Torna l'impavido elio sparziano, soldato, storico e agente speciale per conto di roma. Siamo nel iv secolo dopo cristo, l'impero si estende a oriente fino al mar nero. Proprio in quelle terre è ambientata stavolta la missione solitaria del giovane ufficiale. Oltre la frontiera, nelle selvagge regioni dell'armenia, qualcuno minaccia la stabilità dei confini: è ter vishap, il signore dei draghi. Di lui si raccontano storie incredibili, che intrecciano verità e leggenda: un mostruoso gigante semiumano splendente di luce propria, che domina gli elementi, soggioga le popolazioni, commette eccessi ed efferatezze indicibili. Sotto la sua guida migliaia di fedelissimi che lo venerano come un dio seminano il terrore nella regione. Ma nei campi militari si bisbiglia che altri non sia che il generale romano curzio, scomparso in battaglia e dichiarato morto. Chi si cela dietro la maschera? E perché? È mai possibile un simile tradimento? L'indagine si tinge subito di rosso: poco prima dello sbarco di elio il persiano sanazar, che doveva fare da collegamento tra lui e il ribelle, muore sotto il crollo di una tribuna assieme a decine di altre persone. Per scoprire la verità l'inviato dovrà valicare le terribili vergini di pietra, i picchi che vegliano sul passo, per inoltrarsi in una landa favolosa. Un viaggio attraverso l'oscurità dell'anima, della natura, che dopo ogni sorta di pericoli condurrà elio, inerme, al cospetto del vero mostro.
Il film e la fiction tv raccontano storie. Le narrazioni più coinvolgenti, quelle che, a seconda dei casi, ci tengono incollati allo schermo col fiato sospeso o ci lavorano dentro per riemergere alla mente nelle ore o nei giorni successivi, sono quasi sempre riconducibili agli antichi miti. Forse perché, come ha scritto jung, se il sogno è il mito individuale, i miti rappresentano i sogni collettivi dell'umanità. E il grande cinema è anch'esso sogno collettivo. Questo libro tenta di analizzare la figura del protagonista del film, con le stesse categorie con cui lo studioso americano joseph campbell, analizza l'eroe mitico e il suo percorso avventuroso. Ma non si tratta di un saggio antropologico o sociologico, bensì di una guida all'analisi della struttura fondante della sceneggiatura. Infatti l'eroe mitico è la metafora del protagonista di qualsiasi film in cui il personaggio principale compia nel racconto per immagini un percorso che lo porti alla fine della storia a conquistare una nuova consapevolezza. La struttura di questo viaggio, le stazioni di questo procedere, le figure ed i passaggi che porteranno l'eroe a compiere un tragitto 'iniziatico', tutto questo viene spiegato nel libro con riferimenti continui a sequenze di grandi film. Un testo che nasce da una rielaborazione narratologica che parte da aristotele e la sua 'poetica' e, passando per freud e jung, lucas e spielberg, torna a noi.
Il 9 agosto 1945 a nagasaki, hiroko tanaka esce sulla veranda di casa: leggera dei suoi ventun anni, innamorata del suo konrad, i pensieri alati come le tre gru che le attraversano la schiena, ricamate sul suo kimono. All'improvviso, il cielo esplode di un bianco abbagliante e le strade si anneriscono di migliaia di ombre. E nel giro di un istante a hiroko non rimane più nulla, a parte tre ustioni a forma di gru sulla schiena, ricordo indelebile di tutto ciò che la bomba le ha strappato. Due anni dopo arriva a delhi, desiderosa di ricominciare. Come un fresco temporale estivo, entra nelle vite di elizabeth, la sorella di konrad, di suo marito james burton, e di sajjad ashraf, un giovane indiano alle dipendenze dei burton, da cui inizia a prendere lezioni di urdu. Gli anni passano, nuovi legami sostituiscono quelli perduti, vecchie guerre cedono il passo a nuovi conflitti. Ma tanto la storia quanto le vicende personali gettano la loro ombra sulle vite ormai saldamente annodate dei tanaka, dei burton e degli ashraf, trasportati dal pakistan a new york, e di lì all'afghanistan, all'indomani dell'11 settembre.
