Il tibet, chiusosi ermeticamente al mondo nel secolo xix, fu aperto a forza dagli inglesi nel 1904, per tornare subito a richiudersi ancora più ermeticamente di prima. Solo negli anni trenta cominciarono a presentarsi rare occasioni d'accesso per alcuni privilegiati. Giuseppe tucci seppe approfittarne più volte. Nelle sue spedizioni del 1937 e del 1948 ebbe come compagno fosco maraini, allora giovanissimo, che dalle sue note di viaggio trasse 'segreto tibet' un libro che ebbe enorme successo e fu tradotto in dodici lingue. Nel tibet di allora si viveva ancora in un medioevo intatto, un medioevo però altamente e raffinatamente civile privo soltanto di quei mezzi, datici dalla scienza e dalla tecnologia, quali strade, luce elettrica e plastica, fibre sintetiche e gas metano, televisione, giornali e radio. Il popolo tibetano trovava nella propria antica civiltà religiosa, artistica, letteraria, teatrale e musicale i mezzi per trascorrere un'esistenza ricca di soddisfazioni. Dal 1951 a oggi mutamenti drammatici, spesso accompagnati da violenze umilianti e da distruzioni insensate sono stati imposti al tibet. L'intera struttura della società è stata capovolta e stravolta.
Io posso dire che solo a roma ho provato che cosa propriamente voglia dire essere uomo. Johann wolfgang goethe il 3 settembre 1786 goethe partì improvvisamente dal granducato di weimar per l'italia, dove si trattenne per circa un anno e mezzo. Pubblicato da goethe in due riprese (1816-17 e 1829), il viaggio si colloca tra l'autobiografia, il romanzo di formazione, il saggio e il diario di viaggio. Il tessuto narrativo dell'opera rimanda però a una struttura più profonda, a quei principi etici ed estetici che costituiscono la vera bildung, che goethe ottantenne ritiene ancora validi e che sono espressamente menzionati o mediati da episodi, sensazioni, descrizioni dei paesaggi, delle città, del patrimonio artistico italiano. L'introduzione di lorenza rega indaga le concezioni filosofiche ed estetiche che stanno alla base del viaggio. L'aggiornata bibliografia si deve alle cure della germanista gabriella rovagnati.
In fondo al viaggio c'è, forse, un lemure bianco della specie più evoluta. Sgambetta sulle zampe posteriori eretto, dignitoso come quasi tutti gli esseri umani. Durante il viaggio, cavallette fritte e mandrie di zebù forniscono la debita punteggiatura al paesaggio di immense distese di risaie, di giovani in attesa di un destino qualunque, di bambine costrette a sorrisi da donna forzata, le labbra colorate con il succo di ibisco, 'e la scena è così: il rosso delle labbra nel marrone del faccino nel verde smeraldo dell'oceano dietro il dolore più scolorato del mondo'. Sempre attento alle donne quasi 'per sottaciuta committenza' dei maschi che le guardano senza mai riuscire a vederle in se stesse, lo sguardo di aldo busi va a percorrere le false piste del madagascar turistico e ne snida i colori più profondi. Da vero viaggiatore, il solitario con gli occhi ben aperti doppierà i tentativi delle guide locali di smarrirlo in bellezze indicibili, converserà con gechi particolarmente simpatici, o con conchiglie disposte all'ascolto, e prima di arrivare alla fine avrà trovato un miraggio d'amore e una canzonetta che fa: 'tu hai bisogno di qualcuno dentro la tua camicia e sotto la tua veste, hai bisogno di me'.
Per molti aspetti il giappone di oggi somiglia alla svizzera: due paesi nei quali tutto, dai treni alle poste, dagli alberghi ai negozi, dalle fabbriche, alle banche, alle università, funziona come un'orologeria mirabilmente oliata, che non conosce inceppi. Resta solo una grossa differenza: che la svizzera non offre misteri, mentre il giappone è misteriosissimo. In un certo senso il giappone guerresco e aggressivo degli anni trenta e quaranta era abbastanza trasparente e comprensibile; ma i giapponesi dei giorni nostri, i quali, dopo essere rimasti stesi a terra nel '45, finiscono in meno di mezzo secolo per costruire una delle maggiori potenze industriali, commerciali e finanziarie del globo, pur non vantando il possesso di vasti territori né avendo a disposizione materie prime - ecco qualcosa che sfiora l'enigma, cha ha sapore di magia e d'occulto! Soprattutto quando vediamo che gli artefici della straordinaria cavalcata ci si presentano in genere come individui anonimi, confusi nella folla con un fare spesso impacciato. Cosa li anima? Quali sono i loro segreti? Come conoscerli davvero? Come capirli? L'asse portante del libro è costituito dal racconto di una lunga e lenta peregrinazione attraverso il giappone, effettuata in macchina a metà degli anni cinquanta, in compagnia di giapponesi e di stranieri.
Il treno è verde, con un cartello in caratteri cirillici e cinesi che riporta la città di partenza, mosca, e quella di arrivo, pechino. In mezzo, c'è un mondo selvaggio, quelle regioni estreme raccontate da esploratori e pionieri, territori vasti ed enigmatici, sul filo del sogno. Il treno è un ponte lunghissimo che attraversa la taiga siberiana, le steppe mongole, il deserto del gobi, superando il remoto confine tra le regioni di gengis khan e il paese più popoloso del mondo, la cina. Passando da una civiltà pressoché immutata nei secoli a una dimensione avveniristica e tecnologica. Il treno è una casa in movimento, che ospita passeggeri stravaganti e ombre del passato. Mauro buffa ci racconta questo insolito viaggio in treno (più la digressione in mongolia, sceso dal convoglio) in cui ha incontrato russi post sovietici, babuske infreddolite, pastori nomadi maestri dell'essenzialità; ha brindato con la vodka insieme agli occasionali compagni di scompartimento, ha trovato ospitalità nelle gher, mangiando carne di montone e bevendo tè salato, lasciandosi incantare dagli spazi infiniti ancora non contaminati dall'uomo.
Parigi è famosa per la grandeur del suo paesaggio urbano, un tripudio di icone architettoniche come la la tour eiffel, l'arc de triomphe e notre-dame, e per i suoi musei traboccanti di capolavori inestimabili. Ma è esplorando le vie secondarie della capitale che scoprirete l'anima dei suoi quartieri, dove ristoranti storici e incantevoli boutique convivono con néo-bistrot creativi, atelier di moda e opere d'arte a cielo aperto. La capitale francese ha molte attrazioni imperdibili, ma per scoprire la parigi dei parigini dovrete immergervi nell'atmosfera dei suoi quartieri: ciascuno è come un villaggio, con caratteristiche proprie e un forte senso di comunità. Lonely planet vi porterà nel cuore della città, quartiere per quartiere, con itinerari a piedi, suggerimenti su cosa vedere, esperienze da non perdere.
È il romanzo di un viaggio attraverso un paese narrato dalla gente, da innumerevoli personaggi: bevitori incontrati in vivacissime bettole, autisti di squinternate corriere lanciate per migliaia di chilometri tra selve e deserti, meccanici-filosofi e gommisti-antropologi, vecchi indios dalla saggezza velata di ironia, giovani teppisti delle bande metropolitane o allevatori di galli da combattimento che si rivelano custodi di antiche tradizioni. Un caleidoscopio di comparse sullo sfondo di un messico coinvolgente, sempre pronto a infiammarsi senza preavviso, capace di stupire il viandante a ogni angolo di strada.