Evocando il rogo di giordano bruno, il processo a galileo, le dispute sull'età della terra, la 'guerra delle scimmie' dichiarata dal darwinismo, claude allegre narra la secolare vicenda del 'lungo addio' tra religione e scienza. Siamo destinati a una secolarizzazione totale della nostra esistenza? O non sono già minacciose le pretese di vecchi e nuovi fondamentalismi? E' possibile un ateismo realmente 'scientifico'? In realtà, conclude l'autore, qualunque sia la risposta che diamo a queste domande, resta il fatto che quella di credere o non credere è una libera scelta, forse addirittura il fondamento di qualsiasi 'società aperta'.
Leggerlo tutto in una volta è impossibile. Eppure non si riesce a staccarsene. L'originale miscellanea di schott è una straordinaria raccolta di 'trivia'. Quale altro libro può vantare un indice che comprenda lunghezza delle stringhe e linguaggio dei segni, i sette peccati capitali, regole dei duelli e nani, dimensioni delle uova, risultati elettorali, le figure della smorfia napoletana e i film di fantozzi? In quale altro libro si possono trovare, racchiusi nella medesima pagina, la nomenclatura golfistica, una storia della tassa sui cappelli, i nomi collettivi, la linea di successione inglese e la bandiera della guadalupa? In quale altro libro, se non ne 'l'originale miscellanea di schott', ci si può imbattere nel gatto di john lennon, nel fornitore di cornamuse della regina, nelle dodici fatiche di ercole e nei brutali metodi di omicidio scoperti da miss marple?
'perché dovremmo dirci cristiani? Oggi siamo liberali, e perciò non c'è bisogno di rivolgersi al cristianesimo per giustificare i nostri diritti e libertà fondamentali. Siamo laici, e perciò possiamo considerare le fedi religiose come credenze private. Siamo moderni, e perciò crediamo che l'uomo debba farsi da sé, senza bisogno di guide che non derivino dalla sua propria ragione. Siamo figli della scienza, e perciò ci basta il sapere positivo, provato e dimostrato. In europa stiamo per unificarci, e dunque dobbiamo evitare di dividerci menzionando il cristianesimo fra le radici dell'identità europea. In casa nostra stiamo integrando milioni di islamici, e dunque non possiamo chiedere conversioni di massa al cristianesimo. Dentro le nostre società occidentali stiamo attraversando la fase della massima espansione dei diritti, e dunque non possiamo consentire che la chiesa interferisca e ne ostacoli il godimento. E così via. Questo libro intende rifiutare tutti questi perciò e dunque. Non c'è dubbio che siano diffusi: li leggiamo sui libri e sui giornali, li sentiamo alla televisione e nelle aule universitarie, li ascoltiamo dalla voce di tanti intellettuali, li vediamo all'opera nell'azione di tanti politici. Ci bombarda da così tante parti, questa negazione della religione, in particolare questa apostasia del cristianesimo, che c'è solo da meravigliarsi che qualcuno ancora si opponga. ' il volume è introdotto da una lettera inviata all'autore da papa benedetto xvi.
Se parlate con un europeo che ha vissuto per vent'anni in giappone vi dirà: 'vent'anni non sono sufficienti. Avevo le idee più chiare quando sono arrivato qua'. Per capire un'altra cultura, un altro popolo, servono decenni, e non è detto che bastino. Ma quanti sono quelli che vivono per vent'anni in giappone, o a londra, o a new york, o a sharm-el-sheikh? Pochi. Molti di più sono quelli a cui capita di passarci una settimana, o un mese, o un semestre, o un anno: per una vacanza, o per studio o lavoro, o perché una moglie o un marito sono nati lì. Questa temporanea estraneità al luogo in cui ci troviamo, questo 'passare per' un paese o una città che lasceremo presto, e che presto dimenticheremo, è uno dei tratti peculiari dell'esperienza moderna. Ecco perché la descrizione di questo genere di esperienza è interessante: perché questo spaesamento prima o poi riguarda tutti. 'il paese più stupido del mondo' è un saggio sul giappone nel quale non si dice niente di profondo o di originale sul giappone. Non è un saggio su un luogo ma sull'esperienza di un luogo. Il fatto che il luogo non sia londra o new york o sharm-el-sheikh ma il giappone (che naturalmente non è il paese più stupido del mondo) rende tutto più difficile, interessante e, inevitabilmente, superficiale. Ma la superficie conta.
Ho voluto spiegare le religioni con estrema semplicità e assoluto rigore nel livello dei concetti, partendo dalla constatazione che, a prescindere dalle differenze fra l'una e l'altra, esse sono una creazione del pensiero umano e rispondono a due bisogni fondamentali strettamente connessi. Il primo: fornire una spiegazione della morte; il secondo: mettere in atto un potere che la domini. Il bisogno del potere è diventato subito primario in tutte le società, dalle più antiche alle contemporanee. E i detentori del potere si sono serviti del timore della morte e del controllo-dominio sulla morte per organizzare la vita del gruppo. Nelle religioni si nasconde la storia che sta sotto alla storia dell'uomo; i passi incerti, pieni di angoscia e di speranza che gli uomini hanno via via compiuto per poter vivere malgrado la morte; per venire a patti con le forze soverchianti da cui erano e sono circondati. Raccontarle significa raccontare la solitudine, accompagnare gli uomini di ogni epoca nei loro innumerevoli tentativi.