La bizzarra storia del visconte medardo di terralba che, colpito al petto da una cannonata turca, torna a casa diviso in due metà (una cattiva, malvagia, prepotente, ma dotata di inaspettate doti di umorismo e realismo, l'altra gentile, altruista, buona, o meglio 'buonista'). 'tutti ci sentiamo in qualche modo incompleti' disse calvino in un'intervista 'tutti realizziamo una parte di noi stessi e non l'altra. ' età di lettura: da 11 anni.
È difficile immaginare qualcosa di altrettanto distante dall'oggi quanto ciò che apparve più di tremila anni fa nell'india del nord sotto il segno del veda, quel 'sapere' che dichiarava di comprendere in sé tutto, dai granelli di sabbia sino ai confini dell'universo. Ancor più che nel tempo, quella distanza si avverte nel modo di vivere ogni gesto, ogni parola, ogni impresa. Gli uomini vedici prestavano una attenzione adamantina alla mente che li reggeva, per loro mai disgiungibile da quell''ardore' da cui ritenevano si fosse sviluppato il mondo. E, qualsiasi cosa accadesse, acquistava senso solo in rapporto a un invisibile traboccante di presenze divine. Fu un esperimento del pensiero così estremo che sarebbe potuto scomparire senza lasciare traccia, così come gli uomini vedici lasciarono ben poche tracce tangibili del loro passaggio attraverso 'la terra dove vaga in libertà l'antilope nera'. Eppure quel pensiero - groviglio composto da inni enigmatici, atti rituali, storie di dèi e folgorazioni metafisiche - ha l'indubitabile capacità di illuminare, con una luce radente e diversa da ogni altra, alcuni eventi elementari che appartengono all'esperienza di chiunque, oggi e dappertutto, a cominciare dal puro fatto di essere coscienti.
Natalia ha diciassette anni, studia al liceo, è una ragazza graziosa, con una vita normale. Ma il dolore bussa alla sua porta: il padre, un medico di lugano, muore d'infarto e lei, per affrontare il lutto, si rifugia con la madre nella loro casa di corvesco, tra le montagne del canton ticino. E lì un delitto sconvolge il suo già difficile equilibrio. Natalia, di colpo, smette di parlare. I suoi ricordi sono confusi, forse ha visto qualcosa, ma non riesce a esprimersi: lo shock le ha chiuso la bocca. Suo padre ha lasciato in giro delle carte che nascondono un mistero inquietante, e nel paese cresce la tensione. Natalia ha paura, non sa più di chi fidarsi, fugge. Ma poi fa uno strano incontro. Il caso vuole che a corvesco abiti anche elia contini, il protagonista dei precedenti romanzi di andrea fazioli. Il fatto che abbia smesso di fare il poliziotto privato e si arrabatti in un giornale di provincia non toglie nulla alla sua curiosità e alla sua vocazione a tuffarsi nei guai. Così, suo malgrado, contini si trova alle prese con un nuovo enigma: cosa faceva natalia nel bosco, da chi si sentiva minacciata? Attorno all'ex detective e alla ragazza che tace si muovono personaggi soltanto in apparenza irreprensibili: poliziotti, medici, avvocati. E nella geografia circoscritta del canton ticino si succedono i colpi di scena di una storia il cui sottile filo d'ironia non cancella i risvolti drammatici. E dove il silenzio della paura diventa la paura del silenzio.
