Una spietata analisi, senza infingimenti, senza autoillusioni, senza autoinganni sulla vecchiaia, al di là delle ipocrisie e della retorica con cui oggi cerchiamo di abbellire ed edulcorare quella che chiamiamo eufemisticamente 'la terza età' rendendola così, se possibile, ancor più crudele e beffarda. E, insieme, in un gioco di rimbalzi e di controspecchi, un appassionato inno alla giovinezza, 'quella irripetibile età in cui ci chiamavano ragazzi'. Animato da ricordi ed esperienze personali, nelle quali il lettore non farà fatica a riconoscersi perché fini riesce a dare ai fatti che rievoca, ora con tenerezza, ora con ironia, ora con sarcasmo, a volte con lucida ferocia, significati e valenze universali. Il volume è anche una sorta di singolare autobiografia giocata solo sul filo del rapporto giovinezza/vecchiaia, sul cui sfondo domina, enigmatico e incontrastabile, il vero protagonista del libro: il tempo.
Graeme sims è un'autorità in materia di 'dog training' nel regno unito, dove si esibisce regolarmente con i suoi quindici esemplari per dimostrare l'efficacia del proprio metodo di addestramento. Chiunque assista a uno dei suoi show resta effettivamente stupefatto, perché sims riesce a gestirli tutti insieme contemporaneamente senza quasi proferire parola: ogni cane sa esattamente cosa fare e obbedisce a ogni comando come se gli leggesse nel pensiero, in una magica atmosfera di profonda comprensione e rispetto. In realtà questa totale devozione è il risultato del metodo illuminato di sims, basato sul principio che i cani non sono giocattoli, bambini o schiavi di nostra proprietà, ma vanno trattati da pari, e che solo così esseri umani e animali possono imparare a capire le esigenze reciproche. Passo dopo passo, sims illustra la sua tecnica del 'sussurrare ai cani' dimostrando, attraverso episodi autobiografici - a tratti molto commoventi - e alcuni casi capitatigli nel corso della sua lunga esperienza, come chiunque sia in grado di apprendere a comunicare correttamente con il proprio amico a quattro zampe. Al contempo, offre anche una serie di utilissimi consigli per aiutare a scegliere la razza più adatta alle nostre esigenze, per instaurare un rapporto di fiducia con l'animale che abbiamo scelto e per affrontare e risolvere le situazioni problematiche, per esempio con un cane difficile, nervoso o aggressivo.
Per raccontare come vive un agente segreto, emilie randacio dà voce all'esperienza di marco bernardini, per molti anni all'interno del sisde con incarichi in america latina, nei balcani, in francia e in medio oriente. A partire dai primi tempi in autonomia operaia fino ai suoi incontri con arafat e fidel castro e all'affare telecom, bernardini vive in prima persona alcuni dei momenti più delicati della storia italiana contemporanea. E attraverso la sua testimonianza ci permette di ripercorrerli da una prospettiva ricca di sorprese.
Era il 1978 quando due giornalisti seguirono christiane e i suoi amici negli angoli più bui della metropolitana di berlino. Fu un viaggio all'inferno, raccontato in un libro che divenne il simbolo di una generazione falciata e trasformò la protagonista nell'incarnazione dell'inquietudine giovanile. Trentacinque anni dopo, christiane ci impressiona e ci commuove come allora raccontandoci un'intera vita di solitudine e disperazione: la disintossicazione, gli anni felici e folli insieme agli idoli del rock e della letteratura, le ricadute, la lotta per la sopravvivenza in un carcere femminile, le amicizie pericolose, le malattie; gli aborti, e un figlio adolescente di cui le è stata sottratta la custodia. 'non ho più niente. Non ho più amici, e nessuno può immaginare cosa mi tocca passare ancora oggi, solo perché sono quella che sono. Sono questi i momenti in cui guardo fuori dalla finestra e mi chiedo: 'farà poi così male buttarsi di sotto? ''. Christiane non ha paura di scoprirsi, ed è ancora una volta la sua spietata onestà a fare di questo memoir un racconto coraggioso e commovente: 'lo sono e resterò sempre una star del buco. Un animale da fiera. Una bestia rara. Una ragazza dello zoo di berlino'.
Nel 1944 denis avey, un soldato britannico che stava combattendo nel nord africa, viene catturato dai tedeschi e spedito in un campo di lavoro per prigionieri. Durante il giorno si trova a lavorare insieme ai detenuti del campo vicino chiamato auschwitz. Inorridito dai racconti che ascolta, denis è determinato a scoprire qualcosa in più. Così trova il modo di fare uno scambio di persone: consegna la sua uniforme inglese a un prigioniero di auschwitz e si fa passare per lui. Uno scambio che significa nuova vita per il prigioniero mentre per denis segna l'ingresso nell'orrore, ma gli concede anche la possibilità di raccogliere testimonianze su ciò che accade nel lager. Quando milioni di persone avrebbero dato qualsiasi cosa per uscirne, lui, coraggiosamente, vi fece ingresso, per testimoniare un giorno la verità. La storia è stata resa pubblica per la prima volta da un giornalista della bbc, rob broomby, nel novembre 2009. Grazie a lui denis ha potuto incontrare la sorella del giovane ebreo che salvò dal campo. Nel marzo del 2010, con una cerimonia presso la residenza del primo ministro del regno unito, è stato insignito della medaglia come 'eroe dell'olocausto'.
