frustrazione e disagio, nonché il tentativo di dimensionarsi al nano che sente di essere camminando come un'anatra. Non rinuncia però a fare le sue esperienze - oggetto com'è delle attenzioni della madre del ragazzo cui da ripetizioni, di una sua insegnante, della sorella di un amico della madre - e le prova tutte per risolvere il suo 'problema', dall'analisi alla chirurgia plastica, passando per una mistura di medicine omeopatiche che non sortirà altro effetto della sua prematura perdita dei capelli.
La vita ogni tanto è una fiaba che merita un lieto fine. Anselma è una maestra in pensione, vedova, anziana, sola, confinata da anni - prima dal marito, poi dai figli - in un'esistenza grigia che non sembra nemmeno vita. Poi, in un'afosa sera d'estate, scorge accanto a un cassonetto dei rifiuti un magnifico pappagallo abbandonato, e decide d'impulso di portarselo a casa. Da quel momento tutto cambia: se prima l'incantesimo di un mago malvagio pareva aver imprigionato lei e il suo mondo in una morsa di gelo, adesso il ghiaccio che era sceso nel suo cuore si scioglie, e mentre anselma si occupa dell'ospite inatteso riaffiorano ricordi che credeva perduti. L'affetto per l'amica del cuore dell'adolescenza, le illusioni e il disinganno del matrimonio, gli entusiasmi - e la brusca conclusione - della sua carriera di maestra. Grazie al pappagallo luisito, anselma ritrova la voglia di vivere che il mondo aveva cercato di farle dimenticare. Ma dovrà difendersi dai soprusi di chi non sopporta, per indifferenza o per animo malevolo, la sua felicità.
Caracas ha 55 anni, è nato in venezuela ed è il re della zona della stazione. Ha il cranio rasato e le idee razziste di un naziskin, si sta convertendo all'islam, detesta i ricchi e gli americani, appena può aiuta gli sconfitti, i senzaniente. L'io narrante è un giornalista quasi ottantenne, tornato a napoli dopo moltissimi anni. Ritrova caracas, vecchio amico di una vita fa, e insieme percorrono il cuore più inospitale della città. I loro giri notturni sono un viaggio a ritroso nel tempo - gli anni quaranta e cinquanta, ma anche l'epoca dei nonni e bisnonni - e l'occasione per raccontarsi. Caracas rivive la sua disperata storia d'amore con rosa la rosa, irreparabilmente inquinata dall'eroina. Il narratore ripensa all'epoca in cui grandi giornalisti e scrittori avevano tentato di salvare l'anima di napoli. Finché una rivelazione li separa per sempre.
La vita ogni tanto è una fiaba che merita un lieto fine. Anselma è una maestra in pensione, vedova, anziana, sola, confinata da anni - prima dal marito, poi dai figli - in un'esistenza grigia che non sembra nemmeno vita. Poi, in un'afosa sera d'estate, scorge accanto a un cassonetto dei rifiuti un magnifico pappagallo abbandonato, e decide d'impulso di portarselo a casa. Da quel momento tutto cambia: se prima l'incantesimo di un mago malvagio pareva aver imprigionato lei e il suo mondo in una morsa di gelo, adesso il ghiaccio che era sceso nel suo cuore si scioglie, e mentre anselma si occupa dell'ospite inatteso riaffiorano ricordi che credeva perduti. L'affetto per l'amica del cuore dell'adolescenza, le illusioni e il disinganno del matrimonio, gli entusiasmi - e la brusca conclusione - della sua carriera di maestra. Grazie al pappagallo luisito, anselma ritrova la voglia di vivere che il mondo aveva cercato di farle dimenticare. Ma dovrà difendersi dai soprusi di chi non sopporta, per indifferenza o per animo malevolo, la sua felicità.
«cominciamo dal nome, velarus. Lo scelse quella scema di mia madre. L'idiota che era mio padre non si oppose, e così fu». Sullo sfondo della ricca e fin troppo operosa provincia del nord italia, la sfrenata tragicommedia di un ragazzino con una famiglia di disgraziati. Il padre e la madre di velarus non sono quel che si dice due tipi amorevoli. Del resto come potrebbero esserlo dei faccendieri sempre in viaggio, sempre attaccati al telefono, sempre impegnati a comprare e a vendere. Anche la nascita di un figlio è per loro una semplice transazione. Solo che poi non hanno né il tempo né la voglia di occuparsene, preferiscono scaricare l'impiccio su uno strampalato tassista e sulla sua altrettanto bizzarra moglie infermiera. Così il bambino viene lasciato in custodia un po' a chi capita: comincia per lui una lunga teoria di «affidamenti». Tutto questo, però, produce nel piccolo uno strano fenomeno fisico, qualcosa di davvero eccezionale. Ed ecco che nella testa dei genitori guizza l'idea di combinare l'ennesimo affare della vita, il più redditizio. A quel punto, la vendetta di velarus prende il via.
Cinque racconti per cinque personaggi che, in seguito a eventi improvvisi e dolorosi, si interrogano sul significato della propria vita e sulla possibilità di essere felici. Nel primo racconto, due compagni di università, setsuko e iwakura, sono legati da un'intensa amicizia destinata a trasformarsi in un amore profondo. Il secondo racconto, parla di un tentativo di avvelenamento ai danni di matsuoka, una ragazza che lavora in una casa editrice. Matsuoka rimette in discussione il legame con le persone che credeva di amare e decide di tornare per un po' di tempo nel paese natale dove, grazie alla quiete e alle attenzioni della nonna, recupera la fiducia in se stessa e nei rapporti umani. Il terzo racconto è una tragica storia di amicizia tra bambini. Mitsuyo, una scrittrice affermata, ricorda il suo rapporto con makoto, un amico d'infanzia con il quale trascorreva tutti i pomeriggi dopo la scuola. Il quarto racconto narra le vicende di una ragazza ingenua che nonostante le avversità riesce a vivere in armonia con se stessa, sempre accompagnata e protetta da uno sguardo soprannaturale. L'ultimo racconto, che dà il titolo al libro, ha come protagonista mimi, una ragazza che scopre il tradimento del fidanzato. Decide allora di cambiare città per cercare di dimenticarlo e incontra nishiyama, la felicità: un piatto di riso al curry buonissimo fatto mescolando per caso alcuni ingredienti avanzati, tragicamente impossibile da ripetere una seconda volta con lo stesso, identico sapore.