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Julien Tromeur


Classifica Libri CATEGORIA (E SOTTOCATEGORIE)
Saggi

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Libri in questa classifica: 439

Pagina 19 di 44

Posizione in classifica: 181

Assolutamente Musica

Haruki Murakami

Classici, poesia, teatro e critica - Saggi

Assolutamente Musica
Il ritmo è una successione di forme di movimento, di suoni e di pause, di luce e di buio, di frenesia e di quiete. Il ritmo è un concetto che accomuna i libri e la musica: i romanzi piú belli ne hanno sempre uno, e leggerli è piacevole quanto ascoltare una canzone a occhi chiusi. «se in un testo non c'è ritmo, nessuno lo leggerà», afferma murakami haruki, che ha imparato a scrivere ascoltando musica. La sua passione è nota a tutti i lettori: non solo i suoi romanzi sono percorsi da una costante colonna sonora formata dalle canzoni che ascoltano i personaggi, o in cui si imbattono per caso, ma l'autore giapponese ha anche gestito un jazz club a tokyo, il famoso peter cat. E può vantare un amico d'eccezione: il grande maestro ozawa seiji, che ha diretto le orchestre piú importanti del mondo, tra cui la boston symphony orchestra per ventinove anni, dal 1973 al 2002. Uniti da una sincera amicizia e spinti dal profondo amore per la musica, l'appassionato e il professionista hanno deciso di scrivere insieme 'assolutamente musica': sei conversazioni e quattro interludi che spaziano da beethoven ai collezionisti maniacali di dischi, da brahms al rapporto tra musica e scrittura, da mahler al blues, fino alla formazione dei giovani musicisti piú talentuosi. Murakami e ozawa ci raccontano la loro passione attraverso questa insolita guida all'ascolto, capace di farci rivivere l'armonia di un pomeriggio tra amici che parlano di ricordi. E capace di farci emozionare.
Punteggio: 763
                

Ultimo aggiornamento punteggio: 06/09/2024

Posizione in classifica: 182

Lettera A Mio Figlio Sulla Felicità

Sergio Bambarén

Classici, poesia, teatro e critica - Saggi

Lettera A Mio Figlio Sulla Felicità
Per anni, sergio bambarén ha girato il mondo in cerca di una serenità all'apparenza irraggiungibile, spinto dal vento irrequieto del suo animo. Poi, proprio quando crede di aver finalmente conquistato l'equilibrio da sempre desiderato, ecco che arriva un figlio a sconvolgere ogni sua certezza. Solo stringendo tra le braccia il piccolo daniel per la prima volta, sergio si rende conto di non aver mai nemmeno immaginato le straordinarie implicazioni della paternità. Sopraffatto dalle emozioni, decide di prendere carta e penna per scrivere una lunga lettera al figlio. Una lettera in cui possano trovare sfogo tutte le parole che gli affollano la mente. Così, sergio si mette completamente a nudo, raccontando pagine della sua esistenza che non ha mai condiviso con nessuno. Parla della sua infanzia in perù, del primo amore, della passione per il mare. Svela i suoi sogni più intimi, le ambizioni più nascoste, le speranze più segrete. Ma non solo. Con lucidità e onestà, rievoca le paure, gli errori, le debolezze e le lezioni imparate a caro prezzo sulla propria pelle. Rimanendo fedele allo stile semplice e poetico che lo ha reso celebre, l'autore de 'il delfino' parla per la prima volta della meravigliosa esperienza che gli ha cambiato la vita, regalandoci un messaggio d'amore intenso e dolcissimo, che va dritto al cuore.
Punteggio: 761
                

Ultimo aggiornamento punteggio: 02/10/2024

Posizione in classifica: 183

Futuro Interiore

Michela Murgia

Classici, poesia, teatro e critica - Saggi

Futuro Interiore
Chi non ha risposte si salverà forse con una domanda, se saprà sceglierla bene. Sapremmo dire chi siamo senza evocare sangue e suolo? La democrazia avrà spazio per la bellezza? Si può essere potenti insieme, anziché uno contro l'altro? Figlia dei babyboomers e madre dei nativi digitali, quella degli anni settanta è una generazione ammarata nel mezzo di due fondamentali cambiamenti paradigmatici, uno sociale e uno tecnologico, una generazione che ancora fatica a trovare una propria dimensione storica. Esiliati dai simboli ideologici e giunti ai linguaggi tecnologici come adulti con una lingua straniera, i quarantenni di oggi hanno mancato il tempo di ogni rivoluzione; ora abitano il proprio presente con la sensazione di non potervi davvero risiedere, infragiliti da un'instabilità che li costringe a immaginare mondi inespressi, ma senza dimenticare due urgenze primarie: sopravvivere e restare visibili. Ma quale mondo avremmo costruito se avessimo avuto la percezione di poterlo fare? Quali cose, col senno di mezzo di chi nasce mediano, avremmo voluto migliori? Quale cambiamento avremmo generato se non avessimo avuto la sensazione di essere arrivati così dopo o così prima di tutti gli altri?
Punteggio: 761
                