Con questo libro il matematico impertinente piergiorgio odifreddi ha compiuto un viaggio dentro le scritture e lungo la storia della chiesa, fino ai giorni nostri. Come uomo di scienza, egli considera l'affermazione che quello della bibbia è l'unico vero dio una bestemmia nei confronti di colui che gli uomini di buona fede hanno da sempre identificato con l'intelligenza dell'universo e l'armonia del mondo. Come cittadino, afferma che il cristianesimo ha costituito il freno che ha gravemente soffocato lo sviluppo del pensiero democratico e scientifico europeo, e ritiene che l'anticlericalismo sia oggi più una difesa della laicità dello stato che un attacco alla chiesa. Come autore, infine, legge l'antico e il nuovo testamento e le successive elaborazioni dogmatiche della chiesa per svelarne non soltanto le incongruenze logiche ma anche le infondatezze storiche, dando alla ragione ciò che è della ragione e facendo emergere dai testi la verità: ovvero, dice odifreddi, che 'mosè, gesù e il papa sono nudi'.
Richard dawkins è uno dei più famosi scienziati di oggi e uno dei più strenui difensori della teoria darwiniana della selezione naturale. La tesi di questo suo libro, che ha suscitato un enorme clamore nel mondo anglosassone e ha generato un dibattito accesissimo, è molto semplice: dio non esiste e la fede in un essere superiore è illogica, sbagliata e potenzialmente mortale, come millenni di guerre di religione e la recente minaccia globale del terrorismo fondamentalista islamico dimostrano ampiamente. Agli occhi di dawkins, ogni religione condivide lo stesso errore fondamentale, vale a dire l'illusoria credenza nell'esistenza di dio, e, con essa, la pericolosa sicurezza di conoscere una verità indiscutibile perché sacra.
Ora l'italia è di nuovo un paese da ricostruire. La lunga crisi ha fatto i danni di una guerra. Per questo dovremmo ritrovare l'energia e la fiducia in noi stessi di cui siamo stati capaci allora. «anche oggi siamo un paese da ricostruire. Vediamo come abbiamo fatto l'altra volta. » il primo film che le nostre nonne e le nostre madri andarono a vedere dopo la guerra fu via col vento. Molte si identificarono in una scena: rossella torna nella sua fattoria, la trova distrutta, e siccome non mangia da giorni strappa una piantina, ne rosicchia le radici, la leva al cielo e grida: «giuro che non soffrirò mai più la fame! ». Quel giuramento collettivo fu ripetuto da milioni di italiane e di italiani. Fu così che settant'anni fa venne ricostruito un paese distrutto. Come scrive aldo cazzullo, «avevamo 16 milioni di mine inesplose nei campi. Oggi abbiamo in tasca 65 milioni di telefonini, più di uno a testa, record mondiale. Solo un italiano su 50 possedeva un'automobile. Oggi sono 37 milioni, oltre uno su due. Eppure eravamo più felici di adesso». Ora l'italia è di nuovo un paese da ricostruire. La lunga crisi ha fatto i danni di una guerra. Per questo dovremmo ritrovare l'energia e la fiducia in noi stessi di cui siamo stati capaci allora. Cazzullo racconta l'anno-chiave della ricostruzione, il 1948. Lo scontro del 18 aprile tra democristiani e comunisti. L'attentato a togliatti e l'insurrezione che seguì. La vittoria al tour di bartali e l'era dei campioni poveri: coppi e il grande torino, cui restava un anno di vita. Le figure dei ricostruttori, da valletta a mattei, da olivetti a einaudi. Il ruolo fondamentale delle donne, da lina merlin, che si batte contro le case chiuse, ad anna magnani, che porta al cinema la vita vera. L'epoca della rivista: wanda osiris e totò, macario e govi, il giovane sordi e nilla pizzi. Ma i veri protagonisti del libro sono le nostre madri e i nostri padri. La loro straordinaria capacità di lavorare e anche di tornare a ridere. Il racconto di un tempo in cui a natale si regalavano i mandarini, ci si spostava in bicicletta, la sera si ascoltava tutti insieme la radio; e intanto si faceva dell'italia un paese moderno.
Suicidio occidentale è il nuovo libro di federico rampini, uno dei giornalisti e saggisti italiani più amati e apprezzati dal pubblico. Pubblicato da mondadori nel marzo 2022, il libro è già tra i bestseller di amazon e ha ricevuto ottime recensioni da parte della critica e dei lettori.
Il libro è un pamphlet provocatorio e lucido che analizza la crisi dell'occidente, colpevole di aver abbandonato i propri valori e la propria autostima, in favore di un'ideologia dominante che lo spinge a processare la propria storia e a cancellare la propria identità. Rampini denuncia il disarmo culturale e strategico dell'europa e degli stati uniti, che li rende vulnerabili agli attacchi delle nuove potenze imperiali, come la russia di putin e la cina di xi jinping.
Rampini non risparmia critiche al politicamente corretto, alla censura intellettuale, all'ambientalismo estremo, al capitalismo finanziario e digitale, alle élite radical chic che si purificano con la catarsi delle minoranze e dell'ambiente. Il libro è una guida per esplorare il disastro in corso, ma anche un avvertimento e un allarme per cercare di invertire la rotta prima che sia troppo tardi.
Suicidio occidentale è un libro coraggioso e necessario, che affronta con competenza e passione i temi più urgenti e controversi del nostro tempo. È un libro che fa riflettere, che stimola il dibattito, che sfida le opinioni consolidate. È uno dei libri più belli di federico rampini, un autore che non smette mai di sorprendere e di illuminare i suoi lettori con la sua visione acuta e originale della realtà.