Cos'è una strada come ellesmere road? Una prigione con tutte le celle in fila. George bowling ha quarantacinque anni, un mutuo da pagare, moglie e figli da mantenere, un lavoro poco interessante e da qualche giorno anche la dentiera. Nell'europa soffocata dai primi venti di guerra – siamo nel 1938 –, decide di lasciare la città e di rifugiarsi nel natio villaggio della campagna inglese per recuperare l'idillio e l'innocenza dell'infanzia. Spera così di sfuggire al soffocante ambiente domestico, o almeno s'illude di poter prendere una 'boccata d'aria'. Accolto con grande favore dal pubblico e ritenuto dall'autore stesso una delle sue opere migliori, una boccata d'aria anticipa la vena apocalittica e la lucidità profetica dei successivi, più celebri romanzi di orwell.
È anonimo l'autore che, nel 1829, dà alle stampe questo piccolo, gigantesco libro. Ma è inconfondibilmente victor hugo. Sono anni in cui il progresso sembra trasportare l'umanità intera, sul suo dorso poderoso, verso un futuro di pace, prosperità, ricchezza e fratellanza. Ma negli stessi anni si tagliano ancora teste davanti a un pubblico pagante, si marcisce in carcere, ci si lascia morire per una colpa non sempre dimostrata oltre ogni ragionevole dubbio. Hugo parla a nome dell'umanità, come sempre, e lo fa attraverso la voce di un uomo qualunque, di un condannato qualunque, di un miserabile che rappresenta tutti i miserabili di tutte le nazioni e tutte le epoche. Un crimine di cui non conosciamo i dettagli lo ha fatto gettare in una cella. Persone di cui non conosciamo il nome dispongono della sua vita, come divinità autoproclamate. Un'angoscia di cui conosciamo fin troppo bene la lama lo tortura, giorno dopo giorno, e gli fa desiderare che il tempo corra sempre più veloce. Verso la fine dell'attesa, venga essa con la liberazione o con l'oblio.
Il fantasma di parigi, dove hemingway soggiornò tra il 1921 e il 1928, accompagnò lo scrittore per tutta la vita, tornandogli prepotentemente alla mente soprattutto a partire dal 1957 quando, ormai malato, si fece urgente il bisogno di dedicare a quella città in cui era stato 'molto povero e molto felice' il suo ultimo romanzo, rimasto incompiuto nella stesura finale e pubblicato postumo. Celebrazione della 'vita intesa come una fiesta', ricca ogni giorno di nuove esperienze e nuove illusioni, «festa mobile» ci racconta di bistrò, marciapiedi, bevute, oppio, corse dei cavalli, campioni di ciclismo con tanto di baffi. Di snobismo letterario e sociale, di una fame che diventa scuola e disciplina, di cose pulite e cose meno pulite. Parigini, americani, e sopra tutto lei, parigi. È un libro di ricordi, e molto di più: l'opera d'addio che dà l'estrema misura di un attaccamento insuperabile alla giovinezza, all'energia di vivere, agire ed esprimersi come scrittore.
Né l'editore né lo stesso autore si attendevano, all'uscita de 'i misteri di parigi', lo sconvolgente successo che tutta la francia - e poi tutta l'europa - tributarono a eugène sue, che aveva ambientato negli inferi parigini un romanzo d'appendice: era invece un thriller ante litteram. Qualunque lettore si appassiona irresistibilmente alle gesta del principe rodolphe di gerolstein che cerca sua figlia fleur-de-marie. Da un tale successo il 'genere popolare' s'impose nella cultura e dell'editoria del tempo, e scrittori come balzac, hugo e dumas affidarono a questo genere i loro libri.