Ultimo aggiornamento punteggio: 02/06/2024

Posizione in classifica: 184

Ritratti In Jazz

Haruki Murakami

Classici, poesia, teatro e critica - Saggi

Ritratti In Jazz
Murakami haruki ha gestito un jazz club per molti anni prima di dedicarsi a tempo pieno alla scrittura: ecco, leggendo 'ritratti in jazz' si ha l'impressione di essersi appena seduti a uno dei tavoli del locale a bere qualcosa mentre un vecchio amico, murakami stesso, ti racconta quello che stai ascoltando. Il tono è confidenziale, caldo, privo di specialismi, eppure pieno di informazioni, curiosità, aneddoti, di cose che si scoprono. Quello, però, che più colpisce è la passione sincera e bruciante che ogni 'ritratto' trasmette: murakami riesce veramente a farti 'sentire' il brano o il disco in questione. 'ritratti' in jazz regala al lettore un murakami allo stesso tempo inedito e riconoscibile. Riconoscibile perché il jazz, ancora più della corsa, è una passione che forma l'ossatura stessa della sua opera creativa. I suoi romanzi sono pieni di jazz, allusioni a dischi e musicisti: in un'ipotetica ricetta della poetica murakaminiana l'ingrediente 'jazz' è fondamentale e i suoi lettori lo sanno bene. Inedito perché mai come in questo libro si ha l'impressione di sentire la voce autentica e senza mediazioni narrative di murakami, come se il lettore entrasse nel suo mondo più quotidiano e genuino. Il libro è composto da cinquantacinque schede che, a partire dal ritratto di un musicista dipinto dall'artista wada makoto, commentano un disco storico. Ogni scheda, nelle mani di murakami, diventa un piccolo racconto, un frammento di memoria autobiografica o il fulmineo ritratto di un artista, di un'epoca.
Punteggio: 761
                

Ultimo aggiornamento punteggio: 06/09/2024

Posizione in classifica: 185

Il Dizionario Del Diavolo

Ambrose Bierce

Classici, poesia, teatro e critica - Saggi

Il Dizionario Del Diavolo
Siamo abituati a pensare a un dizionario come a un testo autorevole, un riferimento capace di svelarci il significato di parole o espressioni che non conosciamo. 'il dizionario del diavolo' di ambrose bierce, non a caso detto bitter (l'amaro), sovverte questa funzione rassicurante. Smascherando sul filo di una tagliente ironia le distorsioni linguistiche che spesso nascondono comportamenti deplorevoli o quantomeno discutibili, bierce polemizza contro la falsità dilagante e porta in scena l'ignobile teatrino dell'ipocrisia umana, che stravolge e svuota valori e ideali da qualunque valenza profonda. Dall'amore alla morte, dalla guerra alla politica, passando per lavoro, religione, editoria e varie amenità, l'antidizionario di bierce include lo scibile umano in un abbraccio acidulo e sarcastico che cambierà il vostro modo di guardare il mondo.
Punteggio: 761
                

