L'autrice, laureata in medicina e specializzata in psichiatria, narra le sue esperienze a contatto con i malati terminali nelle corsie degli ospedali, restituendoci intatti gli ultimi istanti dei pazienti: bambini, adulti, anziani; ci illustra gli stati d'animo dei parenti al capezzale degli ammalati, aiutandoci a comprendere con quanta grazia e pace suprema lo spirito umano si prepara ad affrontare la vita eterna.
Il più scanzonato e irriverente libro di formazione alla rovescia. Per insegnare ai ragazzi a diventare grandi, ma nel modo giusto. O per insegnare ai grandi a diventare piccoli, nel moda giusto. Come in un diario scolastico, dodici mesi di racconti, poesie e consigli. Scritto da elio e le storie tese, disegnato da una 'maga' dell'illustrazione, chiara rapaccini.
Fra il 1943 e il 1945 decine di migliaia di civili furono vittime di 2273 stragi brutali compiute da nazisti e fascisti in tutto il paese. Nei mesi successivi alla liberazione, molti dei colpevoli furono individuati e su di loro furono aperti procedimenti penali. Ma dal 1947 una mano ignota ha messo tutto a tacere. Dentro un armadio custodito nella procura generale militare, 695 fascicoli sono rimasti sepolti per mezzo secolo. Dal 1994 la procura militare ha riavviato i processi a carico dei pochi superstiti. L'autore, che ha portato alla luce l'esistenza dell'armadio della vergogna, ripercorre l'intera vicenda dell'insabbiamento e ricostruisce quelle stragi.
Come si fa a riconoscere un dolore vero? Come si fa a ricominciare dalle cose più semplici e al tempo stesso più vitali? È possibile scoprire cosa si prova veramente, se si soffre o si gioisce? Si può riuscire a sapere con chiarezza quanto siano gonfiati, isterici o veri i nostri sentimenti? Giorgio gaber scandaglia il nostro sentire, fruga nella memoria. Attraverso quattro lunghi racconti parla di emozioni istantanee, di piccoli particolari, alcuni intensissimi, addirittura esagerati. Una spietata analisi dell'oggi, come sempre da gaber, giocata ed espressa sul registro di una grande felicità narrativa.
Il secondo, dopo 'l'amministratore', dei sei romanzi del ciclo di barset che dettero a trollope fama e successo. Qui è una storia di potere, la successione alla carica di vescovo, che è anche il passaggio dal governo conservatore a uno liberale, e la lotta tra due ambienti per il dominio effettivo sulla ricca diocesi. E fornisce il caso letterario per penetrare nelle case e nei caratteri: per sapere tutto quello che succede veramente nella città di barchester. Le figure sono compiute e vivide nella loro psicologia e, come è proprio dell'atmosfera vittoriana, il grottesco e il mostruoso, cacciati vanamente dalla superficie della narrazione, ricompaiono fatalmente a sconvolgerne le profondità.
Dopo il naufragio su un'isola del mar cinese meridionale e un terribile attacco dei pirati malesi, il capitano jack aubrey e l'amico stephen maturin riescono a raggiungere batavia. Al comando di un nuovo vascello, aubrey può proseguire la sua missione contro la nave francese 'cornélie' e, soprattutto, ritrovare il veliero da guerra 'surprise' sul quale proseguirà con maturin il viaggio fino al nuovo galles del sud. Qui saranno testimoni degli orrori della famigerata colonia penale di botany bay e dovranno affrontare un ambiente squallido e ostile.
Max tivoli nasce nel 1871, a settant'anni. Sa dunque che morirà nel 1941. Chi è, o meglio, cos'è max tivoli? Non c'è nome per chi, come lui, viene 'dall'altro capo della vita'. E che maledizione è diventare giovani col passare degli anni? Scoprire il sesso con il fisico di un cinquantatreenne e l'esperienza di un castissimo diciassettenne? La presunta simmetria della vita e l'ordine stesso delle cose risultano invertiti. E max è destinato a quella cosa stupida e stupenda che è dissipare la vita per amore. Per ben tre volte e in tre modulazioni diverse avrà modo di amare, sempre invano, la donna della sua vita, che non lo riconosce mai, né riconosce in lui la persona da amare. Max tivoli è un 'mostro', che rispecchia quel mostro segreto che è in noi.
Amok è una parola malese che indica una 'follia rabbiosa, una specie di idrofobia umana. Un accesso di monomania omicida, insensata, non paragonabile a nessun'altra intossicazione alcolica'. Lo sa bene il protagonista di questa novella, un medico dai tanti conti in sospeso: con la giustizia, con la professione, con la propria vita ormai annientata. In una confessione simile a un delirio, racconta di un mondo febbrile dove si scontrano la dispotica imperiosità di una donna, convinta che tutto si compri con il denaro, e la divorante passione di un uomo cui i tropici e la solitudine hanno sviato la mente e i sensi.
Il sole dei morenti è l'ultimo romanzo scritto da jean-claude izzo prima della sua prematura scomparsa. È il suo capolavoro: una struggente esplorazione del potere distruttivo dell'amore, la storia di un uomo che cerca l'amore e non lo trova, e per questo viene relegato ai margini della società. Il merito di izzo è di riuscire a farci identificare con un destino apparentemente estremo, quello di un essere umano che ha perso tutto. Quando i pompieri portano via il corpo di titì, l'unico amico rimastogli, morto di freddo in una stazione del metrò parigino, rico decide che è ora di andarsene, lasciare parigi per il sud. Se deve morire, tanto vale morire al sole. Nel suo viaggio incontra altri disperati come lui, persone finite sulla strada seguendo percorsi di vita diversi e che reagiscono diversamente, chi con solidarietà chi con cattiveria. In fondo al viaggio c'è marsiglia e la speranza di rivedere lea, il grande amore della sua gioventù.