Siamo nei paesi bassi, alla fine del seicento. Cornelius van bearle sta per creare un fiore meraviglioso, un tulipano nero. Isaac boxtel, suo vicino, cerca in ogni modo di appropriarsi dei preziosi bulbi. Per raggiungere il suo scopo entra nella serra di cornelius, poi per liberarsi del rivale lo denuncia e lo fa incarcerare con l'accusa di aver nascosto delle lettere affidategli da corneille de witt, governatore della provincia. Van bearle riesce con uno stratagemma a portare con sé in prigione i preziosi bulbi incartandoli in un foglio che contiene un messaggio del governatore. Cornelius è in pericolo ma aiutato dalla giovane rosa, figlia del guardiano della prigione, riesce a far fiorire i bulbi. Protagonista del romanzo è proprio il fiore, il tulipano nero, sullo sfondo le lotte dei paesi bassi nel travagliato periodo della fine del seicento.
La storia, diceva dumas, è il 'chiodo al quale appendo i miei romanzi': ma nel 1837 quando compose i suoi 'deletti celebri' il futuro autore del 'conte di montecristo' era ancora un drammaturgo e un giornalista. E 'i borgia', infatti, non è un romanzo storico né una storia romanzata. È la storia di un gruppo efferato di potere, i borgia appunto, sullo sfondo avventuroso, luminoso e ambiguo del rinascimento italiano, ma scritta in presa diretta, con piglio giornalistico, da un giovane reporter che vuol far colpo col sensazionale, e attento alle tinte forti della cronaca nera.