Ultimo aggiornamento punteggio: 21/08/2024

Posizione in classifica: 186

Sicilia, O Cara
Un Viaggio Sentimentale

Giuseppe Culicchia

Classici, poesia, teatro e critica - Saggi

Sicilia, O Cara<br>Un Viaggio Sentimentale
'ogni volta che torno in sicilia da qualche parte dentro di me continuo ad arrivare in sicilia per la prima volta, bambino, negli anni settanta'. Questo è il racconto del viaggio del culicchia bambino, un viaggio che prepara mesi prima, dopo aver 'ascoltato' la sicilia attraverso le favole - 'la favola del nonno, la favola della nonna, la favola dei cavalli da corsa, la favola della maestra severa, la favola delle sfilate in uniforme da ballila. E poi c'era la mia favola preferita, e cioè la favola dei due soldati dell'afrikakorps' - e averla 'vista' dalle sbiadite foto in bianco e nero. Ed ecco allora l'arrivo alla stazione di torino, il treno che taglia di netto l'italia, la nebbia che dirada, i paesaggi al di là del finestrino, le prime avvisaglie di odori e colori. Quando il piccolo giuseppe arriva in sicilia, le fiabe prendono vita, i racconti diventano volti, città, parole. Palermo, trapani e finalmente marsala, dove i parenti lo accolgono con una frase che diventa formula di rito - 'ma tu peppe sei! Peppe come tuo nonno giuseppe culicchia! Pippinu! Pippinu piruzzu! ' . L'orizzonte si allarga sul mare e torino sembra appartenere a un'altra vita. Giuseppe culicchia mette in gioco la propria memoria e si affida allo sguardo di un bambino - innocente, curioso, pieno di meraviglia - per raccontare un viaggio che non ha ancora terminato.
Punteggio: 759
                

Ultimo aggiornamento punteggio: 25/03/2025

Posizione in classifica: 187

Barnum
Cronache Dal Grande Show

Alessandro Baricco

Classici, poesia, teatro e critica - Saggi

Barnum<br>Cronache Dal Grande Show
Phileas taylor barnum è stato il più grande impiegato circense della seconda metà dell'ottocento e il suo nome è diventato sinonimo di spettacolo, di immenso baraccone di portenti. Per alessandro baricco, barnum è il mondo che si squaderna come un grande show, come una sequenza ininterrotta di spettacoli: spettacoli che son tali per definizione e spettacoli che son tali loro malgrado, gli uni e gli altri registrati con divertita passione. Scritti da baricco per una rubrica sulla 'stampa', i barnum rivelano, ora raccolti in volume, una partitura segreta di irresistibile fascino. A ritmo serrato entrano in pista jovanotti e mike buongiorno, la faccia di funari e il popolo della lega, la voce di carmelo bene e quella di tom waits, la musica di michael nyman e il minimalismo di philip glass, topolino e carlo magno, la liguria e la california, un film sterminato di wim wenders e una lunga coda davanti al louvre. Un circo dentro il circo, un teatro dentro il gran teatro del mondo.
Punteggio: 755
                

Ultimo aggiornamento punteggio: 21/12/2024

Posizione in classifica: 188

L' Arte Di Correre

Haruki Murakami

Classici, poesia, teatro e critica - Saggi

L" Arte Di Correre
Quando, nel 1981, murakami chiuse peter cat, il jazz bar che aveva gestito nei precedenti sette anni, per dedicarsi solo alla scrittura, ritenne che fosse anche giunto il momento di cambiare radicalmente abitudini di vita: decise di smettere di fumare sessanta sigarette al giorno, e - poiché scrivere è notoriamente un lavoro sedentario e murakami per natura tenderebbe verso una certa pinguedine - di mettersi a correre. Da allora, di solito scrive quattro ore al mattino, poi il pomeriggio corre dieci o più chilometri. Qualche anno più tardi si recò in grecia dove per la prima volta percorse tutto il tragitto classico della maratona. L'esperienza lo convinse: da allora ha partecipato a ventiquattro di queste competizioni, ma anche a una ultramaratona e a diverse gare di triathlon. Scritto nell'arco di tre anni, 'l'arte di correre' è una riflessione sulle motivazioni che ancora oggi spingono l'ormai sessantenne murakami a sottoporsi a questa intensa attività fisica che assume il valore di una vera e propria strategia di sopravvivenza. Perché scrivere - sostiene murakami - è un'attività pericolosa, una perenne lotta con i lati oscuri del proprio essere ed è indispensabile eliminare le tossine che, nell'atto creativo, si determinano nell'animo di uno scrittore. Al tempo stesso, questo insolito libro propone però anche illuminanti squarci sulla corsa in sé, sulle fatiche che essa comporta, sui momenti di debolezza e di esaltazione che chiunque abbia partecipato a una maratona avrà indubbiamente provato.
Punteggio: 750
                

