Da oltre tremila anni, nel cuore nero dell'africa pulsa uno straordinario mistero, nato dalla mente e dalle mani di un uomo e poi sottratto agli altri uomini grazie al letale abbraccio di un fiume indomabile e di una natura brutalmente ostile. Quel mistero è la tomba del faraone mamose, concepita dallo scriba taita per celebrare la potenza del suo sovrano e per conservarne in eterno le immense ricchezze. Orgogliosamente convinto che nessuno riuscirà mai a violare il maestoso sepolcro, taita ha lanciato la sua sfida ai posteri, lasciando una traccia di enigmatiche indicazioni, vergate su un papiro, che illuminano i segreti della tomba e indicano la via per raggiungerla. E l'appassionante sfida è ancora aperta per chiunque sia tanto coraggioso da volersi cimentare con i tenebrosi fantasmi di un remoto passato: per lo spregiudicato nicholas quenton-harper diventa una eccitante scommessa; per l'avido collezionista gotthold von schiller un anelito all'immortalità; per l'affascinante archeologa royan al simma un'orgogliosa conferma della grandezza del popolo egizio. Un tornado di bramosia e di desiderio investe allora la tomba del faraone, ne fa scattare le trappole mortali, scatena gli istinti più oscuri e feroci, imprigiona colpevoli e innocenti in un inebriante vortice di possesso. E ben presto tutti scopriranno che il nemico vero è proprio lui, taita, che pare aver atteso trenta secoli poter infine scatenare una caccia al tesoro tanto pericolosa quanto travolgente.
Desmond morris, zoologo famoso per avere studiato a lungo le scimmie, in questo libro divertente, sconvolgente e al tempo stesso rigorosamente scientifico si è messo a studiare l'uomo. Ma lo ha studiato in quanto scimmia e cioè come l'unico, tra le centonovantatré specie di scimmie, a essere sprovvisto di peli. Nudo, appunto. Per quanto cerchi di ignorare l'eredità del passato, l'uomo rimane essenzialmente un primate, una scimmia in crisi, che segue nella vita sessuale e sociale i modelli di comportamento fissati dai suoi antenati scimmioni cacciatori.
I 'giovani' godono, oggi, di libertà un tempo impensabili, crescono protetti ma privi di autostima, subiscono indifferenza e vivono nella solitudine tecnologica. Educare diventa sempre più imbarazzante: genitori ed insegnanti chiedono aiuto. La scuola e la famiglia sono passate attraverso una crisi silenziosa, eppure sembra complesso trovare una nuova autorevolezza e la disponibilità a guardarsi con autocritica. Paolo crepet riunisce, in questo volume, pensieri ed appunti raccolti in un viaggio lungo l'italia, durato molti anni.
Con una prosa tesa e ornata, fuochi è un'opera «assolutamente ardente», un libro sulla passione d'amore, sulla sua esorcizzazione, glorificazione e trascendenza. «nato da una crisi passionale, fuochi si presenta come una raccolta di poesie d'amore, o, se si preferisce, come una serie di prose liriche collegate fra di loro sulla base di una certa nozione dell'amore. Come tale, l'opera non ha bisogno di commenti, in quanto l'amore totale, imponendosi alla vittima come malattia e insieme come vocazione, è da sempre una realtà dell'esperienza e un tema tra i più visitati della letteratura. Si può tutt'al più ricordare che ogni amore vissuto, come quello che ha dato origine al libro, si fa e poi si disfa all'interno di una determinata situazione, grazie a un complesso miscuglio di sentimenti e di circostanze che in un romanzo formerebbero la trama stessa della vicenda mentre in una poesia sono il punto di partenza del canto. » (dalla prefazione dell'autrice)
Il romanzo è ambientato nell'isola di philae, vi secolo dopo cristo. Isis, sacerdotessa di iside, deve combattere una lotta impari contro un potente religioso, il vescovo teodoro, che vuole vedere i templi di philae rasi al suolo. Isis e il suo amato sposo rabin lottano fra riti sascri, pestilenze e maneggi subdoli del vescovo, fino alla loro tragica morte.
Il romanzo è organizzato in nove scenari, ognuno scritto con stile diverso, tutti legati da una trama comune che ha come protagonista una figura femminile, mo muntervary. Fisico quantista, la donna è in volontario isolamento sull'isola natia, clear island, al nord dell'irlanda. E' da tempo sospettosa di fronte all'organizzazione scientifica per la quale lavora. Finora ha condotto ricerche in ambito elettronico-nucleare per sostenere un movimento asiatico con pretese di ordine globale, ma non si sa a quali scopi siano state usate le sue scoperte.
«c'è un fatto che, bene o male che sia, è decisivo nella vita pubblica europea dell'ora presente. Questo fatto è l'avvento delle masse al pieno potere sociale. E poiché le masse, per definizione, non devono né possono dirigere la propria esistenza, né tanto meno governare la società, questo significa che l'europa soffre attualmente la più grave crisi che popoli, nazioni, culture possano patire. Questa crisi si è verificata più d'una volta nella storia. La sua fisionomia e le sue conseguenze sono note. Se ne conosce anche il nome. Si chiama la ribellione delle masse». Ha da poco compiuto settant'anni il libro più noto di ortega y gasset, «la ribellione delle masse», un titolo che ha lasciato lunga traccia di sé nella memoria del secolo appena concluso.
E' la storia di un conflitto tra genio e normalità, volontà e predestinazione, esistere quotidiano e leggi del fato. Ed è anche - lo rivela già il titolo che allude a un'immaginaria mossa inventata dal protagonista - una storia di scacchi. Una lunga partita giocata contro la vita, che si dipana tra la pietroburgo imperiale e la berlino degli anni trenta. Al centro del romanzo il giovane luzin che, inerme di fronte alla vita, consegue, invece, attraverso il suo genio per gli scacchi un misterioso potere che lo sospinge molto al di là del mondo ordinario.