Il giovane stefano lantier va a cercare lavoro in una miniera e trova un mondo di sofferenza e di miseria, in cui tutti i valori della dignità umana sono calpestati: l'onesto maheu, il volgare chaval, il macchinista russo suvarin, cupo e sognatore, la giovane e contesa caterina e molti altri personaggi, buoni e malvagi, assurgono a simbolo di una società e di una condizione in cui il male sembra prevalere su tutto, anche sull'amore. Il soffio epico che accompagna le fosche vicende di questa folla di
Betti non è mai sparita così, quasi due giorni senza farsi sentire o rispondere al cellulare. Delle tre è lei, la manager, quella che di solito pecca del difetto opposto, e con guia e lucia sa essere una presenza indispensabile quanto assillante. Perciò, anche se le due amiche sono assorbite dall'agenzia di catering appena avviata, e in più guia deve badare ai figli e lucia è alle prese con la traduzione dell'ennesimo poliziesco, non possono fare a meno di preoccuparsi per betti. Almeno da quando esce con paul il fecalomo,
Tra le mura di villa gina scorre un trentennio di storia d'italia, dal dopoguerra fino al delitto moro, vissuto attraverso gli occhi dell'autrice, dapprima bambina poi adolescente e giovane inquieta. In un paese ancora immerso nella civiltà contadina irrompe la modernità, i primi miti del consumismo, fino alle speranze del sessantotto cui la protagonista, universitaria a firenze, partecipa. Le contraddizioni della famiglia, i rapporti con l'altro sesso e gli amici, le ingenuità e le speranze segnano il cammino di una ragazza che tenta di superare i limiti e le rigidità ideologiche di quegli anni, conservandone però l'energia e l'impegno civile.
Francesco la licata ricostruisce le vicende salienti della vita di giovanni falcone, palermitano autentico, magistrato protagonista del pool antimafia e del maxiprocesso di palermo, giudice a cui era stata data la delega per sconfiggere la mafia, e che dalla mafia è stato neutralizzato mediante l'isolamento e la delegittimazione, con accuse di protagonismo, opportunismo e smania di potere, fino all'epilogo della strage di capaci, il 23 maggio 1992.
Per i settecento anni dalla nascita di boccaccio, i massimi esperti italiani della sua opera danno vita a un'edizione innovativa, fondante di una nuova tradizione interpretativa, in cui il massimo rigore filologico è associato a una inedita apertura verso i lettori d'oggi. Il nuovo testo critico stabilito da maurizio fiorilla è preceduto dalla rigorosa e appassionata introduzione di amedeo quondam, cui si deve anche il ricchissimo apparato di note; giancarlo alfano, oltre a ricostruire l'intera storia del testo, nelle introduzioni alle singole giornate e alle novelle fornisce le opportune chiavi di lettura. Completa l'edizione un'ampia appendice lessicale. La riscoperta definitiva di un capolavoro che ancora affascina per la pluralità dei toni, per la capacità di dipingere l'infinita varietà della vita.
Dopo una pausa durata otto anni, tiziano sclavi torna a scrivere dylan dog. Lo fa con un racconto dolente, che ci presenta l'indagatore dell'incubo alle prese con il più oscuro dei suoi fantasmi, quello dell'alcolismo. Ai disegni, giampiero casertano.
La scacchiera prende forma, le pedine si muovono. I giochi di potere acquistano forza e i primi scontri incendiano il pianeta. Tuoni assordanti accompagnano battaglie aeree, il fulmine incoraggia le reboanti magie dei cannoni, la terra viene scossa incessantemente dalle marce dei soldati e il sangue si sparge in ogni continente. Duelli in campo aperto, scontri epici, sotterfugi politici, riscontri inaspettati. Le fazioni si schierano mentre ansorac si risveglia chiamata dal declino della società. La verità si delinea su nuovi orizzonti.
Perché le persone più intelligenti nel senso tradizionale del termine non sono sempre quelle con cui lavoriamo più volentieri o con cui facciamo amicizia? Perché i bambini dotati ma provenienti da famiglie divise hanno difficoltà a scuola? Perché un ottimo amministratore delegato può riuscire un pessimo venditore? Perché, sostiene goleman, l'intelligenza non è tutto. A caratterizzare il nostro comportamento e la nostra personalità è una miscela in cui il quoziente intellettivo si fonde con virtù quali l'autocontrollo, la pervicacia, l'empatia e l'attenzione agli altri: in breve, l'intelligenza emotiva.