Giovane siciliano laureato in legge, filippo rubè va a roma per iniziare la pratica dell'avvocatura e darsi alla politica. Acceso interventista, allo scoppiare del primo conflitto mondiale decide di arruolarsi. Terrorizzato dall'idea di avere paura, disperatamente alla ricerca di eroica consacrazione, si getta nella mischia, riportandone ferite e gloria. Ma ciò non basterà a placare le sue confuse e mai sopite ambizioni. Altrettanto inquieta e incerta è anche la sua vita sentimentale, divisa fra l'aristocratica mary, la giovane eugenia e la bellissima celestina. La sua esistenza procede così fra insicurezze economiche e fallimenti sentimentali, passioni politiche smodate e frustrazioni professionali, fino a un tragico epilogo segnato dalla follia. Ritratto di un uomo mancato che non riesce a realizzare né a soffocare le proprie aspirazioni, rimanendo in questo modo vittima della propria inettitudine, rubè è l'emblema di quella crisi di valori generazionale, sullo sfondo di una crisi politica nazionale che accomuna i protagonisti della letteratura italiana degli anni venti.
Né l'editore né lo stesso autore si attendevano, all'uscita de 'i misteri di parigi', lo sconvolgente successo che tutta la francia - e poi tutta l'europa - tributarono a eugène sue, che aveva ambientato negli inferi parigini un romanzo d'appendice: era invece un thriller ante litteram. Qualunque lettore si appassiona irresistibilmente alle gesta del principe rodolphe di gerolstein che cerca sua figlia fleur-de-marie. Da un tale successo il 'genere popolare' s'impose nella cultura e dell'editoria del tempo, e scrittori come balzac, hugo e dumas affidarono a questo genere i loro libri.
Nella germania devastata alla fine della seconda guerra mondiale, il professor serenus zeitblom scrive la biografia dell'amico d'infanzia adrian leverkühn, un geniale musicista che in cambio dell'anima ha ottenuto dal diavolo ventiquattro anni di furore creativo reinterpretando in chiave moderna il mito di faust, thomas mann narra una vicenda che per molti aspetti sembra anticipare il destino della germania, travolta dalla follia hitleriana e dalla distruzione. Dando vita a tre generazioni di personaggi, descritti ora con accorata pietà ora con mordente ironia, mann crea nello stesso tempo una grandiosa allegoria della storia tedesca, e riflette sul profondo significato dell'arte, della musica, della filosofia, della scienza, e sul destino dell'uomo.
'com'è andata a finire quella storia, tim? - l'abbiamo persa per strada, piaccia a vostro onore, non si sa come. ' non 'vita e avventure', come per robinson crusoe, ma 'vita e opinioni': fin dal titolo il romanzo di sterne sorprende e si rivela innovativo, tanto da segnare l'avvio della letteratura moderna. Mimetizzato dietro il protagonista e narratore, che racconta una vicenda fitta di personaggi e di situazioni bizzarre, sterne rivolge la sua penna acuminata contro le convenzioni morali e letterarie dell'epoca, contro l'ipocrisia degli ecclesiastici, la vanità dei potenti e il servilismo dei letterati. Ne risulta un'opera umoristica e malinconica, enigmatica, anarchica e irriverente, originale fin nell'ortografia; un romanzo zigzagante, ricco di divagazioni, di storie parallele, di 'opinioni' – appunto –, in cui il protagonista, attraverso l'esercizio del dubbio, giunge alla conoscenza dell'umana finitezza, e ne esce più forte e libero, invitando il lettore a fare con lui lo stesso percorso.