In un freddo pomeriggio d'inizio gennaio 1930, alla stazione di bellano scendono sei uomini malvestiti e con la barba lunga. È la squadra di meccanici che dovrà montare i nuovi telai elettrici nel cotonificio: come spesso accade nei momenti di crisi economica, servono macchine moderne per produrre di più con meno operai. Ma non è questo l'unico turbamento che gli intrusi portano nella piccola e quieta cittadina. Perché si trovano subito al centro di una memorabile rissa, che turba il ballo organizzato per festeggiare le nozze del principe umberto con maria josé. Nel gruppetto c'è un meccanico dall'aria fascinosa e dal nome bizzarro: landru. Saranno in molti, e per diversi motivi, a sperare che il misterioso ospite possa aiutarli a realizzare i loro desideri.
Clary fray vorrebbe soltanto che qualcuno le restituisse la sua vecchia, normalissima, vita. Ma non c'è niente di normale nella sua vita se può vedere licantropi, vampiri e altri nascosti, se sua madre è in un coma magicamente indotto e lei scopre di essere uno shadowhunter, un cacciatore di demoni. Se clary si lasciasse il mondo dei cacciatori alle spalle avrebbe più tempo per simon (forse più di un amico ormai). Ma è il mondo dei cacciatori che non è disposto a lasciar andare lei, soprattutto jace, il suo affascinante, permaloso fratello appena ritrovato. Per clary l'unico modo di salvare la madre è inseguire valentine, il cacciatore ribelle, che è probabilmente pazzo, sicuramente malvagio e anche, purtroppo, suo padre. A complicare le cose a new york si moltiplicano gli omicidi dei figli dei nascosti. E la città diventa sempre più pericolosa, anche per uno shadowhunter come clary.
Tra regolari visite al sert, sterili incontri con medici e psicologi, litri di metadone in affido, astinenza che morde e frantuma le ossa, il rapimento di annette, ragazza ricca, potrebbe risolvere una volta per tutte il problema di procurarsi la roba. Svanita l'onnipotenza dello sballo, però, il sequestro della francesina è un incubo che fa paura. Come i rapporti indispensabili ma ormai avvelenati - la madre, la sorella, l'amica giara - che nikita non ha saputo salvaguardare. Come il sogno di diventare scrittrice, sgretolato ogni giorno di più dai buchi in vena. Come l'epatite c: killer silente che sta decimando uno dopo l'altro i suoi amici. E che forse anche nikita ha contratto. Nikita non è christine f. Nel 2006 la tossicodipendenza non è più solo ruberie, marchette, squallore. Nel 2006 il metadone - la droga dello stato - libera dalla strada, dall'emarginazione coatta. Ma nikita sa che può incatenare a una dipendenza infinita. È difficile smettere di amare l'eroina.
A buell, in pennsylvania, il sogno americano prende la ruggine accanto alle fabbriche chiuse e alle acciaierie dimesse. Il lavoro che se ne va lascia dietro di sé una comunità in cui la fine del sogno di una nazione si ripete, ogni giorno, nei sogni infranti dei suoi abitanti. Come quelli di isaac english: vent'anni, timido, insicuro, ha il cervello di un genio ma il college rimane un sogno da quando la madre si è suicidata e lui, qualche tempo dopo, ha tentato di imitarla. Sarebbe morto se non l'avesse salvato billy poe. Billy, da parte sua, non è molto sveglio, ma in compenso è grande e grosso: a scuola era un campione di football tanto da guadagnarsi una borsa di studio per l'università. Andarsene avrebbe significato stare alla larga dai guai ma ad abbandonare sua madre e la baracca in cui vivono non ce l'ha proprio fatta. Poi un giorno, dopo anni passati ad accudire il padre invalido, isaac decide di scappare di casa e partire per la california. Appena fuori città si imbatte nell'amico billy e quando scoppia un temporale decidono di ripararsi in un capannone abbandonato: l'incontro con tre senzatetto darà inizio a un'imprevedibile catena di eventi che segneranno per sempre le vite di isaac, billy e degli altri personaggi di cui philipp meyer ci racconta la storia e i pensieri. Selezionato da 'the new yorker' tra i migliori venti scrittori sotto i quaranta anni, philipp meyer è al suo primo romanzo del quale è in corso l'adattamento cinematografico per la regia di walter salles.