Ultimo aggiornamento punteggio: 20/04/2021

Posizione in classifica: 189

Mi Sono Perso In Un Luogo Comune
Dizionario Della Nostra Stupidità

Giuseppe Culicchia

Classici, poesia, teatro e critica - Saggi

Mi Sono Perso In Un Luogo Comune<br>Dizionario Della Nostra Stupidità
Giuseppe culicchia, con molta voglia di giocare e altrettanta di mettersi in gioco, ha dato forma a una sua personalissima versione del dizionario dei luoghi comuni. «addominali - ciò che conta in un uomo oltre alla carta di credito. Io che non ho mai badato a queste cose, un giorno ho scoperto che avrei dovuto averceli a tartaruga. Sono subito corso a specchiarmi, e ho constatato che invece ce li avevo a foca. Avete presente le foche? Ecco, io ne ho una che dorme beata lí dove dovrebbe esserci una tartaruga. Ora, quanto è tenera una foca addormentata? Perché svegliarla? E come dirle che dovrebbe sloggiare per far posto a una tartaruga? » ma quanto siamo stupidi? E soprattutto: come? Inutile girarci intorno: ogni volta che ci scappa una frase fatta, è l'ottusità del mondo che si sta impossessando di noi. Basta ascoltare le conversazioni sui tram, guardare i telegiornali, partecipare alle cene di sedicenti intellettuali. Oppure, semplicemente ascoltare ciò che ci esce di bocca. È questo che ha fatto giuseppe culicchia: con molta voglia di giocare e altrettanta di mettersi in gioco, ha dato forma a una sua personalissima versione del dizionario dei luoghi comuni. Perché capita a ciascuno di noi, molte volte al giorno, di perdersi in un luogo comune. E questo libro ci farà ridere, prima di tutto di noi stessi. Mi sono perso in un luogo comune contiene frammenti di comicità pura, ma anche riflessioni piú malinconiche – sempre all'insegna dell'intelligenza. Un testo che si può leggere come si vuole: rispettando l'ordine alfabetico o aprendo le pagine a caso, divorandolo in una sola notte o a poche pillole al giorno. Comunque lo si affronti, ci si vedrà allo specchio, perché è un ritratto di tutti noi, sorpresi – nei nostri salotti reali o immaginari – a parlare senza pensare davvero, pronunciando frasi impronunciabili.
Punteggio: 745
                

Ultimo aggiornamento punteggio: 25/03/2025

Posizione in classifica: 190

Il Passo Del Vento
Sillabario Alpino

Mauro Corona

Classici, poesia, teatro e critica - Saggi

Il Passo Del Vento<br>Sillabario Alpino
Parlare di montagna equivale a parlare dell'intera esistenza, e di come in essa si intende prendere posto. E amare la montagna significa stare al mondo con franchezza, desiderio di avventura, accortezza e spirito di solidarietà, rispetto per la vita in tutte le sue manifestazioni. «un deposito di memorie, un vademecum, una filosofia di vita» – il venerdì «un deposito di memorie, ma anche una filosofia di vita» – la lettura «aprii le pagine del libro di vetta, ingiallite ed erose dal vento, presi la mia matita e scrissi che avrei desiderato rimanere lassù per sempre. E lo riscriverei ancora. Perché se intorno a noi tutto cambia, le montagne no. Le montagne non tradiscono. » mauro corona e matteo righetto, gli scrittori italiani più autorevoli sull'argomento, danno voce a ciò che per loro la montagna rappresenta, attingendo a un ricchissimo tesoro di esperienze personali, qui condensate in brevi racconti, epigrammi fulminanti, descrizioni di paesaggi naturali di bellezza inesprimibile. In queste pagine troviamo l'asprezza della roccia e la sfida delle vette, ma anche la carezza accogliente dei boschi, il ritmo lento del passeggiare; i ricordi vivissimi di un tempo che non esiste più e la consapevolezza urgente delle responsabilità da assumersi perché gli ambienti naturali possano sopravvivere ed essere il futuro dei nostri figli. I sedici milioni di abeti distrutti dal ciclone che si è abbattuto sulle dolomiti alla fine del 2018 evocano i caduti della prima guerra mondiale, perché «gli alberi sono come le persone, e le foreste sono intere comunità». La descrizione di un camoscio, che con abilità di equilibrista si muove tra i picchi più impervi, sfocia in una riflessione sul cambiamento del ruolo del padre nella società contemporanea, una figura ormai così priva di spigoli da rendere difficile assumerla come riferimento e appoggio. E invece, dal momento che gli esseri umani sono alpinisti inconsapevoli e chi «guarda il cielo sente la vertigine della bellezza ma anche il vuoto del precipizio», l'appiglio è cruciale, nell'arrampicata come nella vita. La narrativa potente di due grandi scrittori in un libro che si legge con la facilità e la soddisfazione con cui si raccolgono i mirtilli, grazie alla struttura classica e accattivante del sillabario.
Punteggio: 745
                

Ultimo aggiornamento punteggio: 31/03/2023

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