Nel 431 a. C . Scoppiò tra atene e sparta la guerra del peloponneso: una guerra che insanguinò la grecia per quasi trent'anni e segnò la cupa fine del periodo d'oro della civiltà ellenica. Tucidide, consapevole di vivere un evento di portata eccezionale, lo assunse come momento esemplare di un'analisi che mirava a cogliere, al di là dei nudi fatti, le forze profonde sottese ai processi della storia. Un'analisi lucida e disillusa che spinge il lettore a interrogarsi sui problemi che si ripresentano sempre uguali alla coscienza storica: i meccanismi e la moralità del potere, gli arbitrii e i diritti dei vincitori e dei vinti, la giustizia dei potenti e la giustizia dei deboli.
Negli anni sessanta e settanta diventò estremamente di moda, per gli intellettuali newyorchesi ricchi e affermati, ospitare nei propri salotti ogni possibile rivoluzionario radicale, dalle pantere nere agli antimilitaristi agli hippy psichedelici. In questo libro tom wolfe mette in ridicolo quegli ambienti (di cui esiste anche una versione italiana), descrivendo una serie di serate mondane all'insegna di
Possiamo passare una vita a discutere senza mai capirci, in particolare quando apparteniamo a generazioni diverse. Quasi sempre è un problema di coordinate: ognuno ha le sue e rifiuta di abbandonarle, anche solo un po'. Essere figlia e padre non semplifica le cose. «abbiamo smontato e rimontato discussioni del passato che spesso erano finite male. O anche molto male. Questa volta con uno spirito di curiosità e sperimentazione. Con la convinzione che non conta trovare risposte precise e univoche, ma un modo diverso di costruire le domande». Stanchi di «conversare a vuoto», giorgia e gianrico carofiglio si sono seduti a un tavolo e hanno affrontato con occhi nuovi alcuni degli argomenti che piú li hanno divisi. Questioni che riguardano ciascuno di noi come il clima, il femminismo, il cibo. La politica. Non hanno eliminato tutte le loro divergenze, ma hanno elaborato una serie di ragionamenti – veri e propri saggi brevi, tessere di un mosaico sorprendente – in cui si combinano entrambi i punti di vista. Una scommessa audace e allegra sulle possibilità di un linguaggio comune, di un'idea condivisa del mondo e del futuro.
Si può essere madri di figlie e figli che si scelgono, e che a loro volta ci hanno scelte? Si può costruire una famiglia senza vincoli di sangue? La risposta è sì. La queerness familiare è ormai una realtà, e affrontarla una necessità politica, come lo è quella di un dialogo lucido e aperto sulla gestazione per altrə, un tema che mette in crisi la presunta radice dell'essere donne. Interrogarci, discutere intorno a questa radice significa sfidare il concetto di normalità e naturalità a cui siamo abituati. Michela murgia lo ha fatto per anni, nei suoi libri e sui social, e nelle ultime settimane di vita ha raccolto i suoi pensieri per donarci questo pamphlet densissimo e prezioso, in cui ci racconta – partendo dall'esperienza personale – un altro modello di maternità, come si possa dare la vita senza generare biologicamente, come i legami d'anima possano sommarsi ai legami di sangue.
Si tratta dello 'speciale' della trasmissione televisiva 'blu notte' andato in onda nell'estate del 2003. Il dvd, della durata di 120 minuti, riproduce una narrazione televisiva ad alta densità di informazione, che unisce il montaggio di documenti indispensabili per la ricostruzione della memoria recente del paese con la presenza 'scenica' di un lucarelli più che mai narratore, quasi storico in presa diretta. Dalle stragi mafiose del 1992 ai giorni nostri, un'analisi della storia di cosa nostra. Non storia di una deviazione, oscura ma circoscritta, ma parte integrante della storia italiana, al pari di quella dei movimenti politici, dei fenomeni economici e di costume, ai quali si è intrecciata, condizionandoli. Il libro commenta e narra le immagini del dvd.
Considerato da alcuni un manuale per tiranni, oggetto di innumerevoli leggende e false citazioni, il capolavoro di machiavelli costituisce un imprescindibile spartiacque fra il pensiero politico medievale e la modernità. Scritto nel momento più buio della storia d'italia, mentre potenze straniere si contendevano i ricchi ma deboli stati regionali, contiene il sapere che machiavelli aveva acquisito in quindici anni di amministrazione dello stato. Un'opera amara e disincantata, nella quale, tracciando il profilo del principe ideale, si analizzano le ragioni dell'agire umano e si separa, per la prima volta, la politica dalla morale. Nel 1599 fu inserito nell'indice dei libri proibiti, con l'accusa di aver diffuso la corruzione politica in francia.