Con questo libro eugenio scalfari abbraccia l'avventura della sua esistenza: a partire dalla stagione magica dell'infanzia, passando per gli anni di formazione (la scoperta della filosofia al liceo di sanremo, compagno di banco l'amico italo calvino), fino all'impegno giornalistico, che dura da oltre sessantacinque anni, per arrivare al tempo lungo della vecchiaia. Ma scalfari non si accontenta di rammemorare, nel suo libro ogni ricordo vive e perdura in funzione di una continua tensione etica e intellettuale. Egli non entra nelle varie stanze della memoria, se prima non è certo di intravedere dalla soglia il bagliore di un fuoco razionale che possa ampliare il dato autobiografico, fino a farsi meditazione sulla vita, sui valori di ogni gesto compiuto. Ripensarsi bambino, vestito da ballila ad ascoltare il duce da palazzo venezia, lo costringe a fare i conti con l'intossicazione del virus ideologico del fascismo. Poi si osserva adolescente entrare nella gabbia dell'io, con indosso quella maschera che toglie l'innocenza; e nei due anni passati nella campagna calabrese, in fuga da roma occupata dai tedeschi ('dopo otto mesi di pena, clandestinità e fame nera'), scopre la possibilità di un oblio di sé, imparando dal padre ad ascoltare 'la voce degli alberi'. Oppure si interroga su morale e politica, ricordando la figura di enrico berlinguer o quella volta che in un bar della maremma ugo la malfa associò il fare della politica con l'arte di giocare di sponda a biliardo.
Nonostante sia trascorso più di mezzo secolo dal crollo del fascismo e dalla fine del secondo conflitto mondiale, siamo davvero convinti di sapere come andarono effettivamente le cose? Il tanto discusso dopoguerra italiano può considerarsi concluso? Piero buscaroli, critico musicale, scrittore e giornalista non ne è affatto convinto e ha deciso di aprire la sua valigia di carte, documenti inediti e ricordi troppo a lungo taciuti per raccontarci il suo novecento. Adolescente romagnolo con la passione per il pianoforte, assiste con stupore a fianco del padre còrso, insigne latinista, al naufragio 'non casuale' del 1943-45, che precipitò l'italia in una spirale di guerra e violenze. L'interpretazione di eventi come la 'congiura' del 25 luglio contro mussolini, la dissoluzione militare e civile dell'8 settembre, l'occupazione tedesca e i 'crimini dei vincitori' ci restituisce l'immagine di un buscaroli 'schierato a vita', cittadino coatto di una 'ex nazione'. Le sue 'passeggiate fuori dalle solite strade della storiografia dominante' lo portano poi a visitare luoghi simbolo del novecento come il giappone e la germania del dopoguerra, il vietnam del 1966, la praga del 1968, senza rinunciare agli incontri, che si susseguono in questi anni, con personaggi altrettanto significativi, da ezra pound a dino grandi, dall'ambasciatore giapponese hidaka - l'ultima persona che ebbe un colloquio con mussolini prima dell'arresto ordinato dal re - al dittatore portoghese salazar.
Con questo libro eugenio scalfari abbraccia l'avventura della sua esistenza: a partire dalla stagione magica dell'infanzia, passando per gli anni di formazione (la scoperta della filosofia al liceo di sanremo, compagno di banco l'amico italo calvino), fino all'impegno giornalistico, che dura da oltre sessantacinque anni, per arrivare al tempo lungo della vecchiaia. Ma scalfari non si accontenta di rammemorare, nel suo libro ogni ricordo vive e perdura in funzione di una continua tensione etica e intellettuale. Egli non entra nelle varie stanze della memoria, se prima non è certo di intravedere dalla soglia il bagliore di un fuoco razionale che possa ampliare il dato autobiografico, fino a farsi meditazione sulla vita, sui valori di ogni gesto compiuto. Ripensarsi bambino, vestito da ballila ad ascoltare il duce da palazzo venezia, lo costringe a fare i conti con l'intossicazione del virus ideologico del fascismo. Poi si osserva adolescente entrare nella gabbia dell'io, con indosso quella maschera che toglie l'innocenza; e nei due anni passati nella campagna calabrese, in fuga da roma occupata dai tedeschi (
Michela marzano conosce l'arte di parlare di sé, delle proprie esperienze, delle proprie vicende, per spiegare sentimenti universali in cui è impossibile non riconoscersi. Sa bene che, sull'amore, di libri ce ne sono tanti; ha letto i filosofi, i poeti, i romanzieri. Ma è convinta che, con le teorie, coi libri, l'amore c'entri poco o niente: l'unico amore che vale la pena di essere raccontato è quello quotidiano, reale, concreto.