'immaginate un libro in cui l'abitante di una casa bombardata si adatta a vivere nella buca dell'esplosione. Una famiglia presso cui per 30 anni si installa un guappo e non se ne va più. Un giocatore di carte incallito che avendo perso tutto è costretto dalla moglie a giocare solo con il figlio del portinaio. La fenomenologia del 'pernacchio'. Una zona temporaneamente autonoma in cui impazza la maschera totò, che infatti ha interpretato il capolavoro di marotta. ' (giuseppe genna)
'flaneur' come baudelaire per le vie di parigi, illuminista paradossale e lieve, flaiano passeggia per roma, e la guarda corrompersi stupidamente: luoghi comuni, accademismi, velleità, mode e vezzi di una cultura che, sul finire degli anni sessanta, si parla e sparla addosso sono l'oggetto e il bersaglio di questo libro postumo. Miscellanea di racconti, aneddoti, ricordi, graffianti definizioni e struggenti o disilluse passioni.
Lo sfondo del romanzo sono i tetri bacini carboniferi dello yorkshire, dove il 5 marzo 1984 l'annuncio della chiusura dei pozzi di cortonwood scatenò uno sciopero imponente. Erano a rischio ventimila posti di lavoro e la protesta si allargò a macchia d'olio. Margaret thatcher rispose con la militarizzazione della polizia, durissimi provvedimenti repressivi e alcune macchinazioni politiche non troppo limpide. Dopo lunghi mesi di tensione sociale, lo sciopero che avrebbe dovuto mettere in ginocchio il governo si concluse con la chiusura delle miniere, la sconfitta di uno dei sindacati più forti del mondo e lo sfaldamento dei vincoli di solidarietà nel paese.
Marcellino è un amico. È un 'ingeniere' analfabeta, imprenditore edile, nonché armatore navale, direttore di scavi e manager di qualsiasi attività preveda l'apertura di un cantiere. Il primo novembre del 2009 è stato chiamato a dirigere i lavori in 'alto luogo' in un posto molto lontano, e ne avrà per tutta l'eternità. Marcellino è qui con noi, perché lui è il nostro amico.
Deluso e amareggiato sotto il profilo professionale, un giovane medico statunitense lascia il suo paese e va in india, alla ricerca di qualcosa che gli restituisca il senso dell'esistenza, intraprendendo un lungo viaggio dalla ricca america alle bidonville di calcutta. La realtà che lo aspetta è però sconvolgente, un vero e proprio inferno di miseria e degradazione, nel quale gli uomini cercano di sopravvivere tra topi e scarafaggi, nella più assoluta mancanza di mezzi. Ma proprio qui, nelle allucinanti colonie di lebbrosi della 'città della gioia', in mezzo a inondazioni, fame e malattie, il protagonista riuscirà a ritrovare la forza di riscattarsi. Un romanzo sconvolgente, una straordinaria lezione di coraggio.
Fu il destino a trasformare il marinaio spezzino giovanni battista caviciòli in uno dei più temuti pirati del tirreno: dalla spezia a trafalgar e dall'atlantico alla costa azzurra, corre veloce la vita del bacicio tra navi e guerre, furti e amori, ricchezze e miserie. Alla ricerca del suo tesoro, uno strampalato biografo cerca di ricalcare le impronte lasciate sulla sabbia dal marinaio divenuto corsaro per necessità sempre che un'onda non le cancelli prima. Il romanzo è stato pubblicato nella prima stesura nel 2003. Le nuove ricerche del biografo infaticabile hanno portato a questa revisione.
Tornata dopo quarant'anni nella sicilia della sua giovinezza, la narratrice vede avanzare tre figure di donna 'con leggero passo di danza', che la inducono a raccontare la loro storia. Sono le protagoniste di 'quella mattina a noto', donne che nella sicilia a cavallo del secolo si sono battute per la libertà di decidere, di istruirsi, di insegnare. La capostipite è mariannina, costretta ad abbandonare palermo dopo la perdita del marito e del patrimonio. La figlia, lidduzza, conquista l'indipendenza e la difende gelosamente; la nipote, ituzza, si laurea - ospite della famiglia brancati, dove il piccolo vitaliano, detto nuzzo, inventa sul vasino le sue prime storie - e poi si trasferisce a noto, dove insegna, si sposa e cresce i figli, finché la necessità la spinge a lasciare la sua sicilia per bari. Muovendo dal ricordo di un rapporto familiare, gianrico carofiglio chiude con una affascinante finzione il racconto della madre.