'temo che il senso della vita sia estorcere la felicità a se stessi' 'mi son ricordato di una cosa che ho imparato dai vecchi: falli parlare di quello che veramente conoscono e amano, e capirai cosa pensano del mondo. […] io di cose che conosco davvero, e amo senza smettere mai, ne ho due o tre. Una è i libri. Mi è venuta un giorno questa idea: che se solo mi fossi messo lì a parlare di loro, prendendone uno per volta, solo quelli belli, senza smettere per un po' – be', ne sarebbe venuta fuori innanzitutto una certa idea di mondo. C'erano buone possibilità che fosse la mia. '
«questo libro non parla di cernobyl' in quanto tale, ma del suo mondo. Proprio di ciò che conosciamo meno. O quasi per niente. A interessarmi non era l'avvenimento in sé, vale a dire cosa era successo e per colpa di chi, bensì le impressioni, i sentimenti delle persone che hanno toccato con mano l'ignoto. Il mistero. Cernobyl' è un mistero che dobbiamo ancora risolvere. Questa è la ricostruzione non degli avvenimenti, ma dei sentimenti. Per tre anni ho viaggiato e fatto domande a persone di professioni, destini, generazioni e temperamenti diversi. Credenti e atei. Contadini e intellettuali. Cernobyl' è il principale contenuto del loro mondo. Esso ha avvelenato ogni cosa che hanno dentro, e anche attorno, e non solo l'acqua e la terra. Tutto il loro tempo. Questi uomini e queste donne sono stati i primi a vedere ciò che noi possiamo soltanto supporre. Più di una volta ho avuto l'impressione che in realtà io stessi annotando il futuro». (l'autrice)
Supremamente ottuso è per bernhard il mondo dei premi letterari, di cui traccia un ritratto insieme crudele e divertentissimo, senza risparmiare frecciate a nessuno, neanche a se stesso: 'tutto era repellente, ma più repellente di tutto trovavo me stesso' dice a proposito del premio franz theodor csokor. Al grottesco balletto prendono parte stolidi largitori e beneficati vanesi; ministre che russano durante i panegirici per poi risvegliarsi di botto sbraitando imperiose: 'ma dove si è cacciato il nostro scrittorello? '; conferitori di attestati e di prebende che, scambiando il sesso dei poeti laureandi, parlano con disinvoltura della 'signora bernhard'; politici opportunisti e di abissale ignoranza preoccupati solo di fare passerella; giurie letterarie insipienti ma ben liete di trasferirsi, spesate di tutto, nei migliori alberghi e ristoranti; finanziatori che con un esborso spudoratamente basso si assicurano pubblicità a buon mercato e una fama di generosi mecenati; e grossolani esponenti dell'industria che presentandolo parlano diffusamente dello 'straniero nato in olanda', il quale però 'già da qualche tempo vive tra noi', e al quale attribuiscono senza fare una piega un fantomatico romanzo ambientato in un'isola del sud. 'se qualcuno offre del denaro vuol dire che ne ha ed è giusto alleggerirlo' pensa tuttavia bernhard, e non nega affatto di averlo speso volentieri, soprattutto se gli ha dato l'occasione per comprarsi finalmente una triumph herald.
In questi dodici interventi (originariamente pubblicati sulla rivista radicale in these times, poi snobbati dalla grande editoria americana e raccolti in volume da una coraggiosa casa editrice indipendente che negli stati uniti ne ha fatto un bestseller da 350. 000 copie), kurt vonnegut ci offre il suo punto di vista sull'america e sul mondo di oggi. Traendo ispirazione di volta in volta da mark twain, gesù cristo, abraham lincoln e i socialisti di inizio novecento, critica ferocemente il neoimperialismo e il capitalismo malato delle multinazionali, ma lo fa con uno stile frizzante e discorsivo che apre a continue digressioni: dalle dichiarazioni d'amore per il blues alle geniali riletture naif di kafka e shakespeare, dai ricordi del bombardamento di dresda a quelli dello spinello fumato coi grateful dead, il tutto accompagnato da illustrazioni realizzate dall'autore stesso.