Venticinquenne, nel 1837 charles dickens inizia la pubblicazione a puntate di oliver twist su una rivista. Uscirà nel 1838. È un successo mondiale immediato - la prima traduzione italiana è già del 1840 - che proseguirà ininterrotto fino ai giorni nostri, con traduzioni, adattamenti per ragazzi, trasferimenti in altri media. Sarà dickens stesso a dare il via a un diverso uso del materiale del romanzo nelle sue tournée, che presenteranno rielaborazioni in forma quasi teatrale di scene ed episodi che, ritagliati dal contesto e dotati di una loro autonomia, suscitano un vero e proprio entusiasmo tra il pubblico. Incentrato sulle alterne fortune del piccolo oliver, il libro è una sorta di racconto fiabesco che sa descrivere la multiformità del mondo grazie anche a una mobilissima visione sottolineata dal continuo gioco di piani, che allarga e restringe il campo tra personaggi, classi sociali, società nel suo insieme; tra paesaggi rurali, panorami urbani, vie cittadine, caseggiati, botteghe e abitazioni. Un libro però che resta una grande favola e dove alla fine trionfa il principio del bene.
'tutti per uno, uno per tutti! ': il celeberrimo motto dei tre moschettieri è entrato a far parte del patrimonio fantastico di milioni di lettori di tutte le parti del mondo e di tutte le età. La storia è nota a tutti, anche grazie alle svariate riduzioni cinematografiche e parodie che ne sono state fatte.
Storia di un bizzarro esperimento scientifico, che innesta su un cane randagio moscovita l'ipofisi di un uomo, il racconto denso di avventure ironiche e grottesche di un animale che scopre il mondo con la sensibilità di un essere umano.
Fra tutti i romanzi di joseph roth, la ribellione (1924) è forse il più aspro e sconsolato. Siamo qui immersi nell'atmosfera torbida degli anni di weimar. Andreas pum, il protagonista, è un mutilato di guerra che ancora crede nell'ordine del mondo e degli uomini e sogna di gestire una rivendita di francobolli. Ma la sorte, dietro cui si maschera l'oppressione senza scampo esercitata dalla società, lo trasforma a poco a poco in un capro espiatorio, in un giobbe inerme, costretto a riconoscere l'onnipresenza del male. È questo un estremo delle oscillazioni di roth, al cui altro capo troveremo, alla fine, l'aura di grazia sovrana che investe la leggenda del santo bevitore. Ma i due estremi sono compresenti in tutta la sua opera, e ciascuno dà la forza all'altro.
Quando, nel 1957, l'intuizione e il coraggio della casa editrice feltrinelli portarono alla pubblicazione de il dottor Živago, borìs pasternàk era consapevole delle conseguenze che ciò avrebbe avuto sulla sua vita e su quella dei suoi cari: da un lato la realizzazione di un progetto artistico che l'avrebbe condotto al nobel e alla fama mondiale, dall'altra l'espulsione dall'unione degli scrittori, una violenta campagna denigratoria e la morte civile nel suo paese. A oltre sessant'anni di distanza il romanzo resta una straordinaria riflessione sul destino di una generazione passata attraverso due rivoluzioni e approdata a una faticosa sopravvivenza sotto il regime sovietico. Unanime, la critica di tutto il mondo ha subito riconosciuto che il dottor Živago si inserisce, per dirla con le parole di eugenio montale, «per l'ampiezza del quadro e per la primordialità delle passioni nella tradizione tolstoiana»; e tuttavia, come scrisse edmund wilson, esso «non è affatto un romanzo d'antico stampo. è un romanzo poetico moderno, il cui autore ha letto joyce, proust, e kafka e. S'è allontanato dai suoi predecessori per inventare, in questo campo, un genere suo proprio».
'era la prima notte di guerra. Nelle guerre e nelle rivoluzioni niente di più singolare di quei primi istanti in cui si viene proiettati da una vita all'altra, senza fiato, come se si cadesse dall'alto di un ponte, tutti vestiti, in un fiume profondo, senza capire cosa sta succedendo, serbando nel cuore un'insensata speranza. Il treno si dirigeva verso parigi; trasportava dei mobilitati, e donne che giungevano in tutta fretta per abbracciare colui che domani sarebbe partito, per cercare bambini e anziani e condurli in luogo sicuro, per lavorare, per aiutare'. Un racconto inedito in italia della grande scrittrice francese, di origine ucraina, autrice della celeberrima 'suite francese'. Il racconto apparve nell'ottobre 1939 sul periodico parigino 'gringoire'.