Se l'anniversario dell'unificazione ha ricordato agli italiani l'importanza del processo che nel 1861 riunisce i territori della penisola in uno stato nazionale, molto c'è ancora da fare per giungere a una sua valutazione spassionata. Soprattutto per quanto riguarda il ruolo del mezzogiorno. Com'è possibile che il regno delle due sicilie si sia liquefatto davanti a mille volontari guidati da un pittoresco generale in poncho e camicia rossa? Che parte hanno, negli avvenimenti, le iniziative delle popolazioni meridionali o, piuttosto, gli errori dell'élite borbonica? E cos'ha significato, per la storia lunga del paese, la fusione di realtà molto diverse come il nord e il sud? Il saggio mette a fuoco i punti salienti di questo sofferto percorso, interpretando in modo innovativo una
Nella bassa mesopotamia del iv millennio a. C . Si compie il salto dalla 'barbarie' neolitica alla 'civiltà' storica, ossia alla complessità organizzativa dello stato, della vita urbana, dell'amministrazione e della scrittura. Mario liverani insegna storia del vicino oriente antico nell'università 'la sapienza' di roma.
Un ambasciatore dell'impero ottomano giunge in una capitale europea. Gli ospiti cristiani lo accompagnano alla biblioteca e gli mostrano alcuni rari manoscritti del corano, pensando di compiacerlo, ma il turco rimane scandalizzato e cerca di comprare quelle copie per riportarle in patria: ha la sensazione che il libro sia in esilio, non ha alcun desiderio che la conoscenza di esso si diffonda. Questa mancanza di interesse per l'altro è probabilmente la più grande differenza tra l'impero ottomano e l'europa cristiana. Per il resto, le due metà del mondo mediterraneo per secoli si sono confrontate e completate, interfaccia l'una dell'altra. Questa storia dell'impero ottomano, straordinaria invenzione di governo multietnico e multinazionale a cui alcuni in occidente guardarono addirittura come a una desiderabile alternativa, così ce lo raffigura: una metà largamente incomprensibile se non la si completa guardandola anche nello specchio dell'altra.
La cornice in cui si inserisce la ricostruzione dei tanti eventi ripercorsi nel volume vede giampaolo pansa confrontarsi con livia, una brillante funzionaria della biblioteca nazionale di firenze, che a suo tempo aveva svolto ricerche sui fatti sanguinosi dell'immediato dopoguerra. Assieme a lei, l'autore si avventura su un terreno minato, socchiudendo porte che ancora oggi molti vorrebbero tenere sbarrate: l'accusa di revisionismo è sempre in agguato per chi, pur condividendo le stesse posizioni dei vincitori, vuole scrivere tutta intera la storia. Pansa non se ne cura e indaga nelle pieghe di episodi e circostanze che videro migliaia di italiani vittime delle persecuzioni e delle vendette di partigiani e antifascisti.
La storia è come un'arma. Come un fucile puntato contro la verità. La scrive chi vince, chi intende costruire e consolidare un potere. A questo scopo essa viene tramandata, insegnata e imparata a memoria da milioni e milioni di ragazzi, vincolati a una
La storia è come un'arma. Come un fucile puntato contro la verità. La scrive chi vince, chi intende costruire e consolidare un potere. A questo scopo essa viene tramandata, insegnata e imparata a memoria da milioni e milioni di ragazzi, vincolati a una 'scuola dell'obbligo' che ha soprattutto quell'obiettivo: forgiare le menti e controllare le conoscenze dei sudditi di ogni epoca. Questo libro intende sollevare dubbi e ipotesi, tanto 'alternative' quanto fondate e documentate, su una serie di vicende e di stereotipi storiografici relativi agli ultimi mille anni di storia occidentale. In qualche modo, può esser considerato un vero e proprio manifesto di quel movimento controstorico che, in questi ultimi tempi, si sta facendo strada. E che pietro ratto, con la sua attività di ricerca assolutamente indipendente e i suoi irriverenti saggi, ha contribuito non poco a sviluppare.
Chi si avventura nella storia egiziana deve avere la capacità di leggere in filigrana i testi più disparati, scoprire a quali esigenze abbiano dato soddisfazione i monumenti e le opere d'arte, identificare quali strutture produttive portino a certi manufatti anche della quotidianità. Questa 'storia dell'antico egitto' si basa su premesse di questo tipo. La lunga presenza all'institut français d'archéologie orientale al cairo ha posto a grimal la responsabilità ultima di scavi e di ricerche, e la sua capacità di lettore in trasparenza di testi si applica, in questo volume, a precisazioni genealogiche, testi letterari e religiosi, dati di scavo, materiali archeologici, epigrafi celebrative, risultati di analisi scientifiche.
La storia del sacro romano impero è il cuore dell'esperienza europea. Nessuno prima di peter h. Wilson ne ha saputo restituire in modo così organico la vicenda millenaria, decisiva ed esemplare nonostante voltaire amasse sostenere che il «mosaico» imperiale non fu «né sacro, né romano, né un impero» e hegel ne descrivesse la costituzione come un edificio di pietre tonde che sarebbero rotolate via con una spinta. A partire dall'antefatto - la celebre incoronazione di carlo magno - per giungere al definitivo scioglimento sancito da napoleone nel 1806,
Il sudtirolo, una terra di frontiera e un paradiso turistico in cui due popolazioni sono destinate a convivere. Ma cos'altro sanno gli italiani di questa regione e della sua storia? Quasi niente e, peggio, l'hanno sempre capita poco. Sebastiano vassalli ripercorre in maniera lucida e tagliente gli snodi principali di un secolo ricco di contrasti, di 'fandonie storiche', di follie politiche: dal 1919, quando il trattato di st. Germain avanzò sul crinale alpino il confine con l'austria, stabilendo che i sudtirolesi diventavano loro malgrado italiani. Fino ai giorni nostri. In mezzo ci sono il fascismo, il nazismo, le bombe, i referendum e una stagione di tenebre in cui hanno perso la vita troppi uomini. Il protagonista di questa lunga storia è ormai vecchissimo, nato nel 1928, eppure continua ancora a muoversi indisturbato nel paesaggio scintillante di valli e città, a fare sentire la propria voce e a seminare zizzania. Attraverso una proposta concreta, questo libro invita a chiudere i conti con la storia e a separare una volta per tutte il passato dal presente, per guardare avanti.
Italia federale o italia nazionale? L'interrogativo, oggi di attualità, fu posto già agli albori del risorgimento. Anzi, alla vigilia dell'unità nazionale, la federazione italiana sembrava cosa fatta. Cavour aveva in progetto, infatti, di