Nel 395, con la morte di teodosio il grande, sembra ormai definitiva la frattura dell'impero romano: se sul trono di costantinopoli siederà il primogenito arcadio, nell'occidente (appena recuperato con la battaglia del frigido) sarà imperatore onorio, di appena undici anni. Proprio secondo la volontà di teodosio, per onorio sarà reggente stilicone, membro acquisito della famiglia imperiale nonostante le origini vandale. Ed è proprio stilicone a muovere le sorti dell'occidente per oltre un decennio, nel momento determinante a cavallo tra iv e v secolo. Egli, uomo politico e generale, sarà coinvolto alternativamente in alcuni degli ultimi trionfi imperiali e in tragici rovesci dalle ripercussioni insostenibili. Attraverso la vicenda di un protagonista riscoperto alla luce di fonti di complicata interpretazione, l'autore presenta un quadro dove sono collocati con chiarezza alcuni elementi e figure chiave di una fase convulsa ma affascinante della fine dell'impero romano. Insieme a stilicone, il libro inquadra onorio, arcadio, alarico, la corte di ravenna e quella costantinopolitana, il cristianesimo nelle sue contrapposizioni interne e con i pagani, il senato geloso di privilegi, i barbari federati e le migrazioni incontrollabili: temi e protagonisti sono presentati in pagine di narrazione avvincente e ricerca storiografica rigorosa e competente.
Pochi periodi storici hanno avuto un rapporto così quotidiano con la guerra come il medioevo. Guerra di saccheggio, in cui distruggere e depredare il nemico era in cima ai pensieri di ogni soldato. Aldo angelo settia conduce il lettore sui campi di battaglia e ricostruisce la mentalità del soldato medioevale, la sua vita fatta di privazioni, di fame, di terrore della morte e delle mutilazioni. Un'indagine sugli aspetti più distintivi della guerra medievale che offre al lettore un contatto diretto con le fonti utilizzate, soprattutto quelle cronachistiche.
Il 14 luglio 1943 a biscari, oggi acate, soldati italiani e tedeschi presi prigionieri dopo la battaglia per il controllo dell'aeroporto di santo pietro vennero fucilati dai militari della 45ª divisione di fanteria dell'esercito americano. Le vittime di questi crimini di guerra sono state per decenni dei fantasmi: ignoti i loro nomi, sconosciuto il luogo della sepoltura. Ora per la prima volta, grazie a un lungo e minuzioso lavoro di ricerca, i nomi di quei soldati, 70 italiani e 4 tedeschi, vengono riconsegnati alla memoria collettiva. I più giovani avevano poco più di vent'anni, il più anziano quarantotto; non c'erano tra loro ufficiali, erano quasi tutti soldati di truppa. L'elenco delle vittime degli eccidi di biscari è la fase finale del lavoro che andrea augello ha condotto per sollevare il velo di omissioni e falsità sullo sbarco americano in sicilia. Nel dopoguerra fu accreditata l'immagine di un'occupazione quasi pacifica della sicilia, una marcia trionfale dei liberatori acclamati dalla popolazione. Le cose andarono diversamente, e queste pagine raccontano, ora per ora, la battaglia di gela: l'accanita e determinate resistenza dei reparti italiani impegnati contro le forze da sbarco statunitensi, le incertezze e gli errori dei tedeschi, la violenza, spesso cieca e brutale, delle truppe del generale patton. Nella notte tra il 9 e il 10 luglio 1943 i paracadutisti britannici, durante l'operazione husky, diedero inizio all'assalto della fortezza europa.
'pensare la storia' (1992), 'la sfida della fede' (1993), 'le cose della vita' (1995): sono i titoli dei tre volumi che hanno raccolto quanto vittorio messori pubblicò in 'vivaio'. Questa rubrica, ospitata dal quotidiano avvenire e divenuta presto popolare, ha destato entusiasmo tra i cattolici e indignazione in certo mondo sia laico che, talvolta, clericale. In effetti, messori era 'politicamente scorretto' riflettendo sulla realtà di ieri e di oggi alla ricerca della verità, al di là dei miti, e riproponendo una prospettiva cattolica fedele all'ortodossia. Una prospettiva distante da quella della cultura egemone, con le sue ipocrisie, manipolazioni, superficialità; ma lontana pure da quella di un cattolicesimo 'modernista'.
