Nicolaj salmanovic rubasciov è un commissario politico dell'unione societica durante la dittatura di stalin. Il suo compito è quello di scoprire e interrogare gli avversari del regime. Un giorno però rubasciov cade in disgrazia a sarà lui a subire tutti gli aberranti trattamenti a cui sottoponeva le sue vittime.
Ormai adulti, i ragazzi di jo ritorneranno dalle strade del mondo su cui si erano dispersi alla loro mai dimenticata scuola di vita. La storia di una famiglia sullo sfondo dell'america scossa dalla guerra di secessione. Le quattro sorelle march - la giudiziosa meg, l'impertinente jo, la dolce beth, la vanitosa amy - si preparano alla vita vivendo sogni e speranze dell'adolescenza. Le piccole donne crescono e gli svaghi infantili vengono via via sostituiti dai legami del cuore e dai primi dolori che il destino riserva loro. E a questo punto che la storia di jo balza in primo piano. Impulsiva, irrequieta e geniale la secondogenita incarna lo spirito progressista della alcott educatrice: fonda la casa-scuola di plumfield, aperta a studenti di età ed estrazione sociale diversa, protesa a un'educazione che stimoli la libertà, l'amore per la natura, la solidarietà, e dove i giovani ospiti diventano
'al faro': questo il vero titolo del romanzo di virginia woolf che la nuova traduzione di nadia fusini riporta all'originaria bellezza. Romanzo sperimentale, intonato alla ricerca di libertà formale che accomuna i grandi scrittori di questo secolo, 'al faro' è un libro sulla memoria e l'infanzia; un'elegia alla luce che ha illuminato le figure della madre e del padre reali, che nel romanzo diventano il signore e la signora ramsay. A tema è lo scontro tra il sì materno ('sì, andremo al faro') e il no paterno ('no, al faro non si può andare'), come esso risuona nel cuore del figlio james, e nella mente della figlia virginia, che a distanza di anni si misura, scrivendo, con la potenza di quei fantasmi. L'effetto è liberatorio. Prima, confessa virginia woolf, 'pensavo al babbo e alla mamma ogni giorno'. Ora 'li depone', li seppellisce. È la sua catarsi.
Un senso di oscura fatalità domina come un giudizio divino offensori e offesi, tiranni e umiliati, nella storia della famiglia brodie. L'esaltata volontà di potenza, il gretto egoismo del cappellaio agiscono, come una forza demoniaca, sulla madre, sulla moglie, sui tre figli e li travolgono in una rovina materiale e morale. Una sola creatura, mary, che in nome della vita ha avuto la forza di sottrarsi alla maledizione paterna, esce dalla tragedia illuminata di speranza.
Apparso nel 1886, 'la freccia nera' è un romanzo ambientato nella guerra delle due rose, il conflitto tra le fazioni degli york e dei lancaster che dilaniò l'inghilterra nella seconda metà del quattrocento. Protagonisti della vicenda sono il giovane dick shelton, allevato dal bieco daniel brackley - il classico signorotto di campagna che per amore dei soldi schiaccia tutti gli altri in miseria -, e joanna sedley. I due si incontrano casualmente nella foresta: dick soccorre un altro ragazzo, che in realtà è joanna travestita, e insieme assistono, non visti, a un incontro segreto dei banditi della freccia nera, nemici giurati di brackley, i quali, per vendicare i torti subiti, colpiscono i cattivi di turno con le loro precisissime frecce nere: la loro firma. Quando dick scopre che il mandante dell'assassinio di suo padre è proprio il padrino brackley, decide di schierarsi a fianco dei banditi, sino allieto fine conclusivo. Tradotto sul piccolo schermo alla fine degli anni sessanta, con una imberbe e tentatrice loretta goggi, aldo reggiani e un cattivissimo arnoldo foà nei panni di sir brackley, lo sceneggiato in sette puntate fece guadagnare al romanzo un posto importante nell'immaginario della cultura pop del nostro paese.
Nelle taverne di un porto del mar nero, ismaele baruch, il bambino prodigio, canta i dolori e le gioie dei miserabili, degli emarginati, degli esclusi. Il suo talento affascina il poeta in crisi romain nord e la sua amante, la 'principessa', una ricca vedova in cerca di nuove emozioni. Strappato al suo mondo di miseria, ismaele diventerà il giocattolo di una società aristocratica, pronta all'entusiasmo quanto al disprezzo, che finirà per umiliarlo inesorabilmente.
Il 1929, passato alla storia come l'anno del crollo di wall street che segnò l'inizio della grande depressione, è un anno fondamentale anche per la letteratura americana. Escono infatti 'addio alle armi' di hemingway e 'l'urlo e il furore' di faulkner, una coincidenza che avvicina i libri, diversissimi tra loro, di due amici. Faulkner dà voce barocca a tutte le ossessioni e i fanatismi di quel sud di cui pativa l'interminabile decadenza, incominciata con la sconfitta nella guerra civile. La mitica contea di oxford diventa il teatro di un insanabile conflitto tra bianchi e neri, bene e male, passato e presente. Il romanzo è un complesso poema sinfonico in 4 tempi, che scandiscono le sventure di una famiglia del profondo sud.
'nella mia terra la luce ha una sua qualità particolarissima; fulgida, nitida, come se venisse non dall'oggi ma dall'età classica'. Così william faulkner spiegò il titolo del suo settimo romanzo, uscito nel 1932 e subito acclamato come uno dei suoi capolavori. Ed è tra i riverberi crudeli di quella luce implacabile che si consumano le vicende di una folta schiera di personaggi: una ragazza incinta, armata solo di 'una riserva di paziente e tenace lealtà', che si avventura dall'alabama al mississippi alla ricerca del padre di suo figlio; un uomo solitario dallo strano nome, joe christmas, 'con un'inclinazione arrogante e malevola sul viso immobile', che l'isteria razziale del sud getta nell'abisso tormentoso del dubbio circa il proprio sangue; un reverendo presbiteriano ripudiato dalla sua chiesa per l'antico scandalo della moglie adultera e suicida; e, circondati da neri invisibili, gli sceriffi, i taglialegna, i predicatori, le donne 'dal volto di pietra', chi 'definitivamente dannato', chi alla ricerca disperata di una chimerica catarsi.
La storia tormentata tra una giovane donna ebrea e un soldato tedesco, un capolavoro della narrativa del novecento. «'fa caldo', pensavano i parigini. Aria di primavera. Una notte di guerra, l'allarme. Ma la notte svanisce, la guerra è lontana. Quelli che erano svegli, i malati a letto, le madri che avevano i figli al fronte, le donne innamorate con gli occhi sciupati dal pianto coglievano il primo respiro della sirena. All'inizio non era che un ansito profondo simile al soffio di un petto in costrizione. Bastarono pochi istanti, poi tutto il cielo fu riempito dal rumore. Veniva da lontano, da oltre l'orizzonte, sembrava quasi non avesse fretta! » nei mesi che precedettero il suo arresto e la deportazione ad auschwitz, irène némirovsky compose febbrilmente i primi due romanzi di una grande
Sei amici si alternano in un monologo. Nei loro soliloqui 'dicono' fatti e vite, e 'pensano' riflessioni e sogni: la scuola e i giochi, i segreti e gli abbandoni, le rispettive famiglie e i desideri. Le voci si confondono in un unico fiato, come un'onda che racconta l'esistenza di ciascuno dei sei, e non solo la loro. Le onde sono la forma di questo romanzo: le onde del mare, della luce, del tempo, dell'emozione, dei gesti e dei dolori.