Scritto negli anni della seconda guerra mondiale (e anche censurato dal governo giapponese per la freddezza con cui tanizaki guardava alla propaganda bellica), questo libro è la storia di quattro sorelle di osaka, delle loro vite vissute una accanto all'altra, dei sacrifici e degli squilibri affettivi che ognuna di loro può imputare alle altre e a se stessa. Una vicenda comune, intessuta di piccoli fatti e anche di risvolti tragici, descritta con un'analisi psicologica, che ne fa una vera e propria ricognizione dell'esistenza umana. Un romanzo che parla del suo tempo e delle sue contraddizioni, ma che lo travalica fin da subito, assumendo il respiro una parabola universale, senza terra e senza tempo.
Nella germania devastata alla fine della seconda guerra mondiale, il professor serenus zeitblom scrive la biografia dell'amico d'infanzia adrian leverkühn, un geniale musicista che in cambio dell'anima ha ottenuto dal diavolo ventiquattro anni di furore creativo reinterpretando in chiave moderna il mito di faust, thomas mann narra una vicenda che per molti aspetti sembra anticipare il destino della germania, travolta dalla follia hitleriana e dalla distruzione. Dando vita a tre generazioni di personaggi, descritti ora con accorata pietà ora con mordente ironia, mann crea nello stesso tempo una grandiosa allegoria della storia tedesca, e riflette sul profondo significato dell'arte, della musica, della filosofia, della scienza, e sul destino dell'uomo.
«la più grande scrittrice dell'ottocento. » marguerite yourcenar alla fine dell'800, l'intera popolazione del villaggio svedese di nås si trasferisce a gerusalemme per unirsi a una colonia fondata da una delle innumerevoli sette americane, ispirate a un ideale cristiano di uguaglianza, fratellanza e concordia, in millenaristica attesa del ritorno di cristo. Affascinata dalla «follia romantica dell'impresa», la lagerlöf va a trovarli. Nasce uno dei suoi capolavori, un romanzo epico capace di trasfigurare il vissuto in racconto mitico, in cui trova spazio il contrasto fra realtà e utopia. Postfazione di chiara valerio.
Attraverso la storia della rovina della propria famiglia narrata dalla giovane kazuko, il romanzo adombra l'epopea tragica dell'aristocrazia declinante nel giappone vinto e umiliato dalla guerra, e insieme propone la vivida e più vasta rappresentazione della desolazione spirituale di un paese che ha smarrito i valori della tradizione e va snaturandosi nell'incalzare di una civiltà industriale priva di idealità. Pubblicato nel 1947, un anno prima di annegarsi nel lago tamagawa a tokyo, osamu dazai consegnava un messaggio di disperata rivolta in cui si riconobbe e si identificò un'intera generazione quella che visse il disordine e lo smarrimento del dopoguerra, nonché la frustrazione precoce delle speranze in un rinnovamento radicale della società, una sofferenza esistenziale, il ribellismo e l'istinto di autodistruzione suggellati infine dal suicidio. Prefazione di donald keene.
'com'è andata a finire quella storia, tim? - l'abbiamo persa per strada, piaccia a vostro onore, non si sa come. ' non 'vita e avventure', come per robinson crusoe, ma 'vita e opinioni': fin dal titolo il romanzo di sterne sorprende e si rivela innovativo, tanto da segnare l'avvio della letteratura moderna. Mimetizzato dietro il protagonista e narratore, che racconta una vicenda fitta di personaggi e di situazioni bizzarre, sterne rivolge la sua penna acuminata contro le convenzioni morali e letterarie dell'epoca, contro l'ipocrisia degli ecclesiastici, la vanità dei potenti e il servilismo dei letterati. Ne risulta un'opera umoristica e malinconica, enigmatica, anarchica e irriverente, originale fin nell'ortografia; un romanzo zigzagante, ricco di divagazioni, di storie parallele, di 'opinioni' – appunto –, in cui il protagonista, attraverso l'esercizio del dubbio, giunge alla conoscenza dell'umana finitezza, e ne esce più forte e libero, invitando il lettore a fare con lui lo stesso percorso.