Utilizzando tra l'altro numerose testimonanze dirette in gran parte inedite, l'autore narra in questo secondo volume le vicende del colonialismo italiano in eritrea, somalia ed etiopia, dall'avvento del fascismo all'entrata di badoglio in addis abeba il 5 maggio 1936.
Si parla molto negli ultimi anni di impero americano, e il libro precedente di ferguson era un'analisi della sua potenza e della sua fragilità, ma il mondo di oggi è stato molto più profondamente determinato, nelle sue divisioni e nella disposizione interna dei poteri e delle forze in campo, da un altro impero: quello britannico. Niall ferguson, storico inglese, ricostruisce l'ascesa e il declino della potenza d'oltremanica, dal xvii all'inizio del xx secolo, illustrando passo passo tutti gli aspetti che hanno caratterizzato e fatto grande la corona britannica nel mondo. Dal commercio alla forza militare, dal sistema di colonizzazione religiosa delle terre d'oltremare al ruolo fondamentale dei grandi esploratori, dalla capillare presenza di figure politiche sussidiarie, come il viceré, all'alleanza stabile con i poteri locali.
Il 9 giugno del 53 a. C, sulla pianura di carre nell'alta mesopotamia, un esercito di cavalieri venuti dall'iran e dall'asia centrale sbaraglia un'armata di oltre cinquantamila uomini, inviati da roma a conquistare l'impero rivale dei parti. Oltre metà dei legionari trovano la morte sul campo, molti altri sono presi prigionieri e deportati, e quel che è peggio i nemici si impossessano delle insegne militari, estremo disonore per anni nella coscienza collettiva romana. Il generale, marco licinio crasso, è massacrato poco dopo la battaglia, e il suo cadavere oltraggiato rimane insepolto. Lo scontro segna una battuta d'arresto per roma: la sua avanzata verso la conquista del mondo, ritenuta fino ad allora inarrestabile, è bloccata da un'armata di cui erano state sottovalutate la perizia militare, la forza d'urto e, soprattutto, la capacità di resistere al temibile dispositivo della legione.
Caterina d'aragona, anna bolena, jane seymour, anna di clèves, caterina howard e caterina parr, le sei mogli di enrico viii, condivisero ciascuna a suo modo il non invidiabile destino di sposare il re d'inghilterra e irlanda: il più bel principe d'europa quando salì al trono, appena diciottenne, nel 1509, che si rivelò poi una specie di mostruoso barbablù. Sei storie straordinarie - romantiche, crudeli, drammatiche, a volte farsesche - che danno nuova vita ai caratteri stereotipati della leggenda delle vittime innocenti di un tiranno. Sei donne dai tormentati rapporti reciproci, che diedero prova di intelligenza, coraggio e grande indipendenza di spirito.
Anne frank morì a bergen-belsen nel 1945 e attraverso il suo diario è diventata un simbolo mondiale dell'olocausto. Anche eva ha vissuto gli indicibili orrori del campo di concentramento ed è sopravvissuta. Solo sopo alcuni anni è riuscita a raccontare la sua storia «se si può descrivere con estrema sensibilità l'animo umano, allora eva sa farlo, raccontandone la forza e la fragilità. Dopo sessant'anni, la'utrice narra finalmente la sua storia, senz'altro da leggere» – dailt express nel giorno del suo quindicesimo compleanno, eva viene arrestata dai nazisti ad amsterdam e deportata ad auschwitz. La sua sopravvivenza dipende solo dal caso, e in parte dalla ferrea determinazione della madre fritzi, che lotterà con tutte le sue forze per salvare la figlia. Quando finalmente il campo di concentramento viene liberato dall'armata rossa, eva inizia il lungo cammino per tornare a casa insieme alla madre, e intraprende anche la disperata ricerca del padre e del fratello. Purtroppo i due uomini sono morti, come le donne scopriranno tragicamente a mesi di distanza. Ad amsterdam, però, eva aveva lasciato anche i suoi amici, fra cui una ragazzina dai capelli neri con cui era solita giocare: anne frank. I loro destini – seppur diversissimi – sembrano incrociarsi idealmente ancora una volta: nel 1953 fritzi, ormai vedova, sposerà otto frank, il padre di anne. La testimonianza di eva (scritta in collaborazione con karen bartlett) è dunque doppiamente sbalorditiva: per la sua esperienza personale di sopravvissuta all'olocausto e per lo straordinario intreccio del destino, che l'ha unita indissolubilmente a quella ragazzina conosciuta molti anni prima.